L’agenda 2030 è un programma di azione per il pianeta, le persone e la prosperità. Viene sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri delle nazioni Unite e approvata dall’assemblea generale dell’Onu. Tale programma si prefigge ben 17 goals inquadrati nel più ampio contesto rappresentato da 169 target associati, da raggiungere appunto entro il 2030. Abbiamo un solo Pianeta, ma viviamo come se ne avessimo a disposizione quasi due. Ecco perché lo sviluppo sostenibile non deve essere solo una parola chiave, ma va tradotto in impegni concreti.
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Per il 99% della storia del pianeta, il genere umano, una volta comparso, è rimasto affamato, impaurito, malato e soprattutto ignorante. La vita era pericolosa, piena di sofferenza, e soprattutto brevissima. In soli due secoli, gli ultimi, e fino a oggi, la maggior parte di persone sono ricche, ben nutrite, sicure, sane e longeve. Le maggiori scoperte che hanno rivoluzionato la vita di tutti hanno attinto dalla Natura e hanno avuto successo sfruttando direttamente o indirettamente l’ecosistema che ci circonda. Per riconoscenza, cosa stiamo restituendo alla Natura? Rifiuti, scorie, inquinamento, degrado. La parabola del rapporto tra il genere umano e la terra che lo ospita è ormai discendente.
Il vescovo Gastone Simoni, Cappellano Onorario di Parte Guelfa, è tornato alla Casa del Padre, lasciandoci tutti molto più soli. Lo raccomandiamo al ricordo e alla preghiera di tutti, perché il Signore accolga la sua anima davvero buona come l’abbiamo conosciuta da vicino. Un Uomo davvero di Dio, che lo ha dotato di un gran cuore, di lucidità di analisi e di una passione per l’Uomo nella sua dimensione personale e relazionale davvero unica, doti che ha coltivato per tutta la Sua vita con grande impegno ed arricchito con uno spessore culturale particolare ed una determinazione non comune! Per citare La Pira che era fondante per la sua riflessione, “Spes contra spem!”.
Amava le cose belle: dalla passione per le scienze aeronautiche alle arti equestri, esteta, perfezionista, tecnico di indiscusso valore, schietto, sincero nel modo di porsi con gli altri, artista del cuoio, collezionista di finimenti e di carrozze che amava mostrare con passione. Uomo dal carattere forte, sicuro di sé, nella sua, talvolta eccessiva, ricerca del ben fare. E’ stato consigliere regionale F.I.S.E., consigliere del G.I.A., organizzatore di manifestazioni internazionali di attacchi sportivi e di tradizione, istruttore e giudice federale di equitazione; molti i suoi allievi che si sono distinti e proseguono con profitto nella disciplina del s.o. e nei pony game. Cavaliere Onorario di Parte Guelfa, nell’ambito della quale aveva collaborato all’avvio di un corso attacchi al Visarno, collaborazione interrottasi al seguito delle vicende pandemiche. Il mondo equestre italiano perde un personaggio di indubbio valore tecnico e morale, alla famiglia vanno le nostre più sentite condoglianze.
Unire globalizzazione e de-globalizzazione, crescita e decrescita, sviluppo e inviluppo: la natura e le Api lo insegnano da sempre a tutte le culture. La rosa dà il miele all’ape. La rosa rappresenta l’Anima Universale, l’ape è l’eterno studente, il pellegrino sul sentiero. L’ape rappresenta l’intelligenza, la conoscenza e la saggezza, ma è solo antica filosofia? Plinio il vecchio, lo storico romano, raccontò che delle api si posarono sulla bocca di Platone quando era un bambino per annunciare la dolcezza della sua eloquenza. Effettivamente non esiste popolo o epoca della storia dell’uomo, in cui all’ape non sia stato riconosciuto un valore simbolico riconducibile al rinnovo della vita, della natura, dell’abbondanza e della ricchezza. L’ape diligente e ingegnosa, è stata ripresa quale simbologia da tutte le culture antiche.
