L’Arciconfraternita di Parte Guelfa è lieta di rendere noto il calendario del Corso Formativo per gli Aspiranti Cavalieri e Dame Ordinari di Parte Guelfa 2017/18 propedeutico all’ammissione alle Solenni Investiture 2018. L’ammissione è possibile non solo agli Aspiranti la cui domanda sia stata accettata ma anche gli Onorari che desiderino transitare nel ruolo di Ordinari mantellati. Chi non avesse ancora inviato la domanda di adesione è pregato di farlo al più presto scaricando e compilando i moduli sul sito https://www.parteguelfa.it/adesione e poi inviandoli a info@parteguelfa.it
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La Parte Guelfa ricorda con affetto Romano Passalacqua, esperta guida equestre e riconosciuto gestore di agriturismo, spentosi improvvisamente lo scorso sabato 3 Marzo 2018 nella sua amata montagna casentinese all’età di settant’anni. Vogliamo ricordarlo con grande affetto il caro Romano, uomo dotato di uno sguardo malinconico e di grande resistenza fisica, che accompagnava alla sua magrezza una voce la quale a volte diventava un vero ruggito. Quando parlava di cavalli era sempre in grado di insegnare qualcosa di speciale. Seguirlo per le faggete casentinesi era una vera esperienza di vita.
La Parte Guelfa porge l’ultimo saluto al marchese Uberto Bartolini Salimbeni e piange un simbolo della tradizione di Firenze. Ci ha lasciato all’età di 80 anni, il nobile fiorentino e storico Araldo della Signoria che faceva palpitare calcianti e spettatori con la sua voce inconfondibile che preannunciava l’imminente battaglia: “Ed or con tua licenza ordin darò che il campo sia sgombro da uomini e vessilli e di disporre a battaglia”. Per ben quattro decenni ha declamato queste parole sul tufo di Santa Croce. Dal 1976 al 2015 è infatti stato l’Araldo della Signoria, una delle figure più prestigiose e significative del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, colui che legge «la grida» al Magnifico Messere.
Piero Malvestiti nasce ad Apiro, in provincia di Macerata, il 26 giugno 1899, primo di dieci figli. Trasferitosi in Lombardia, ottiene il diploma di ragioniere. Partecipa in qualità di ufficiale alla prima guerra mondiale nella quale si distingue per eroismo e altruismo e dove gli è conferita la Croce al Merito. Subito dopo la Grande Guerra trova lavoro presso la Banca Popolare di Milano e frequenta un corso per catechisti cattolici sotto la guida di monsignor Francesco Olgiati. Ne segue un forte impegno nella propaganda religiosa che lo porta ad essere un costante oratore nelle Settimane Sociali che si svolgono nella diocesi milanese. Non manca di impegnarsi a favore del movimento operaio e nei confronti dei reduci di guerra. Da una parte infatti è un sindacalista bianco e, dall’altra, viene nominato segretario provinciale dell’Unione Nazionale Reduci di Guerra. In questo ruolo, per via delle prudenti posizioni assunte dall’associazione verso il fascismo, entra presto in contrasto con la dirigenza romana e fonda la Lega Lombarda Reduci di Guerra che è poi una delle prime associazioni sciolte dal regime.
La Parte Guelfa, Cavalleria della Repubblica Fiorentina, presente alla benedizione nella Basilica francescana di Santa Croce ha reso onore al Capitano della Cavalleria Fiorentina Giorgio da Santa Croce e Ufficiale della Compagnia delle Bande Nere, vittima degli imperiali il 16 Dicembre 1529 durante l’assedio di Firenze iniziato nel 1529 e concluso nel 1530. Il capitano fiorentino Stefano Colonna aveva pochi giorni prima assaltato con successo gli accampamenti imperiali di Santa Margherita a Montici.
Bando sulla Giostra del Giglio solita farsi annualmente in Piazza Santa Croce in onore di San Ludovico d’Angiò, patrono della Parte Guelfa, e di San Giovanni Battista, patrono della Città di Firenze.
Candidature dei Giostratori e dei Corsieri
L’Arciconfraternita di Parte Guelfa, organizzatrice dell’annuale Giostra del Giglio che si svolgerà Sabato 30 Giugno 2018 in Piazza Santa Croce a Firenze, dichiara ufficialmente aperte le candidature per gli aspiranti binomi.
La Porta Guelfa è presente nella carta di Firenze realizzata da Leonardo da Vinci che presenta la città agli inizi del XVI secolo in forma schematica e idealizzata. Purtroppo, nel Settecento, con un processo graduale, il Granduca Leopoldo I ovvero Pietro Leopoldo di Lorena, oltre ad azzerare molte tradizionali istituzioni fiorentine, aveva già smilitarizzato tutta la regione, lasciando un minimo esercito con funzioni puramente di rappresentanza, per cui tutte le strutture militari vennero abbandonate e solo in parte riconvertite.
I Capitani di Parte Guelfa decisero di conservare il loro archivio segreto in un cassone di marmo collocato nel luogo più sacro e inviolabile di Firenze ovvero presso la basilica della Santissima Annunziata, lo scrigno mariano dei fiorentini. Nel 1769 secolo la Parte Guelfa fu temporaneamente soppressa con mutuprorio granducale da Leopoldo I il quale riteneva erroneamente che avesse esaurito la sua funzione e, quando venne ristrutturato l’ambiente che ne conservava l’archivio, i marmi del cassone vennero utilizzati per realizzare il portale della sacrestia nuova, mantenendo a imperitura memoria, al centro del timpano, l’antico stemma di Parte Guelfa.
Il 20 settembre 1890, con i cantieri ancora aperti per ricostruire i palazzi in stile ecelettico nella piazza, venne inaugurato alla presenza del re, il monumento equestre a Vittorio Emanuele II, il quale diede il nome di allora alla piazza. Insieme ai palazzi che sorsero nella nuova piazza, sorsero anche i portici progettati da architetti allora molto in voga: Vincenzo Micheli, Luigi Buonamici, Giuseppe Boccini. A seguito di questa trasformazione, la piazza divenne una sorta di “salotto buono” della città; vi si affacciarono fin da allora palazzi signorili, alberghi di lusso, grandi magazzini ed eleganti caffè, tra cui il noto Caffè Le Giubbe Rosse, luogo d’incontro e di scontro di letterati ed artisti di grande fama.
All’interno del Duomo il popolo di Firenze vedeva storici testimoni della fede in Cristo: i santi raffigurati nelle vetrate, pale d’altare e sculture. Vedeva anche alcuni personaggi della propria storia, tra cui grandi militi che avevano condotto gli eserciti della Repubblica in battaglia: soldati professionali denominati appunto ‘condottieri’. La compresenza delle due categorie dentro la Cattedrale suggeriva un legame tra santità cristiana e virtus civica: tra la comunità ecclesiale e quella cittadina. E dunque in tale contesto la Parte Guelfa era sempre presente.