Parte Guelfa, istituzione che realizza attività ambientali e tradizionali e che svolge servizi di cerimoniale storico a cavallo a favore del Comune di Firenze sostenendo il gruppo Cavalleria Fiorentina del Corteo Storico della Repubblica di Firenze, si rallegra della dichiarazione del Ministero della Cultura il quale ha inserito tra i beni culturali il Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico. Il risultato è frutto di un lavoro conoscitivo svolto dalla Soprintendenza in collaborazione con l’istituto centrale per il patrimonio immateriale, i rappresentanti delle comunità cittadine, il Comune e l’Università di Firenze. “Il riconoscimento del valore culturale immateriale e materiale del corteo storico, espressione rituale vivente, di tradizioni, costumi, attori insieme alla manifestazione agonistica del Calcio storico“, ha spiegato la soprintendente Antonella Ranaldi.
“Un risultato importante per Firenze – aggiunge l’assessora alle tradizioni popolari Letizia Perini – ottenuto grazie all’impegno e alla professionalità di tutte le parti in causa. Il progetto portato avanti dal Ministero della Cultura per salvaguardare il corteo della Repubblica fiorentina e del Calcio storico valorizza un patrimonio secolare, garantendo un riconoscimento ufficiale delle nostre tradizioni e di tutti gli elementi e simboli collegati”. Ogni anno Firenze mette in campo una sfilata che apre al torneo dell’antico gioco del calcio in costume, rievocando la “partita dell’assedio” che si svolse il 17 febbraio 1530 nella Firenze repubblicana assediata dalle truppe di Carlo, atto di sfida e coraggio contro l’attacco delle truppe imperiali. La manifestazione, come la conosciamo oggi, venne inaugurata nel maggio 1930 con un corteo che vide il coinvolgimento di oltre cinquecento attori allo scopo di celebrare la realtà politica e civile della Firenze rinascimentale. Da allora (1930) si è svolta con continuità, contrassegnata da mutamenti ed elementi di persistenza.
Gli attori sociali, protagonisti del Corteo storico che apre la manifestazione, sfilano per il centro della città al ritmo di una marcia di tipo soldatesco, in rappresentanza degli organi politici ed economici della Firenze del Cinquecento. La sfilata accompagna i giocatori – detti calcianti – ed i rappresentanti degli storici quartieri dell’area metropolitana (Bianchi per il Quartiere di Santo Spirito, Azzurri per il Quartiere di Santa Croce, Rossi per il Quartiere di Santa Maria Novella e Verdi per San Giovanni) verso la piazza dove si disputano le giocate e si svolge la cerimonia di inizio. Le fogge di costumi e armature, la gestualità, l’interpretazione dei ruoli, le competenze e le tattiche sportive, il contributo musicale che animano la sfilata e le giocate sono frutto, dunque, di saperi tramandati di generazione in generazione, ulteriormente rivitalizzati all’interno di ciascun gruppo di appartenenza, grazie anche ai regolamenti e agli interventi operati nel tempo dal presidente del Calcio Storico e dal direttore del Corteo.
Questi, a sua volta, nella guisa del capitano delle Guardie del contado e del distretto, guida la sfilata e la cerimonia d’apertura in base ad una consolidata tradizione. La manifestazione che si snoda attraverso le vie e le piazze del centro storico non è solo una celebrazione di un evento fortemente evocativo per la comunità, ma una testimonianza viva del legame profondo tra la città e la sua memoria. E il Calcio Storico fiorentino, con le sue partite disputate ogni anno nel mese di giugno tra i quartieri storici, detti Colori, è ugualmente attestazione di un’eredità culturale frutto di valori condivisi e di coesione sociale.
Autore
Enrico Calì