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Storia della Cavalleria

Cavalleria Medievale

 

 

STORIA DELLA CAVALLERIA

 

La classe guerriera si distingue fra il guerriero a piedi e il guerriero su un carro o a cavallo, giacché quest’ultimo è indice di un’élite fondata sul prestigio e sulla ricchezza. La valorizzazione dell’arma, del cavallo e di una casta dedita all’arte della guerra, porta lentamente alla creazione di una “nobiltà” guerriera che accompagna l’elaborazione di nuove tecniche di combattimento, di doveri, di diritti, di riti e di un codice d’onore specifico. L’antichità conobbe numerose forme cavalleresche. In Grecia (Spagna, Atene, Creta, Macedonia eccetera) la cavalleria è un’unità d’élite formata da cittadini fortunati capaci di provvedere al proprio armamento e occuparsi di un cavallo. Spesso essa sostituisce la guardia del re, come a Sparta (gli hippies), a Creta o in Macedonia con la cavalleria dei “compagni” del re (hetairoi), l’antica guardia nobile del capo supremo militare. All’epoca dei diadochi compare una cavalleria interamente corazzata, i catafratti, prefigurazione formale della cavalleria medievale. S’incontrano guardie reali a cavallo anche presso sciiti, ittiti, celti, in particolare la “cavalleria” nobile di Vercingetorige, che Cesare del De bello gallico chiama equites, e persiani, la famosa guardia del corpo di Ciro il Grande, i cui cavalieri erano muniti di piastroni con scaglie di bronzo. A Roma, il secondo ordine era formato dagli equites, i cavalieri, chiamati talvolta milites aurati per via degli speroni d’oro, simboli del loro stato, che ritroviamo ai piedi dei cavalieri medievali. La loro origine risalirebbe alla guardia a cavallo di Romolo, i celeres. Limitati nel numero, i cavalieri della Repubblica erano di solito reclutati in tutti gli strati sociali. Sotto l’Impero, diventare cavalieri presupponeva un reddito di 400.000 sesterzi. Erano concecssi loro alcuni privilegi: portare gli speroni, un anello, una tunica di porpora, mantenimento e cura del cavallo a carico dello Stato, posti riservati in manifestazioni pubbliche eccetera. All’epoca dei Gracchi, i cavalieri furono incaricati dell’amministrazione della giustizia e furono sottoposti a diversi obblighi: partecipazione a riti equini quali quello del 15 luglio, in cui cavalieri dovevano recarsi a cavallo al tempio di Marte, passaggio in rassegna da parte del censore ogni cinque anni, obbligo della cura del cavallo e delle armi ecc. Inoltre, un codice d’onore li obbigava, pena una degradazione ad esclusione dall’ordine, a condurre una vita pubblica e privata rigorosa, così come a mantenere le loro fortune. Tali principi, associati al ripristino delle armi virili legate alla consuetudine germanica e completati da precetti cristiani, costituiranno le basi della cavalleria feudale. Quest’ultima è l’erede diretta, attraverso l’antichità, del mondo protostorico degli indoeuropei con l’istituzione, sin dall’età dei metalli e perfino nel neolitico, della tripartizione funzionale della società in clero, guerrieri/nobili e lavoratori i futuri oratores, bellatores, laboratores della società medievale.

 

 

Origini della Cavalleria

La cavalleria ha origini germaniche tuttavia dal XIV secolo furono avanzate alcune ipotesi senza grande successo. Le principali teorie, che non evidenzieremo, furono tre: l’origine egiziana, l’origine romana, l’origine arabo-musulmana. Oltre le tre teorie appena esposte quella che, oggi, rimane largamente accettata dagli storici è la teoria germanica. Essa proviene da Tacito che, nella sua Germania, descrive una cerimonia nel corso della quale un adolescente nato libero riceve la framea (lancia) e lo scudo, lasciando l’infanzia per diventare adulto, quindi guerriero. Tacito allora conclude: questo è l’abito virile di quei popoli; questo è il primo onore della loro giovinezza. La comparsa di tale rito di passaggio con le più antiche vestizioni conosciute (XII secolo) è sorprendente: matrice simbolica comune, stessa brevità virile stessa natura profana del rito. La forma religiosa è ancora scarsa, mentre l’aspetto spirituale è presente nell’intimo guerriero. Nata nei secoli XI-XII, la cavalleria è scaturita dalla funzione di due gruppi dominanti delle società carolingia: il gruppo della nobiltà fondiaria, in cui la fortuna e i privilegi si trasmettono in modo ereditario, ma la cui vocazione non è militare, e il gruppo di guerrieri professionisti liberi, “uomini nuovi” cresciuti nella casa del signore. L’origine di tale cambiamento si deve alla crescita del prestigio delle armi, rafforzato da quello della vestizione valorizzata dalla Chiesa. Da allora in poi la cavalleria è inglobata nel vassallaggio, e si generalizza l’uso secondo il quale, per essere vassallo, bisogna essere cavaliere armato con la vestizione. La parola miles designa contemporaneamente il cavaliere, il combattente a cavallo, in nobile e il vassallo, il quale nominato miles noster dal suo signore. I privilegi della nobiltà divennero quelli della cavalleria e viceversa: privilegi militari (portare spada ecc.), fiscali (esenzione dalle imposte pubbliche, dalle consuetudines ecc.), giuridici (diritto processuale, giudizio dei pari ecc.) che venivano trasmessi ai figli del cavaliere.