I cambiamenti climatici stanno provocando disastri in tutta Europa. Dall’aumento degli eventi alluvionali, allo scioglimento dei ghiacciai, passando per la perdita di biodiversità, e l’aumento della mortalità. Studi recenti, inoltre, indicano che i costi economici dei mutamenti climatici saranno elevati e che i picchi maggiori si registreranno nel sud dell’Europa. A causa dei cambiamenti climatici, le regioni europee sono costrette ad affrontare eventi meteorologici sempre più estremi, come per esempio ondate di calore, inondazioni, siccità e tempeste, che si verificano con crescente frequenza e intensità.
“Credo che, al di là di tanti discorsi e dibattiti intorno al problemi dell’ecologia, non si è mai sufficientemente messo in rilievo come il paesaggio, i luoghi che le persone abitano, non vengono più rappresentati; tutti sembrano essersene dimenticati. A me pare che il paesaggio, i luoghi, l’habitat, siano come un territorio nascosto dove si può perpetrare qualsiasi scempio: tutto avviene senza nessun controllo visivo. L’incapacità di guardare all’esterno determina così la possibilità di deturpare qualsiasi luogo senza che nessuno se ne accorga”. Questa l’opinione dello scomparso fotografo Luigi Ghirri in una conversazione con Arturo Carlo Quintavalle. Di nuovo dunque la fotografia e l’ambiente. Lo studio di quelle che sono le possibili linee di confine o di collegamento tra questi due concetti così eterogenei e, allo stesso tempo, così vicini.
Come da tradizione, Venerdì 19 Agosto 2022, si è tenuta a Serravalle Pistoiese la festa del patrono San Lodovico iniziata con la celebrazione della Santa Messa officiata da don Roberto Breschi con don Stanislaw Jakubczak e proseguita con la classica processione dedicata a San Lodovico, Patrono di Serravalle e della Parte Guelfa. I Confratelli e le Consorelle di Parte Guelfa hanno partecipato in uniforme solenne alle celebrazioni riunendosi presso la Cappella di San Lodovico annessa alla Pieve di Santo Stefano ed hanno avuto l’onore di scortare e portare la statua del santo patrono per le strade del meraviglioso borgo di Serravalle Pistoiese. Come ogni 19 Agosto, Parte Guelfa, attraverso la Compagnia di San Lodovico, ha dunque celebrato la solennità del santo patrono San Lodovico d’Angiò, Vescovo di Tolosa, nella sede naturale di Serravalle Pistoiese.
L’Alpe di Catenaia separa il Casentino dalla Valtiberina ed è famosa per l’abbondanza di acqua e per la presenza di numerose fonti, ruscelli e di sentieri sempre rigogliosi, anche in estate. Grazie alla sua collocazione geografica e alla sua notevole varietà di vegetazione, con boschi di quercia, cerro, castagno e faggio e rimboschimenti di abete rosso e bianco, l’Alpe era un tempo ampiamente sfruttata per il pascolo del bestiame. Oggi la zona è utilizzata principalmente per la selvicoltura e la conseguente raccolta di legname. Lo sfruttamento sostenibile del territorio, monitorato dell’Unione dei Comuni del Casentino, necessita della presenza di una rete stradale capillare e ben mantenuta per consentire il passaggio dei mezzi da lavoro.
L’Artico è una vasta area geografica la cui estensione è di un sesto della massa terrestre, ventiquattro sono i fusi orari e più di trenta milioni di chilometri quadrati. Almeno la metà della regione artica è coperta dalle acque che possono raggiungere una profondità di 4000 metri. Da circa quarant’anni l’Artico è oggetto di studi climatici condotti in special modo sul fenomeno dello scioglimento dei ghiacci. Secondo gli studi internazionali avvalorati anche grazie alla comparazione delle immagini fornite della NASA, il processo di scioglimento si è triplicato rispetto alle altre zone glaciali della terra così che negli ultimi dieci anni l’Artico è l’area che più risente del riscaldamento globale causato dall’attività umana.