La guerra è un disastro per l’umanità ma lo è forse ancor di più per l’ambiente. Ad oggi si considerano non meno di duecentomila chilometri quadrati da sminare e qualunque calcolo fatto finora è da considerare la cifra minima, la base con cui quantificare, una volta che tutto sarà alle nostre spalle, quanto costerà al nostro pianeta l’invasione russa dell’Ucraina. La conta dei danni registrati finora ha compreso anche tre milioni di ettari di siti dell’Emerald Network, una rete paneuropea di aree di interesse speciale per la conservazione. Una chiara denuncia che ha fornito numeri è stata offerta dal ministro dell’ambiente ucraino, Ruslan Strilets, durante una presentazione al parlamento europeo a Strasburgo.
Dati alla mano, Strilets ha riportato con precisione e puntualità i dati ricavati da una stima dell’impatto degli oltre 2.000 casi di danni ambientali della guerra in Ucraina, registrati dal 24 febbraio ad oggi, relativi al disastro che la sua nazione sta affrontando e dovrà affrontare negli anni avvenire. Dei 36 miliardi calcolati finora, circa due terzi (24,6 miliardi) derivano dall’inquinamento atmosferico mentre la parte restante (11,4 miliardi) attiene al danneggiamento dei suoli, di cui quasi 8 miliardi per danni legati alle risorse idriche. In 7 mesi, il genio militare ucraino ha recuperato quasi 225 mila ordigni inesplosi a cui vanno aggiunte oltre 2.100 bombe sganciate dall’aeronautica russa; ciononostante, “200.000 km quadrati di territorio hanno ancora bisogno di essere sminati”, ha annunciato Strilets parlando in video collegamento con la commissione Ambiente dell’Europarlamento. Per avere un’immagine visiva, stiamo parlando di un’area pari a due terzi dell’Italia.
Ma non finisce qua purtroppo. A causa dei numerosi incendi che hanno colpito le foreste ucraine – per almeno un terzo del patrimonio forestale di Kiev – e dei numerosi depositi di petrolio e carburante e impianti industriali che sono stati attaccati, le emissioni in atmosfera hanno superato quota 67 milioni di tonnellate Mt, di cui 31 Mt, secondo Strilets, direttamente collegabili all’invasione militare russa. In questo caso guardare al futuro delinea un quadro ancora più cupo perché le emissioni che deriveranno dalla ricostruzione delle infrastrutture necessarie e degli edifici distrutti potrebbero arrivare a 79 Mt di CO2. La guerra è un distrastro ambientale assoluto e fatti oggettivi sul terreno lo dimostrano. Le Nazioni Unite hanno annunciato un’indagine indipendente per la valutazione dei danni ambientali procurati dall’intollerabile violazione del diritto internazionale realizzato con l’invasione dell’Ucraina e quel conto dovrà essere addebitato ai responsabili di questi scellerati guasti a livello individuale e collettivo.
Autore
Andrea Claudio Galluzzo