 

 

Le fasi dell’investitura cavalleresca

La vestizione primitiva (IX-X secolo) rimane vicina al rito germanico, con una base sostanzialmente laica: il cavaliere riceve le armi, soprattutto la spada, senza una grande cerimonia, con raccomandazioni etiche e una breve preghiera. Il luogo po’ essere il cortile di un castello, a piazza di una città o un campo di battaglia. A partire dal X e XI secolo, aumentano la ritualizzazione e la sacralizzazione nella Chiesa, compaiono le prime forme di benedizione della spada, mentre si precisano le prescrizioni etiche. Il contenuto rituale deve molto alle liturgie utilizzate per le incoronazioni reali o imperiali. La preghiera d’investitura chieda a Dio di benedire la spada del cavaliere “perché essa si elevi a difesa della chiesa, delle vedove, degli orfani e di tutti i servi di Dio contro il flagello dei pagani”. Essa gli viene consegnata, dopo aver poggiato sull’altare durante la vigilia d’armi, dall’officiante in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ai quali si associano San Giorgio e San Michele. Tuttavia il rito rimane ancora semplice, poiché conserva la sobrietà virile delle origini. Nel XIII secolo la cristianizzazione del rito è totale: vi è la nascita di un rituale complesso, come rivela il pontificale del vescovo di Mende, in cui compare sotto forma di ordinazione un ottavo sacramento, dal contenuto profondamente etico e spirituale. La vestizione è quindi posta sullo stesso piano dell’ordinazione del prete. Il rito si compone di tre parti: la prima di tipo preparatorio (il digiuno, la confessione, la vigilia delle armi, ecc.); la seconda di consacrazione (la messa, la comunione, la benedizione, la consegna della spada benedetta, il bacio di pace ecc.); la terza la parte festosa. La vestizione comporta anche conseguenze determinanti su tre piani: giuridico (il nuovo cavaliere accede al mondo degli adulti e acquisisce maturità legale), sociale (il cavaliere sfugge alla tutela paterna e diventa un individuo dotato d’indipendenza totale), militare (può alzare bandiera e pennone, essendo stato investito del cingulum militiae).

 

 

Cavalleria e Nobiltà

Si deve far presente che cavalleria e nobiltà non hanno sempre coinciso. Fino al XII secolo non vi era confusione tra nobiltà e cavalleria, poiché quest’ultima non era ancora riservata alla prima. Esistono differenti livelli: l’alta nobiltà (nobilissimi milites) le cui origini risalgono a potenti e antiche stirpi di combattenti a cavallo; la media nobiltà (castellani e loro vassalli), i nobili e potenti cavalieri, che si assimilano progressivamente con la nobiltà nell’XI secolo; i semplici cavalieri, servitori armati dei precedenti (milites castri, gregarii, satellites, ecc.) che sono vassalli senza terre proprie, proprietari di allodio, vassalli rovinati, cavalieri servi dell’Impero.

 

 

La perdita dello Stato Cavalleresco

La grandezza cavalleresca è accompagnata da una contropartita infamante: la possibile perdita dello stato cavalleresco o degradatio militaris, talvolta chiamata “degradazione delle armi e nobiltà”. Essa viene inflitta ai cavalieri che hanno contravvenuto alle leggi non scritte ma reali della cavalleria, cavalieri “di cattivo comportamento, spergiuri e felloni” (crimini puniti con la morte nel medioevo, poiché turbavano l’armonia divina della società e implicavano la duplicità “diabolica”) oppure colpevoli del crimine di lesa maestà. Si possono aggiungere gli atti gravi (saccheggi di edifici religiosi, rinnegamento della fede cristiana ecc.).
Il motivo principale della perdita della cavalleria è legata soprattutto ad atti di tradimento militare e feudale.

