La parola “ecologia” e l’aggettivo “ecologico”, sono molto usati negli ultimi anni, bisognerebbe comprendere nel suo profondo cosa significhi ecologia: scienza che si occupa dei meccanismi con cui l’ambiente influenza gli esseri viventi e viceversa. È “l’economia della natura”, l’insieme di provvedimenti per la salvaguardia dell’equilibrio naturale, la comprensione dei complessi fenomeni che legano gli esseri viventi, e fra questi gli esseri umani, al mondo circostante. Dal mondo circostante gli esseri viventi traggono i materiali per la propria vita, nel caso degli esseri umani anche le materie prime per le attività produttive economiche, che successivamente nel territorio nel quale sono inseriti rigettano le proprie scorie.
Mantenere la qualità dell’ambiente implica attuare misure economiche legislative, tecnologiche e di educazione pubblica, si definisce “economia verde” un modello teorico di sviluppo economico che prende in considerazione l’impatto ambientale, cioè eventuali danni che si potrebbero generare dall’antropizzazione in genere, da tutto il ciclo di trasformazione dalle materie prime fino alla definitiva eliminazione o smaltimento del prodotto finito. Dal momento che il territorio e le materie per la vita e per le manifatture sono presenti sul pianeta in quantità limitate, le popolazioni si appropriano dello spazio e dei beni materiali con forme altamente conflittuali come abbiamo potuto assistere nella guerra Russo-Ucraina, combattuta per la supremazia sul controllo delle materie prime. L’inizio dello studio dello sviluppo della dinamica delle popolazioni si deve principalmente a due importanti scienziati del primo novecento: Alfred J. Lotka, americano esperto di statistica, e Vito Volterra, matematico italiano, studente a Firenze e Pisa, fondatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche il CNR, e della Società Italiana di Fisica, nonché membro della Royal Society. Sia Lotka che Volterra vedevano la natura come un grande sistema un “trasformatore di energia”.
Le equazioni matematiche sono funzionali anche per l’analisi di un ecosistema dove due specie sono in competizione per una risorsa e ciascuna influenza negativamente l’altra. L’utilizzo della matematica in ecologia è sempre stato importante ma negli ultimi decenni è diventato fondamentale. E’ sufficiente sfogliare una qualsiasi delle riviste di ecologia più quotate Ecology, American Naturalist, Journal of Animal Ecology, Trends in Ecology and Evolution per rendersi conto che ormai non solo gli studi teorici, ma anche quelli sperimentali e applicati, utilizzano intensamente modelli matematici, oggigiorno molto sofisticati. Ma c’è ancora la necessità di trovare un compromesso tra le esigenze di sviluppo socio-economico e il mantenimento della qualità della biosfera, sopratutto per le generazioni future. Questo gap non ancora risolto, ci ha condotto all’affermazione di un nuovo ed importante obiettivo da perseguire per il benessere di tutti i cittadini del nostro pianeta: quello della sostenibilità della biosfera e dello sviluppo sostenibile.
La parola “sostenibile” deriva dall’inglese e significa “mantenibile nel tempo, “duraturo”; perciò sviluppo sostenibile significa sviluppo che può essere mantenuto nel tempo senza compromettere il funzionamento globale della terra. Praticamente è ciò che descriviamo nel Carrying Capacity, che è la capacità di carico o di capacità portante. Un concetto ben conosciuto agli ecologi ed agli studiosi della biodiversità e dei sistemi naturali, mentre ancora troppo ignorato dalla classe politica e dagli economisti. La capacità di carico, è il numero di individui in una popolazione che le risorse dell’ambiente in cui vive sono capaci di sostentare. Gli studiosi delle scienze del sistema Terra e della sostenibilità globale sono molto interessati a comprendere il più possibile, nella relazione tra sistemi naturali e specie umana e i suoi sistemi sociali, la tematica dell’accrescimento della popolazione umana e dei suoi livelli di consumo di energia e materia. È essenziale per comprendere come sia possibile garantire la nostra sopravvivenza nel futuro e, possibilmente, l’avvio di una società equa e sostenibile.
Oggi è diventata una necessità improrogabile la costruzione di una nuova economia che consenta agli esseri umani di vivere bene nell’ambito dei chiari limiti biofisici dei sistemi naturali che ci supportano e grazie ai quali esiste la nostra economia ed il nostro benessere. Non siamo noi a stabilire quei limiti, ma l’ecologia e le risorse finite del pianeta. Espandere liberamente i nostri desideri materiali non è sostenibile. C’è bisogno di un autentico cambiamento di pensiero. Per impostare una nuova economia è perciò fondamentale stabilire dei limiti, dei tetti massimi all’utilizzo delle risorse, delle emissioni, indicando i conseguenti obiettivi di riduzione. Gli studiosi ci ricordano che rispettare i limiti ecologici richiede di comprendere precisamente cosa questi limiti comportino, e dove l’attuale attività economica si collochi rispetto a essi. Un processo che richiede il passaggio dalla carrying capacity alla carrying capability al fine di incrementare la funzionalità dell’intero sistema. La finalità è la conservazione a lungo termine dei valori universali del Bene, nella consapevolezza che essa dipende ed inizia in larga misura dalle comunità locali nel loro complesso di espressioni economiche, sociali e culturali.
Autore
Elena Tempestini