Il 6 giugno 1608, all’età di 77 anni, si spegneva a Firenze Bernardo Buontalenti. Fu uno dei geni fiorentini più poliedrici: architetto, pittore, scultore, ingegnere, scenografo e perfino gastronomo. Scampato da ragazzino al crollo della sua casa in Costa San Giorgio, che lo lasciò prematuramente senza famiglia, fu di fatto adottato dal Granduca Cosimo I de’ Medici, alla cui corte divenne allievo di Vasari e Salviati, oltre a crescere in sintonia con il figlio di Cosimo, il futuro Granduca Francesco I. Con Giorgio Vasari collaborò ai più importanti cantieri granducali, fra i quali quelli per il Palazzo degli Uffizi e per il Giardino di Boboli e, alla sua morte, gli succedette come architetto granducale.
Specializzato in ingegneria militare, progettò il Forte di San Giorgio in Belvedere che tutt’oggi sovrasta Firenze ed il Giardino di Boboli, nonché le mura di Napoli e delle città toscane di Pistoia, Prato, Grosseto, Portoferraio e Sansepolcro, ed il Fosso Reale con le fortificazioni del nuovo porto granducale di Livorno. Fra le sue opere ci ha lasciato alcune splendide ville medicee, come quelle di Castello, La Petraia, Artimino e Poggio a Caiano, il porticato dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova, la facciata della Basilica di Santa Trìnita e la scalinata monumentale del suo presbiterio (oggi spostata nella Chiesa di Santo Stefano al Ponte).
Tra le altre sue opere care ai fiorentini, ricordiamo anche la Fontana dello Sprone e la Grotta Grande del Giardino di Boboli, realizzata per accogliere i quattro Prigioni di Michelangelo, oggi conservati nella Galleria dell’Accademia. Come scenografo, realizzò i primi spettacoli pirotecnici, in occasione delle nozze di Maria de’ Medici. Per lo stesso evento, si curò anche del banchetto, stupefacendo gli ospiti con un innovativo dolce rinfrescante, chiamato sorbetto gelato. È quindi a questo incredibile personaggio dalle mille sfaccettature, che dobbiamo l’invenzione del gelato e la tradizione che ha portato in seguito ai Fochi di San Giovanni. La Parte Guelfa lo ricorda e gli rende onore nell’anniversario della morte.
Autore
Luca Amerighi