 

 

Il Modello Cavalleresco

Padrone dei beni e degli uomini, almeno per i più potenti di loro, il cavaliere ha il dovere di essere il modello vivente di ciò che un uomo, sopratutto un guerriero, il quale conduce una “retta, bella e santa vita”, può produrre di più vicino alla perfezione.

 

Il Simbolismo dell’Armamento del Cavaliere

Ci limiteremo alle corrispondenze avanzate da San Paolo, che furono quelle del medioevo. Egli scrisse: “Per il resto, attingere forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma […] contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio […]. / State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagandare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello spirito, cioè la parola di Dio”. Queste corrispondenze paoline furono ristrutturate dagli esegeti medievali, che spesso diedero loro un contenuto soggettivo, e fu aggiunta una settima per metterle in accordo con le sette virtù cardinali e i sette doni dello Spirito.

Riportiamo qui di seguito le corrispondenze più comuni:

•    Elmo: la speranza, l’intelligenza , il pudore.
•    Corazza: la prudenza, la pietà, la protezione contro il vizio e l’errore.
•    Manopole: la giustizia, la scienza, il discernimento, l’onore.
•    Scudo: la fede, il consiglio, la protezione contro l’orgoglio, la dissolutezza e l’eresia.
•    Lancia: la carità, la saggezza, la retta verità.
•    Speroni d’oro: la temperanza, il timore di Dio e lo zelo della salvezza.
•    Spada: la forza, la parola di Dio, il coraggio, la potenza.

 

