Che la Magistratura dei Capitani di Parte Guelfa fosse estremamente potente ed incarnasse a pieno titolo l’idea di indipendenza della Repubblica Fiorentina lo scrive Giorgio Vasari ancora nel 1568 quando, parlando dell’episodio già citato a proposito del Caparra, descrive la Parte Guelfa come “Magistrato in Fiorenza non mediocre” a cui osare rivolgersi con tale sfrontatezza. La Magistratura di Parte Guelfa aveva autorità grandissima, quasi uno Stato dentro lo Stato, con giurisdizione civile e penale; aveva proprie leggi, ordini e sigillo; economicamente era potentissima, grazie alle confische dei beni dei ghibellini ribelli, le cui rendite venivano impiegate in opere per l’accrescimento del prestigio e in difesa della Parte Guelfa.
I Capitani soprintendevano alle strade, piazze, fabbriche pubbliche, fiumi e ponti di tutti i castelli e le rocche del dominio Fiorentino ed alla cura delle mura difensive cittadine. Dipendevano da questi gli Ufficiali di Torre, istituiti quando i guelfi riportarono la definitiva vittoria sulla parte avversa, che decretarono la demolizione di tutte le torri ghibelline. Gli Ufficiali di Torre avevano successivamente assunto attività di controllo sulle licenze commerciali, come si evince dal documento di archivio del 1510 riportato in calce, col quale concessero ai Serviti l’esclusiva della vendita di candele nella via de’ Servi. Nel 1549 gli Ufficiali di Torre e le loro funzioni vennero incorporate nella Magistratura di Parte Guelfa.
“1 Febbraio 1510 Richordo chome M.o Pellegrino nostro sindacho saldò chonto chon gli uficiali della Torre del Chomune di Firenze per chonto della chonvenzione fatta chon detti Uficiali più tempo fa di dare loro libbre XII di cera di falchole e torchi perché loro si oblighorono di fare tenere netta tutta la via de’ Servi che non vi si venda per alchuno cera da ardere cioè chandele e falchole d’altra simile cera lavorata e saldorno dachordo detti Uficiali essere satisfatta e interamente paghata per detto chonto per tutto l’anno 1509 come apare al loro registro S a 210 e per poliza in filza”.
Archivio di Stato di Firenze – Corporazioni religiose soppresse dal governo francese 119 52 c.76r. Foto 037
Autori
Paolo Piccardi e Luciano Artusi