Gregorio Nardi, nato a Firenze nel 1964, è un pianista italiano la cui carriera lo ha portato a tenere concerti in quattro continenti. Nipote dello scrittore e sindaco di Firenze Piero Bargellini, Gregorio vive nel bellissimo palazzo di famiglia, acquisito nel 1946. A questo proposito, un aneddoto racconta che il Palazzo fu “scoperto” dalla nonna, Lelia, mentre Piero era in viaggio di lavoro; e per procurarsi il denaro per la caparra Lelia chiese un anticipo all’editore Vallecchi “per il prossimo libro di Piero”, che fu poi un testo per le scuole elementari e riscosse un immenso successo. Ad un passo da Piazza Santa Croce, con la grande panca di via in pietra, tipica dell’architettura civile cinquecentesca, Palazzo Bargellini è abitato ancora da tutta la famiglia, compresi i genitori del Sindaco di Firenze Sara Funaro. Il nome originale era Palazzo De Cepparello; fu poi dei Da Verrazzano; e infine, nell’Ottocento, del compositore Luigi Ferdinando Casamorata, fondatore e primo presidente del Conservatorio di Musica fiorentino.
In una giornata di pioggia, con i membri di Parte Guelfa abbiamo avuto l’onore di visitare il Palazzo e, in particolare, lo Studio di Piero Bargellini, accolti e accompagnati dal nipote Gregorio e da Annegret Hoehler, conservatrice della biblioteca e dell’archivio: manoscritti, libri, riviste, disegni, lettere, medaglie, ma anche pianoforti, opere d’arte, statue e dipinti, e un grande ciclo di affreschi del Trecento, il tutto in perfetta armonia. Piero Bargellini fiorentino di nascita, ma soprattutto di spirito, era innamorato della sua città alla quale ha dedicato tanti studi, libri e amorose cure. Scrittore incantevole, narratore affascinante, di Firenze conosceva i tesori e i segreti. Suo nipote Gregorio gli è cresciuto vicino; poi, dai dieci ai sedici anni, ha vissuto con lui, ascoltandolo e imparando. Con la narrazione delle storie di famiglia incanta gli ospiti: per esempio, di quando la nonna Lelia lo ascoltava suonare il piano, e rammentava i musicisti che aveva ascoltato da ragazza. Interrogato su quale fosse l’insegnamento del nonno che più gli è caro, ha risposto: il rigore, il metodo, la capacità di applicarsi diligentemente al lavoro; e Gregorio lo ha adottato per lo studio della musica, del pianoforte.
Sotto le dita di Gregorio le note rivivono vicende ed emozioni; sotto la penna di Bargellini i documenti cantano, i monumenti parlano, i personaggi si confessano. La Storia acquista un intreccio romanzesco e l’arte manifesta ideali e sentimenti. Bargellini ha avuto la capacità di navigare sull’onda dei secoli, mai perdendo di vista la luce fissa dei più alti valori. Con un atteggiamento sempre da innamorato, mai da giudice. Come amministratore si batté per una città più verde; e non perse mai di vista le necessità della gente, polemizzando perciò senza requie contro i burocrati, gli affaristi, i carrieristi.
Nella sua casa, dai suoi oggetti si respira le pagine di una vita. In una libreria a muro dalla cornice storica sono raccolti i suoi oltre 100 libri – su Arte, Letteratura, Architettura, Religione, Storia, e su Firenze – che sono stati tradotti in francese, spagnolo, portoghese, inglese, tedesco, olandese, svedese, polacco, ungherese e persino in giapponese e swahili. Ha ricevuto prestigiosi premi: sia letterari, sia in riconoscimento del suo operato come Sindaco di Firenze durante la disastrosa alluvione del 1966. Per coraggio e volontà mostrati in quella triste fase fu riconosciuto internazionalmente come simbolo della Firenze ferita ma indomita. Lui vivente, per quasi 30 anni la sua casa fu sempre aperta a tutti i fiorentini e fu scena di incontri di scrittori, poeti ed artisti. Qui furono ideati il Comitato per l’Estetica Cittadina e gli Amici dei Musei, che ebbero come prima sede proprio queste stanze; qui s’incontravano i fondatori della Biennale dell’Antiquariato. Nei due grandi ambienti spicca una vera e propria dichiarazione di amore per Firenze e per l’arte; vi si racconta l’intera carriera di Bargellini: le passioni intellettuali, gli incontri, la vita familiare.
“L’ innamorato desidera sapere tutto dell’amata, non gli basta contemplarla, vuol penetrarne i segreti più intimi” scriveva Bargellini della sua città. Noi di Parte Guelfa abbiamo avuto la grazia di contemplare la memoria di lui accompagnati dai racconti di suo nipote; e anche dalle note musicali che ha voluto donarci al pianoforte al termine della visita in questo piccolo universo Bargelliniano.
Autore
Cecilia Sandroni