La Guerra, il Potere, il Prestigio

La cavalleria ha inciso profondamente nell’immaginario della cultura occidentale: ne è addirittura divenuta un’asse portante, uno di quegli elementi che non conoscono tramonto, destinato a rinascere dopo ogni passeggera eclissi. Eppure fin dal XII secolo si era annunciata la morte della cavalleria, col racconto della fine delle consuetudini della Tavola Rotonda. I cavalieri della realtà (con i loro problemi economici, le loro miserie quotidiane, le questioni di ingaggi mercenari, il loro correre di torneo in torneo alla ricerca di premi da mettere poi in pegno, oppure in vantaggiosi matrimoni…) non raggiunsero mai la perfezione dei loro modelli neanche ai temi d’oro della cavalleria. Tempi d’oro che, poi, non si sa bene neppure quando storicamente situare: pur ammesso che questo sia un problema plausibile sotto il profilo storico. Dall’altra parte la storia fiorentina conosceva una vicenda cavalleresca almeno dal secolo XII, che in parte era simile nella koiné cavalleresca europea. I milites (nel senso di combattenti a cavallo forniti di armatura pesante e di uno status legittimato da un rito iniziatico che li rende parte di una “corporazione” di guerrieri alla quale si accede per cooptazione) compaiono per tempo nella penisola italica come altrove. Possiamo individuarli già con chiarezza nell’XI secolo e a partire dalla età del XII cominciano (tanto nel regnum Italiae quanto nel regno siculo normanno) a essere oggetto di pesanti limitazioni dell’accesso alla dignità cavalleresca, diritto al quale tende a venir conferito solo a quelli che già potevano vantare in famiglia dei cavalieri. Si delineava pertanto la tendenza a restringere l’aristocrazia cavalleresca, che tate era di fatto, sino a farla coincidere con un’aristocrazia che tale fosse anche di diritto, una “nobiltà”. Ma il mondo cittadino, dove i discendenti della piccola e media aristocrazia militare provenienti dal contado si incontravano con il resto del ceto dirigente urbano dei boni viri, era restio alle chiusure di diritto. La dignità cavalleresca divenne con il Duecento indispensabile per accedere a cariche come quella del podestà e di Capitano del Popolo. C’erano vere e proprie dinastie (specie in regioni povere e rurali, come le Marche) di piccoli nobili che si può dire vivessero facendo il funzionario forestiero di professione nelle città comunali; e si creava così una complessa rete di consuetudini e di clientele. La funzione culturale che questi reggitori temporanei di governi assolsero anche involontariamente fu di contribuire alla diffusione e circolazione delle idee e dell’etica della cavalleria; valori questi di cui si occupa anche la trattatistica di regimine potestatis. Per definizione l’etica cavalleresca era ritenuta un qualcosa di gestibile a livello personale e il cavaliere era nelle sue espressioni letterarie una figura errante, un solitario. Ma la realtà era ben diversa: la condizione cavalleresca era profondamente sociale. Il cavaliere non affrontava la vita di professionista della guerra se non in “comitive”, o quanto meno scortato da un sia pur modesto seguito. Nelle città, la cavalleria era un affare di famiglia; e quando nella Firenze duecentesca le istituzioni popolane trionfanti porranno il cavalierato tra i segni caratteristici dell’appartenenza al ceto magnatizio, avranno ben le loro ragioni legate non tanto al rigore giuridico quanto ala realtà e allo stile di vita, al modo di comportarsi. Nelle città toscane come altrove tra il XII e il XIII secolo, il fattore discriminante tra l’essere e il non essere magnati era quindi il sapere e il poter combattere a cavallo, l’esercitare il diritto alla vendetta e alla guerra privata “… E parea la terra sua”, come diceva Dino Compagni del cavalier Corso Donati. Prima di tutto occorre chiarire un problema delicato che è, al tempo stesso, di terminologia e di periodizzazione. Parlare di cavalleria “comunale” non è lo stesso di parlare di cavalleria “cittadina”: non, almeno, quanto all’origine e alla provenienza dei milites e delle famiglie all’interno delle quali la dignità cavalleresca era di fatto consueto che si tramandava di generazione in generazione. Diciamo dunque cavalleria “comunale”: quanto alle sue origini e alla prima parte della sua storia, cioè all’XI e al XII secolo, solo alla fine di quest’ultimo, e meglio ancora nel successivo, essa si presenterà dotata di una sua fisionomia meglio precisabile, anche se certo non statica. Dobbiamo tener presente che la militia può avere varie origini. Nella sostanza diremmo che esse sono due: quella “feudale” dei milites inurbati provenienti dal contado; e quella invece, pur propriamente “cittadina”, dei milites in quanto combattenti a cavallo tenuti a mantenere a totali o parziali loro spese un equipaggiamento adeguato per la guerra cioè cavallo e armamento pesante. Le due qualificazioni di miles nobilis da un lato, di miles pro communi dall’altro, pur distinguendo due livelli di cavalierato, indicano peraltro due tipi di funzione congiunti da un’omogeneità di fondo: essi costituiscono due livelli della medesima militia. Il dato qualificante di tale omogeneità era appunto la militia: il combattere a cavallo, che non era solo l’espressione di una certa disponibilità economica e di una capacità tecnica cui potevano affiancarsi riconoscimenti e prerogative sul piano giuridico, ma anche la base sostanziale di un”genere di vita” e d’una visione del mondo appoggiata a un contesto culturale reciso fatto di riti e di contenuti etico-rappresentativi. La militia dei comuni toscani muta parecchio nella struttura sociale delle sue componenti e nel suo peso rispetto alla vita pubblica fra XI e XIV secolo: in essa tuttavia permane la distinzione fra chi è cavaliere e chi non lo è, fra chi detiene la dignità cavalleresca e chi non la detiene. Non va dunque sottovalutata né ridotta a pura indicazione di una stratificazione sociale la contrapposizione tra milites e pedites, sinonimo di quella, che appare più chiara e significativa, fra nobiles o maiores, e populus o minores. Sotto il profilo militare il populus combattente a piedi: il che è un combattere in modo subalterno segno appunto di una condizione sociale inferiore. Chi militat lo fa a cavallo: e la traduzione volgare di miles con la parola “cavaliere” lo conferma in pieno. Il discorso torna quindi per forza di cose sugli addobbamenti e sul loro valore, ancor prima che giuridico, mentale. L’addobbamento doveva sancire con il suo rituale l’appartenenza a un gruppo qualificato di un comune genere di vita e da comuni prerogative. Ma quando nel medioevo comunale venne a cessare, con il primo Trecento, l’identificazione fra nobiles e militia, il cingolo militare si rese disponibile anche per la gente di origine popolana. Il desiderio di armare e di essere armati cavalieri nasceva sempre e comunque da una profonda ammirazione per le glorie della cavalleria: per quanto si trattasse di glorie nella realtà assai raramente rinverdite dai mercanti e dai banchieri Déguisés en chevalier che indossavano il vaio e calzavano gli sproni dorati nella Firenze dei banchieri, dei mercanti e degli imprenditori.

 

 

Verso una Rifeudalizzazione Mentale

La stretta oligarchica imposta alla politica fiorentina a partire dagli anni Ottanta del XIV secolo arrestò  l’inflazione della dignità cavalleresca che era stata tipica del circa mezzo secolo tra il 1330 e il tumulto dei ciompi. Ora, l’esser cavalieri tornava a costituire uno status symbol preciso che, se non aveva più niente a che vedere con l’appartenenza al vecchio ceto magnatizio, seguiva in cambio l’adesione a un modo di vivere e di pensare, la concreta possibilità di spendere e una volontà di impegnarsi nella vita politica, diplomatica e sociale; ora significava entrare in un ambito elitario e dover condurre una vita adeguata al rango ostentato. Del resto, se il conseguir la dignità cavalleresca non era più cosa alla portata di molti com’era stato nel pieno Trecento, sugli insigniti della cintura di cavaliere forte si faceva soprattutto sentire il controllo della Parte Guelfa garante fra l’altro, se non di una “chiusura”, quanto meno di una severa limitazione dell’accesso di nuove famiglie alla cerchia dei casati oligarchici e pertanto del contenimento della mobilità sociale e della salvaguardia delle posizioni politiche acquisite.

