Sin da tempi più remoti, semplici squilli di corno o di percussione, udibili dall’orecchio umano anche su lunghe distanze, sono utilizzati per scandire momenti importanti nelle organizzazioni sociali ovvero per impartire ordini, come quando scandiscono la vita di caserma dei corpi in armi – adunata, alza e ammainabandiera, silenzio – o l’istruzione militare. La Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato nasce per dare enfasi alle trombe e ai tamburi, secondo una consolidata tradizione alla quale si devono le prime marce militari. Ha sede a Roma nella Caserma “La Marmora”, alle dipendenze del Centro di Coordinamento dei Servizi a Cavallo e cinofili della Polizia di Stato di Ladispoli diretto dal Primo Dirigente dottor Leopoldo Testa.
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Parte Guelfa è lieta di annunciare che Domenica mattina 1 Ottobre, alla settima edizione della Fiorente, la magnifica cavalcata urbana per le strade e le piazze del centro storico di Firenze, parteciperà la magnifica Fanfara a cavallo della Polizia di Stato! La settima Fiorente sarà dedicata a tutte le forze dell’ordine italiane ed in particolare alla Polizia di Stato. La passeggiata a cavallo organizzata da Parte Guelfa affonda le proprie radici storiche nelle parate a cavallo che attraversavano Firenze in occasione delle visite di illustri personalità. Le precedenti edizioni hanno riportato un significativo e crescente successo grazie alla partecipazione di centinaia tra cavalieri ed amazzoni che hanno sfilato entusiasti tra i monumenti della capitale toscana.
L’Arciconfraternita di Parte Guelfa ha celebrato alla presenza del Console Luciano Artusi e di un folto numero di confratelli e consorelle in uniforme solenne il Commendatore di Parte Guelfa Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, nell’anniversario della promulgazione della legge dell’Unione del 1549. Con tale importante disposizione, il padre della Toscana assegnò a Parte Guelfa i compiti di tutela e controllo del territorio granducale. Una Santa Messa è stata celebrata presso la magnifica basilica di San Lorenzo in Firenze, la parrocchia della famiglia Medici, ospitanti le splendide Cappelle Medicee ove Cosimo I de’ Medici è sepolto. Alla celebrazione eucaristica è seguita un corteo conclusosi con la deposizione di una corona d’alloro alla base della statua equestre del Granduca posta in piazza Signoria a Firenze. Una cerimonia solenne che onora il padre della patria toscana, un visionario che ebbe l’intuizione di collocare in un’unica istituzione, la nostra Parte Guelfa, tutte le deleghe ambientali e che rende a Firenze un pezzo della sua storia.
In questo excursus storico dedicato alla storia della Parte Guelfa dalla sospensione delle attività nel XVIII secolo alla loro ripresa nel XXI si desidera chiarire il fatto della massima importanza, non ancora noto ai più, che Parte Guelfa non ha subito mai alcuna soppressione granducale e che dal 2015 ha soltanto riattivato le funzioni dismesse dal 1769. Come è noto, Parte Guelfa e Parte Ghibellina, dal XIII secolo a lungo contrapposte con guerre sia locali che riguardanti i diversi stati dell’epoca, erano due “parti politiche” armate e in guerra e, come tali, composte da una serie di soggetti, talvolta anche eterogenei, in ciascuno dei due schieramenti. Tuttavia, Parte Guelfa divenne anche una vera e propria istituzione a carattere cavalleresco per permetterle di creare cavalieri atti a partecipare materialmente alle ostilità sul campo, e poi di potente magistratura, allorquando Papa Clemente IV intese riconoscere i meriti dei cavalieri guelfi fiorentini e pistoiesi che avevano dato il loro generoso e determinante contributo nella Battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266, nella quale si ebbe la definitiva vittoria guelfa-angioina sui ghibellini-svevi.
La Storia della scherma, come sotto disciplina della Storia, non è mai stata trattata con il dovuto rispetto e serietà. I numerosi tentativi affrontati nel passato cioè negli ultimi centocinquanta anni, hanno dimostrato ampiamente che i loro autori non riuscivano ad avere uno sguardo neutrale, anzi, fuorviavano spessissimo nelle loro teorie e ricostruzioni con il preciso intento di abbracciare una filosofia o scuola di pensiero schermistico. Per questo in svariati casi si notano presenze sovrastanti di scuole francesi, o inglesi, o tedesche, a volte omettendo colpevolmente quelle italiane. Si produceva in tal modo l’effetto contrario a quello voluto cioè quello di non riuscire a dare ai lettori una valida ricostruzione dei fatti storici e quindi uno sguardo globale, o se vogliamo orizzontale di questa storia dell’uomo che ha a che fare con la scherma. Più facile invece la storia dell’equitazione, che poggia i suoi successi equestri su capiscuola indiscussi, che nei secoli si sono via via succeduti e hanno regalato alla disciplina un continuum patristico, se mi è concessa tale definizione, che la scherma purtroppo non ha mai avuto.
