Per colpa è dell’uomo l’Amazzonia sta iniziando a contribuire al riscaldamento globale. Il primo studio su tutti i gas serra che influenzano il prezioso ecosistema dell’Amazzonia, non solo la CO2, rivela una situazione sull’orlo del baratro. La foresta pluviale amazzonica ha iniziato a contribuire al riscaldamento del pianeta: questo è il risultato di un’analisi prima nel suo genere eseguita da oltre 30 scienziati. Da anni ormai i ricercatori esprimono preoccupazione per l’effetto che l’aumento delle temperature, la siccità e la deforestazione hanno nel ridurre la capacità della più grande foresta pluviale del mondo di assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera compensando le emissioni causate dall’uso di combustibili fossili. Recenti studi suggeriscono che alcune parti dell’ecosistema tropicale stanno purtroppo già rilasciando più carbonio di quanto ne trattengano.
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Nella ricorrenza del sessantesimo anniversario dalla scomparsa, Parte Guelfa rende onore al grande italiano Enrico Mattei, proclamato Cavaliere Ordinario alla memoria nelle scorse Investiture Solenni del Novembre 2021. Ricordando la tragica scomparsa dell’ingegnere Enrico Mattei, Presidente ENI si desidera onorare la memoria di uomo straordinario, un patriota ed ex partigiano membro del CLN, il quale, nominato ai vertici dell’Ente Nazionale Idrocarburi nel dopoguerra operò per la ricostruzione dell’Italia e tentò di indirizzare la politica energetica del nostro Paese verso una autonomia dal cartello petrolifero composto dalle cosiddette “sette sorelle”, ovvero dalle multinazionali petrolifere, perseguendo l’esclusivo interesse nazionale per il benessere finale per ogni cittadino italiano. Un Uomo di altri tempi, generoso e passionale che dedicò tutto il suo impegno alle relazioni commerciali internazionali con i maggiori paesi produttori di petrolio cercando di rispettarne i loro interessi e le loro identità nazionali e proponendo accordi paritari in diretta concorrenza con le multinazionali.
Bere acqua naturalmente potabile è un diritto primario. La disponibilità di acqua dolce è prerequisito della continuità della vita nella gran parte delle sue manifestazioni ed è minacciata sia dall’uso scriteriato che da eventi siccitosi sempre più frequenti con l’avanzare del cambiamento climatico. Rendere possibile a tutti bere acqua naturalmente potabile significa: risanare le acque sia superficiali che di falda da ogni forma di inquinamento, tutelare le riserve di acqua dall’uso eccessivo e improprio, captare in modo efficace le acque piovane, specie negli eventi estremi. La disponibilità di acqua dolce in falda, alle sorgenti e in superficie è uno dei parametri essenziali dei bilanci ecologici, locali e nazionali su cui si devono fare tutte le valutazioni e pianificazioni.
Nel pomeriggio dello scorso sabato 22 Ottobre, una delegazione dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa, guidata dal Console Luciano Artusi, ha partecipato ai festeggiamenti dei 400 anni dalla costituzione della confraternita del Santissimo Sacramento sotto il Titolo di Sant’Isidoro, avvenuta il 22 Ottobre 1622. La celebrazione dell’evento ha avuto inizio presso l’antica Chiesa di Santa Maria e Santa Brigida al Paradiso, ricordata in questi luoghi sin dal 1181, posta sui colli fiorentini sopra piazza Gavinana, nella zona detta appunto del “Paradiso”. La chiesa sorge, secondo la tradizione, sulla grotta dove Santa Brigida si ritirò in eremitaggio intorno al X secolo.
La guerra è un disastro per l’umanità ma lo è forse ancor di più per l’ambiente. Ad oggi si considerano non meno di duecentomila chilometri quadrati da sminare e qualunque calcolo fatto finora è da considerare la cifra minima, la base con cui quantificare, una volta che tutto sarà alle nostre spalle, quanto costerà al nostro pianeta l’invasione russa dell’Ucraina. La conta dei danni registrati finora ha compreso anche tre milioni di ettari di siti dell’Emerald Network, una rete paneuropea di aree di interesse speciale per la conservazione. Una chiara denuncia che ha fornito numeri è stata offerta dal ministro dell’ambiente ucraino, Ruslan Strilets, durante una presentazione al parlamento europeo a Strasburgo.