 

 

Far Cavalieri a Firenze

Il significato dell’ordine cavalleresco. Secondo alcuni la nobiltà medievale e moderna si sarebbe configurata, al suo nascere, proprio col fatto che a partire da circa la metà del XII secolo si era profilata un po’ in tutta Europa la tendenza alla “chiusura” del ceto cavalleresco. I milites, i cavalieri, erano quelli che potevano e sapevano combattere a cavallo, pesantemente armati, all’interno delle comitive guerriere al servizio di questo o di quel signore. Per far un cavaliere e mantenerlo efficiente occorrevano un lungo tirocinio avviato già sin dall’infanzia, un continuo addestramento e soprattutto un cospicuo gruzzolo di denaro sufficiente a provvedere alle copiose spese per le armi, i cavalli e il mantenimento di un pur modesto seguito. In un certo senso il sistema feudale si era andato strutturando proprio per assicurare anzitutto la sopravvivenza e la sicurezza: quindi manteneva e sosteneva quel ceto cavalleresco che ne costituiva la difesa per quanto a ciò fossero connessi caratteri di arbitrio e di violenza. Ai cavalieri si richiedevano doti fisiche quali la forza il coraggio e la destrezza, il cui livello era controllato per mezzo del continuo esercizio cui essi si sottoponevano. Era poi necessario un sistema socio-economico che provvedesse al mantenimento dei guerrieri: e nel corso XII secolo taluni mutamenti impostisi nel panorama economico avevano messo in crisi l’intera compagine feudale. In tali condizioni i monarchi del tempo avevano dovuto restringere le norme di annessione alla dignità cavalleresca. Secondo la tradizione, infatti, poteva accedere al cavalierato chiunque dimostrasse di essere degno; ma da circa la metà del XII secolo solo gli appartenenti a famiglie che vantassero già tra i loro membri dei cavalieri avevano a loro volta il diritto di conseguire la cintura e gli sproni dorati, simbolo della dignità cavalleresca. Fu nel regno di Sicilia, in quello di Inghilterra e nell’impero germanico che queste limitazioni si imposero per prime.

 

Storia Cavalleria Comunale

Si potrebbe suddividere la storia della cavalleria comunale, tra XII e XIII secolo, in tre fasi distinte:

1.    La prima si aprì verso la fine del XII secolo, con la chiusura dell’accesso alla dignità cavalleresca. Fino ad allora, nella pratica, qualunque uomo libero, dotato di forza fisica e ricco quanto bastava per mantenere armi e cavalli poteva ambire a essere cooptato nella militia, la quale non era né un sodalizio chiuso garantito da norme giuridiche né una corporazione professionale. Si diventava cavalieri quando tali si era “consacrati” da altri cavalieri, cioè da altre persone che avevano a loro volta ricevuto questo tipo di consacrazione. L’addobbamento com’era detta in italiano questa cerimonia (dal germanico dubban “colpire”, latinizzato in dubbare, da cui il francese antico aduber), aveva un carattere laico: la sua sacralità era amministrata da guerrieri e non includeva alcun ricorso a pratiche sacramentali amministrate dal clero. Soltanto la fine del XIII secolo la Chiesa – nell’ambito della quale pur si benedicevano solamente dall’Alto Medioevo le armi destinate ai principi e ai novi milites, così come si benedicevano gli arnesi da lavoro, i campi, i raccolti dei contadini e tutto quello che doveva esser messo al riparo dal Maligno – accolse definitivamente nel novero dei sui sacramentalia l’ordinatio novi milites, cioè l’addobbamento. Fino alla metà del XII secolo aveva avuto valore il principio della cooptazione, sulla base della quale ogni cavaliere poteva creare un nuovo cavaliere a seguito di una semplice cerimonia principalmente costituita da due gesti: primo, la consegna della spada appesa ad una cintura; secondo, un colpo dato con il palmo della mano o con il piatto della lama d’un altra spada tra la spalla e la nuca (la collée, la “collata”, la “giuttonata” o la “gotata”) e accompagnato da un abbraccio. Ma con il trascorrere del tempo i sovrani si erano appropriati del diritto di far cavalieri: già negli anni Quaranta del XII secolo il vescovo Ottone di Frisinga, parente e biografo di Federico I, si stupiva che ne comuni lombardi si facesse cavaliere chiunque, senza badare alla condizione sociale. La pratica denunziata da Ottone, che a noi potrebbe sembrare più “moderna”, era in realtà arcaica: le aristocrazie cittadine del Regnum Italiae erano restate fedeli al principio della cooptazione di nuovi cavalieri, praticamente ignorando la chiusura del ceto militare.

