Quando il 25 Luglio, festa di San Jacopo, o San Giacomo Maggiore, cade nel giorno di Domenica, l’anno in cui questo raro evento si verifica – sono al massimo 14 in un secolo – viene proclamato Anno Santo Iacobeo e dichiarato al mondo tramite l’apertura delle Porte Sante della Cattedrale di Santiago di Compostela in Spagna e della Cattedrale di San Zeno in Pistoia, le uniche due chiese al mondo a custodire le reliquie del primo Apostolo martire, Santo Protettore della Città di Pistoia.

Nella mattina di Domenica 25 Luglio 2021 una delegazione del Reggimento “San Lodovico” dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa, dietro invito di Sua Eccellenza il Vescovo di Pistoia, Mons. Fausto Tardelli, ha effettuato il servizio di Scorta d’Onore alle Autorità Ecclesiastiche durante la Santa Messa, presieduta eccezionalmente da Sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d’Europa e Arcivescovo Emerito della città di Genova, invitato personalmente dal Vescovo Tardelli a rappresentare la Santa Sede presso la città di Pistoia in una ricorrenza così importante per i Cristiani di tutto il mondo.

La Messa è terminata con la Benedizione Papale, impartita per volere di Sua Santità Papa Francesco tramite una delle cariche Ecclesiastiche a lui gerarchicamente più vicine, con la concessione dell’Indulgenza Plenaria per tutti i partecipanti in grazia di Dio. Al termine della celebrazione Eucaristica, la Scorta d’Onore di Parte Guelfa si è spostata ai lati della Cappella di San Giacomo, dove sono custodite le reliquie del Santo, attendendo l’arrivo del Vescovo e del Cardinale e la loro uscita al termine del loro raccoglimento in preghiera.

La rappresentanza di Parte Guelfa è stata infine invitata dal Cerimoniere di San Zeno a seguire le Autorità Ecclesiastiche nella Sagrestia, dove SE il Vescovo Tardelli ha presentato il nostro Ordine a SE il Cardinale Bagnasco, il quale ha espresso vivo e caloroso apprezzamento per la missione di salvaguardia del Creato propria del nostro Ordine, con l’invito a proseguire nel nostro cammino con umiltà, perseveranza e devozione. Le Dame e i Cavalieri di Parte Guelfa custodiranno per sempre nel cuore le parole di SE il Cardinale Angelo Bagnasco, pronunciate nella sua Omelia con l’amore e la fermezza di un Padre; ringraziandolo ancora con reverenza per il suo caloroso incoraggiamento a proseguire nella nostra Missione.

Un ringraziamento particolare è umilmente rivolto a SE il Vescovo Fausto Tardelli, per averci resi partecipi di questo straordinario evento e per la continua e paterna benevolenza di cui ci onora. Ai Cittadini e alle Autorità Civili va infine il nostro sentito ringraziamento per la splendida accoglienza che da sempre riservano alla nostra Arciconfraternita, per l’onore di averci consentito di fare ala al passaggio in Cattedrale del Corteo dei Quartieri Storici e per i sensi di amicizia e di condivisione dei comuni valori di tutela e salvaguardia del Creato, che uniscono il nostro Ordine alla Diocesi ed alla Città di Pistoia.

Autore

Marco Crisci


 

Omelia di S. Em. il Cardinale Angelo Bagnasco

«Che cosa ha da dire San Giacomo al nostro tempo? Possiamo apprendere qualcosa noi, che viviamo in una società sempre più veloce che tutto divora, esperienze, valori, affetti, energie e giorni? Noi che abitiamo il vortice dei cambiamenti, alla ricerca di una felicità vera piena senza fine? Può dire qualcosa all’uomo moderno assillato dall’idea di una libertà sempre più individuale, slegata, norma a se stessa? Ha ancora senso prestare attenzione a figure tanto lontane? Si, ha senso. Anzi, è ancora più necessario per il nostro tempo che a volte sembra pensarsi come l’inizio della storia e della civiltà!» «Erode fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni». Con queste parole – continua Bagnasco – il libro degli Atti descrive il suo martirio. Non deve sfuggirci però quanto segue: «vedendo che ciò era gradito ai giudei, fecero arrestare anche Pietro». Ecco dunque la ragione principale del martirio, della persecuzione: compiacere qualcuno che in quel momento è importante, ha potere, manipola l’opinione, governa il consenso. È, questa, non solo una ragione ingiusta ma anche gretta e meschina, che squalifica chi la pensa e chi la pratica! Non sembra di sentire descrivere il nostro tempo, che si proclama il libertario e tollerante, saggio e ed evoluto, mentre spesso segue le logiche del consenso e della manipolazione di una tolleranza intollerante verso tutto ciò che non si piega al pensiero unico? Si può chiamare libera e giusta tale cultura o non è piuttosto solo apparente?».