Parte Guelfa ricorda e celebra la memoria del principe Eugenio di Savoia, passato alla storia con molti soprannomi tra i quali Nobile Cavaliere, Principe Sole, Gran Capitano, Marte senza Venere ed Re degli Onesti. Eugenio di Savoia, era nato a Parigi il 18 Ottobre 1663 e vide il suo ultimo giorno a Vienna il 21 Aprile 1736, è stato un nobile e generale italiano al servizio dell’Esercito del Sacro Romano Impero. Membro di Casa Savoia, diretto bisnipote del duca Carlo Emanuele I, apparteneva al ramo cadetto dei Savoia-Carignano e, in particolare, alla linea dei Savoia-Soissons. Iniziò la sua carriera al servizio della Francia, passando poi a quello dell’Impero, divenendo ben presto comandante dell’esercito imperiale.
Ottanta anni fa, il 17 Ottobre del 1942, l’Arma di Cavalleria effettuava la sua ultima carica a Poloy, nello scenario bellico dei Balcani, dove erano impegnati alcuni reggimenti di Cavalleria. Il 17 ottobre 1942 fu il 14° Cavalleggeri di “Alessandria” a caricare i reparti di Tito a Poloy scrivendo l’ultimo atto equestre della Cavalleria militare italiana. Alle ore 13 il reggimento, rinforzato dal IX squadrone carri L e da una sezione di artiglieria, avvistò sulle alture circostanti la località di Poloy forti nuclei titini, che ne minacciavano il fianco sinistro ed il tergo.
Parte Guelfa piange la scomparsa del Confratello Mauro Tommasi, Cavaliere vero dal cuore grande, esempio di solidi principi morali e di attivismo. Nato a Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo, il 13 giugno 1948. Cresciuto a Loro Ciuffenna dove i suoi genitori e i nonni risiedevano, l’ambiente in cui ha vissuto e che ha sviluppato in lui il forte attaccamento alle proprie origini, alla propria terra ed ai valori della famiglia, valori tutti che ha portato sempre con sé e costituendo il suo riferimento di vita. Sposato dal 1973 con Piera, il suo matrimonio è stato allietato dalla nascita delle due figlie Francesca e Claudia.
Parte Guelfa ha partecipato con gioia e vera amicizia alla celebrazione dell’anniversario della nascita del sodalizio Signa Arretii. L’anno 2022 coincide, per Signa Arretii, con un doppio traguardo. Quello dei 15 anni dalla nascita dell’associazione e quello dei 30 anni dalla fondazione del Gruppo Fanti, compagine che è poi confluita, nel 2007, insieme a quelle dei Valletti e dei Vessilliferri, nell’Associazione Signa Arretii. Per festeggiare le ricorrenze il consiglio direttivo ha organizzato, presso il Teatro Pietro Aretino di via Bicchieraia, l’evento “Signa Arretii, un compleanno con la città” che ha inteso ricostruire e far conoscere ai cittadini i precedenti storici dell’attuale Associazione, a partire dalle origini fino ad oggi.
Nessun documento, laico o religioso, ha la profondità e ricchezza dell’enciclica “Laudato sì” per indicare il bene comune in questa epoca così devastata dall’elefantiasi dei diritti individuali e degli interessi di parte. In una democrazia elettorale i politici, salvo eccezioni, hanno difficoltà a elaborare una visione sulla base del bene comune perché tendono a imitare i commercianti. Per don Milani “dicesi commerciante colui che vuol contentare i gusti dei suoi clienti, dicesi maestro colui che vuole contraddire e mutare i gusti dei suoi clienti”. Il coronavirus non ha provocato idee di riorganizzazione sulla base delle esigenze sanitarie e produttive che ha fatto emergere. Si continua a pensare come se non ci fosse da far altro che tornare a prima, con la crescita del PIL e annessi. Potrebbe darsi invece che occorra al più presto riorganizzare l’economia ripartendo dalla bonifica delle attività primarie, del cibo e dell’acqua.