2.    La seconda fase del processo si aprì quando, nell’ultimo quarto del XIII secolo, le organizzazioni popolane degli imprenditori, dei banchieri, dei mercanti e dei produttori cittadini contesero e strapparono nelle città il potere ai rappresentanti del ceto magnatizio, i quali erano in parte discendenti delle vecchie famiglie di rango militare che possedevano beni immobili in città e nel contado e di quelle schiatte consortili che attorno ad essi si erano costituite. Ora, dato che la dignità cavalleresca era intesa come segno distintivo ed esclusivo di quei casati, l’esser cavaliere o avere all’interno della propria famiglia qualcuno insignito tale significava appartenere ai magnati: per questo, con gli Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella del 1293, chi fosse insignito della dignità cavalleresca era allontanato da taluni organi della partecipazione al governo comunale. Tuttavia l’esser cavaliere era necessario per accedere ad alcuni pubblici uffici, quali quello del Podestà o di Capitano del Popolo. D’altra parte il nome stesso della cavalleria, il fascino delle imprese ad essa legate e il fasto delle cerimonie d’addobbamento erano un richiamo molto forte er molti esponenti dei ceti emergenti di origine imprenditoriale o mercantile i quali, benché detentori della ricchezza mobile e immobile, erano privi di un passato glorioso o comunque di una tradizione familiare cui rifarsi. Essi cercavano di imitare lo stile di vita del ceto magnatizio; ambivano quindi indossare la cintura e a calzare gli sproni dorati di cavaliere e a condurre un genere di vita immerso nel lusso e nel fasto. 

3.    La terza ed ultima fase della storia della cavalleria comunale corrisponde pertanto all’approvazione da parte del Popolo del diritto di far cavalieri in deroga alle chiusure giuridiche sostenute dalla normativa imperiale. In Firenze, i “cavalieri di Popolo” si affiancarono a quelli della Parte Guelfa, l’organizzazione che garantiva la fedeltà di Firenze alla linea politica del papa e della monarchia angioina di Napoli e nella quale esponenti delle vecchie famiglie magnatizie guelfe figuravano accanto a rappresentati del Popolo Grasso della fazione cosiddetta “guelfo-nera”. Il Popolo e la Parte Guelfa finirono nel corso del Trecento col pretendere di essere de facto – insieme al Comune – le fonti della dignità cavalleresca. Tale pretesa fu custodita e difesa molto gelosamente. Di frequente la dignità era conferita a giovani di ricche e di illustri famiglie fiorentine da personaggi esterni di alto lignaggio, come re o principi: quando ciò accadeva, il neo cavaliere doveva richiedere al Comune i riconoscimento del suo nuovo titolo e giurare fedeltà alla magistratura fiorentina affinché la dignità conferita avesse valore anche nell’ambito fiorentino. In questo periodo la città la fazione appaiono strettamente connesse. Nel corso del XIV secolo, ai valori originari si aggiunse il rapporto di lealtà cavalleresca verso il re o verso il principe. Al pari di queste monarchie, anche le città comunali si erano ormai assunte il potere di elargire la dignità cavalleresca pretendendo in cambio che la fedeltà alla patria (fedeltà al ceto dirigente della fazione egemonica) divenisse a sua volt un valore cavalleresco. Detto questo si deve analizzare quali erano i luoghi dell’investitura cavalleresca. Se nei regni le cerimonie avvenivano in chiesa e il novello cavaliere era addobbato presso il pulpito: luogo dove si predicava e si mostravano le reliquie, quindi adatto alla presentazione alla popolazione del nuovo miles. Nelle città comunali abbiamo spesso delle eccezioni e anche a Firenze spesso al posto del pulpito c’era un parallelo laico. Gli addobbamenti avevano spesso luogo alla “ringhiera”, cioè alla balaustra del palazzo dei Priori, nel caso si prendesse il titolo di cavaliere dalla Signoria, ma anche il Comune, il Popolo e la Parte Guelfa conferivano il titolo equestre. Per quel che riguarda la cerimonia di addobbamento a Firenze le notizie le riceviamo da Franco Sacchetti, vissuto nel XIV secolo, e da Francesco Filarete, vissuto nel XV secolo. Grazie ai loro scritti sappiamo che a Firenze alla cerimonia il cavaliere andava vestito di “una vesta verde con maniche larghe foderata di pelle si gli gli è di verno, et le maniche e ‘l sopraspalle di nastro d’oro. La berretta verde o di panno o di drapo, con una ghirlanda d’ulivo con qualche foglia dorata sopra la berretta. Le calze verde solate. La cintura verde si seta. La detta veste à essere cinta al cavaliere con uno bello stochetto a lato”.