È questo un sistema programmato, pingue ed efficiente, che esprime un pensiero che, in nome di una assoluta autonomia individuale, uccide la vera libertà. Non si tratta in primo luogo di accondiscendenza morale, bensì di corruzione intellettuale, cioè di instillare idee rovesciate che rendono difficile riconoscere la verità così com’è e come deve essere, non come vorremmo che fosse. Di questa corruzione dovremmo tutti preoccuparci molto di più: la libertà infatti si nutre della verità, del bene e del giusto; concepisce l’essere umano in relazione agli altri come un sussistente desiderio di un ‘oltre’, che lo trascende verso una felicità piena, che non è nelle nostre mani, ma che dobbiamo invocare dall’alto.

Dobbiamo inoltre ribadire che fa parte della libertà vera innanzitutto la libertà religiosa, praticata e professata, sia in privato che nel democratico dibattito.

In un sistema illiberale è necessario, come San Giacomo e innumerevoli cristiani ieri e oggi, essere interiormente dissidenti e umilmente testimoniare, con la vita e la parola, la verità: essa si radica nella fede Cristiana e nella ragione umana, oggi sfiduciata a vantaggio delle individuali opinioni che allontanano dalla realtà».

Una realtà da vivere imparando dalla vita e dalla testimonianza di Gesù: «La gioia di Gesù non è superficiale come quella che il mondo promette ma non può mantenere: è la pace del cuore, che nasce dal sapere che Gesù ci precede in ogni situazione, lieta o triste. San Giacomo avrebbe potuto scendere a compromesso con i potenti di turno, avrebbe risparmiato la vita fisica ma avrebbe perso l’anima, avrebbe guadagnato il tempo a scapito dell’eterno, il presente incerto al posto del futuro certo. Invece ha resistito sul fronte della verità di Cristo e del Vangelo, non si è lasciato lusingare dai beni finiti e ha usato gli occhi della fede e ha visto l’infinito.

Cari amici, abbiamo oggi bisogno di recuperare questo modo di guardare le cose: la fede ci libera da una visione deformata, che dà peso a ciò che è apparenza e trascura ciò che è importante».

“Perché la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale”.

Nella lettera ai Corinzi, San Paolo spiega ciò che accade nel seguire Gesù sulla via della Croce, comunque si presenti: nella forma della persecuzione fisica o quella, oggi frequente, della derisione pubblica e privata e della calunnia.

Dobbiamo ricordare però che seguire il Maestro non è una questione morale, come si pensa, poiché il cristianesimo non è innanzitutto una forma alta di etica, né in primo luogo una nobile imitazione di Cristo. Infatti il discepolo, scrive Paolo, vive ogni cosa non solo con Lui ma in Lui, affinché anche “la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale”.

Non è una prospettiva disperatamente volontaristica, bensì qualcosa di infinitamente più alto e in un certo senso più semplice, sicuramente affascinante. Si tratta di lasciare entrare il Signore nella nostra casa, di spodestare ogni giorno il nostro io, così che possiamo amare Dio, per mezzo di Dio». Citando le parole di San Paolo, il cardinal Bagnasco ha concluso: «Siamo tribolati, ma non schiacciati; sconvolti ma non disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi; portando sempre dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo». Sia così per noi, cari amici: guardare Lui e lasciar trasparire il Suo volto. È ciò che conta, per il bene di tutti: lo chiediamo a San Giacomo per la Chiesa e la città di Pistoia, piccola Compostela d’Italia».