Capita a volte di imbattersi in alberi molto particolari sia per dimensioni, sia per conformazione. Queste creature della natura prendono il nome di alberi monumentali e sono espressamente tutelati, non solo dalla legge, ma soggetti a cure particolari, proprio perché particolari sono le loro caratteristiche. Sono così maestosi che, se ci dovessimo trovare ai loro piedi, non potrebbero non rubare le nostre attenzioni. Per questi motivi e per altre loro peculiarità sono considerati patrimoni naturali di inestimabile valore. Se ci pensiamo bene ci potrebbero raccontare la storia che hanno visto passare di anno in anno, di secolo in secolo. Sono testimoni dello scorrere inesorabile del tempo. Tra loro infatti se ne trovano di oltre 300 anni di età. Proprio per la loro importanza nel 2014, con Decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è stato istituito un apposito “elenco degli alberi monumentali e principi e criteri direttivi per il loro censimento”.
La gran parte dell’attività chiamata agricoltura in Italia è industria a cielo aperto con tutti i danni ambientali dell’industria – inquinamento delle falde, aumento del CO2 in atmosfera, danni alla salute degli operatori e degli abitanti eccetera – e non ha nemmeno il bilancio in attivo: senza sussidi non potrebbe sopravvivere. L’unione europea destina una parte consistente del suo bilancio ai sussidi perché l’agricoltura industriale è un mercato importante per l’industria: del petrolio, dei pesticidi, dei monopoli sementieri e ogm, delle macchine, della digitalizzazione, degli allevamenti di sofferenze animali, delle industrie di trasformazione ecc. L’agricoltura industriale distrugge la presenza umana nelle campagne e considera questa distruzione un vanto in nome dell’efficienza, del progresso, della scientificità, con l’aumento della dimensione delle aziende, dei loro indebitamenti, inquinamenti, continue modifiche tecnologiche fino alla frontiera della sostituzione della terra con le industrie dalle farine di insetti, alla carne e latte prodotti chimicamente eccetera.
L’Alto Mugello non è territorio facile da percorrere e sorvegliare. Utilizzando il cavallo si riesce meglio a realizzarne il monitoraggio. É necessaria un pò di preparazione e allenamento. Il giro dei passi compiuto dagli arditi Cavalieri di Parte Guelfa dello Squadrone Esploratori e dello Squadrone Guide ha riservato non poche difficioltà. Ciò che è stato fatto ha richiesto gambe forti e tanta buona volontà. Partito dalla località Le Isole di Sant’Agata nel Comune di Scarperia e San Piero a Sieve, il gruppo ha raggiunto il Passo del Giogo nel Comune di Firenzuola, città famosa per la produzione e lavorazione della pietra serena, e si è brevemente inoltrato nella splendida valle del fiume Santerno per raggiungere la splendida Abbazia di Moscheta. Le tortuose vie montane permettevano l’osservazione di panorami davvero unici. Sulle ripide pareti di roccia che si avvicinano e si allontanano nel percorso si possono contare distintamente gli strati di roccia che nei millenni i corsi d’acqua, grandi e piccoli, hanno plasmato.
I Confratelli e le Consorelle di Parte Guelfa hanno partecipato alle celebrazioni riunendosi presso la Cappella di San Lodovico annessa alla Pieve di Santo Stefano ed hanno avuto l’onore di scortare e portare la statua del santo patrono per le strade del meraviglioso borgo di Serravalle Pistoiese. Come da tradizione, Venerdì 19 Agosto 2023, si è tenuta a Serravalle Pistoiese la festa del patrono San Lodovico iniziata con la celebrazione della Santa Messa officiata da don Stanislaw Jakubczak e proseguita con la classica processione dedicata a San Lodovico, Patrono di Serravalle e della Parte Guelfa. Come ogni 19 Agosto, Parte Guelfa, attraverso la Compagnia di San Lodovico, ha dunque celebrato la solennità del santo patrono San Lodovico d’Angiò, Vescovo di Tolosa, nella sede naturale di Serravalle Pistoiese.
Sabato 15 Luglio 2023 si è tenuta nella città di Pistoia la prima edizione del Forum Natura, convegno scientifico dedicato ai temi della salvaguardia ambientale organizzato dall’Arciconfraternita di Parte Guelfa con il contributo ed il supporto della Diocesi di Pistoia, del Comune di Pistoia e del Comune di Serravalle Pistoiese, sede della Compagnia di Fedeli di San Lodovico d’Angiò e della Parte Guelfa. Il convegno è stato preceduto dalla Marcia per l’Ambiente, un pellegrinaggio a piedi e a cavallo che, partendo dalla Cappella di San Lodovico d’Angiò di Serravalle Pistoiese, si è concluso nella magnifica chiesa pistoiese di San Giovanni Fuorcivitas dove, accolti dal Sua Eccellenza il Vescovo, monsignor Fausto Tardelli, hanno avuto inizio i lavori congressuali. Tra i relatori, studiosi e professionisti di economia e diritto ambientale, spiccano di contributi di Francesco Ferrini, professore ordinario di arboricoltura presso l’Università di Firenze, Giannozzo Pucci di Barsento, scrittore, editore e grande ambientalista, e Franco Lucchesi, Governatore di Parte Guelfa e avvocato in diritto ambientale.