 

 

 

 

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Formazione Culturale

Dante liber

 

 

FORMAZIONE CULTURALE

 

Per aderire pienamente all’Arciconfraternita è necessario ricevere l’investitura a Cavaliere o Dama di Parte Guelfa, dopo specifico percorso formativo culturale, etico e religioso disposto dal Consiglio di Credenza col contributo dell’Arcidiocesi di Firenze e del Consiglio Feste e Tradizioni Fiorentine. Divengono membri della Parte Guelfa coloro la cui domanda di ammissione sia definitivamente accettata con voto unanime dal Capitani di Parte Guelfa ed è necessario che ciascun aspirante sia presentato da due padrini. I requisiti per appartenere alla Parte Guelfa sono: praticare vita cristiana, aver compiuto il diciottesimo anno di età, essere moralmente incensurato e tenere un comportamento corretto ed educato, non far parte di associazioni o movimenti in contrasto con la morale cristiana ed aver corrisposto le tasse di ammissione. Gli aderenti, una volta scelto il Quartiere di appartenenza, non potranno mai più cambiarlo. Solo il Consiglio di Credenza potrà determinare, in via eccezionale, modifiche di appartenenza dei membri. Ad ogni singolo aderente sono richiesti, per il ruolo che riveste ed in quanto rappresentante della città di Firenze e della Parte Guelfa, comportamenti ed atteggiamenti seri ed adeguati. Qualora ciò non si verificasse lo stesso sarà soggetto a sanzioni da parte del Consiglio di Credenza come previsto dal presente statuto. La Parte Guelfa partecipa al suffragio, alle esequie ed alla sepoltura dei propri membri. Le attività di volontariato sono prestate a titolo personale, spontaneo e gratuito.

 

 

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Sedi

Parte Guelfa sigillo


SEDI

 

Palagio di Parte Guelfa 4

PALAGIO DI PARTE GUELFA

L’Arciconfraternita ha sede istituzionale presso il Palagio di Parte Guelfa in Piazza di Parte Guelfa 1 a Firenze ed opera nell’ambito territoriale dell’Arcidiocesi di Firenze con potestà di istituire Confraternite in ogni Diocesi della Chiesa Cattolica. Il Palagio dei Capitani di Parte Guelfa è un vasto complesso monumentale il cui nucleo storico è situato nel cuore di Firenze e fu sede del quartier generale dell’Ordine di Parte Guelfa, ovvero del partito papale di Firenze. Ogni anno vi si svolgono le Investiture Solenni e la Festa delle Insegne di Parte Guelfa.

 

 

Palazzo Borgherini Rosselli del Turco firenze

PALAZZO BORGHERINI ROSSELLI DEL TURCO

L’Arciconfraternita ha sede didattica centrale presso il Palazzo Borgherini Rosselli del Turco in Borgo Santi Apostoli 19 a Firenze, sede della European School of Economics, edificio storico commissionato nel 1507 dalla famiglia Borgherini a Baccio d’Agnolo su terreni acquistati dagli Altoviti e sull’ultima porzione esistente del cimitero del Limbo. Il Palazzo, completato nel 1530, è costruito a ridosso dell’antica chiesa di Santi Apostoli. Oltre ai corsi formativi annuali, la Parte Guelfa vi realizza le Adunanze Generali.

 

 


ZOWORKING

L’Arciconfraternita ha sede didattica multimediale presso ZoWorking in via Bruschi 128 a Sesto Fiorentino, modernissimo centro polifunzionale concepito e realizzato da Plast Pack Packaging, azienda della famiglia Caselli, leader nel settore della logistica, del packaging e dell’e-commerce. Si tratta di un complesso innovativo a livello tecnologico che, oltre alle postazioni di lavoro, include sale riunioni, spazi per eventi, sfilate e convention, showroom, aree per la formazione, un bar ristorante e due reception.

 

 

 

Visarno

SCUDERIE DI PARTE GUELFA

L’Arciconfraternita ha sede operativa pressole Scuderie di Parte Guelfa all’Ippodromo del Visarno gestito dal concessionario Sanfelice della famiglia Meli. Il più grande impianto ippico fiorentino nacque nel 1847 a breve distanza dai prati del Quercione, dove si svolsero le prime gare equestri a Firenze ed ebbe la funzione di catalizzatore per la passione genuina dei toscani verso il cavallo e le corse. L’impianto ha attraversato poco meno di due secoli di storia, di guerre e di trasformazioni socio-culturali profonde. Firenze e la Toscana possono esser considerati un’autentica culla dell’ippica italiana.

 

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Formazione Marziale

 

Paolo-Uccello

 

FORMAZIONE MARZIALE

 

La formazione marziale dei Cavalieri della Repubblica Fiorentina è curata da gruppi interni detti Squadroni organizzati in base alle mansioni e alle specialità praticate dall’Arciconfraternita, la quale raccoglie l’antica eredità equestre della Parte Guelfa, la più gloriosa delle magistrature fiorentine. Ogni Squadrone di Parte Guelfa è coordinato da un capo gruppo detto Lancia Spezzata. Gli Squadroni si occupano di realizzare i corsi di addestramento per la formazione dei Cavalieri e delle Dame di Parte Guelfa che svolgono funzioni a cavallo o a terra.

 

 

 

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Storia della Parte Guelfa

Parte Guelfa primo cortile di Palazzo Vecchio

STORIA DELLA PARTE GUELFA

L’Ordo Partis Guelfae, ovvero l’Ordine dei Cavalieri di Parte Guelfa di Firenze, inizialmente denominato Societas Partis Ecclesiae, venne formalmente istituito grazie al beato Papa Clemente IV nel 1266 con la concessione dei sigilli e delle insegne papali. Privato delle proprie funzioni con il motuproprio granducale di Pietro Leopoldo I di Toscana del 22 giugno 1769, ma mai soppresso dall’autorità pontificia, venne riattivato, in base all’ordinamento repubblicano, con la denominazione di Arciconfraternita di Parte Guelfa, con atto pubblico del 25 marzo 2015, ricorrenza dell’antico Capodanno Fiorentino, in virtù dell’antico possesso di stato giuridico in Firenze, con la benedizione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e con l’approvazione statutaria di Dario Nardella, sindaco della città. Parte Guelfa, grazie all’approvazione del nuovo statuto da parte dell’istituzione comunale avvenuta il 26 luglio 2015 si è aperta al mondo accogliendo aderenti di ogni nazionalità e confessione religiosa, ed è tornata in attività occupandosi in via preminente di salvaguardia ambientale e di tutela delle tradizioni equestri legate alle antiche manifestazioni fiorentine come la Giostra del Giglio, la Giostra di Madonna Libertà, la Fiorente, il Palio dei Cocchi, il Calcio storico, lo Scoppio del Carro ed altre. I membri dell’Arciconfraternita Parte Guelfa, sono denominati Confratelli e Consorelle e la sede istituzionale è stabilita presso lo storico Palagio dei Capitani di Parte Guelfa in Piazza di Parte Guelfa a Firenze.

Almeno sin dalla metà del Duecento – da quando cioè le fonti ne rendono possibile lo studio – le parti guelfa e ghibellina di Firenze appaiono come formazioni abbastanza aperte e permeabili tanto all’adesione di nuovi membri quanto all’abbandono degli antichi fautori. Dopo la caduta dell’ultimo regime ghibellino ed il definitivo passaggio del Comune al campo guelfo, avvenuto nel 1266, la fazione imperiale registrò, con ogni probabilità, un numero massiccio di defezioni, che la indebolirono progressivamente, trasformandola in una piccola comunità di fuoriusciti, senza alcuna chance di rivalsa e spesso proiettati verso interessi e terre lontani dalla città di origine. Nel 1280, tuttavia, gli accordi stipulati con i guelfi sotto l’egida della Chiesa e grazie alla mediazione del Cardinal Latino Malabranca consentirono il ritorno dall’esilio di molti ghibellini, dietro garanzia della cancellazione di bandi e condanne e del riconoscimento dei diritti politici, questi ultimi ratificati mediante l’instaurazione di un regime bipartitico. In effetti solo poche casate fedeli agli Imperatori – invero le più autorevoli e rappresentative – rifiutarono la pacificazione, preferendo vivere fuori dalla madrepatria e condurre una lotta senza speranza, anziché sottomettersi, mentre molte altre famiglie già loro alleate furono velocemente cooptate nel governo dei Priori delle Arti, espressione delle corporazioni bancarie mercantili e manifatturiere, che in breve tempo sostituì l’artificiosa ed effimera costruzione voluta dal Cardinal Latino. Il processo di assimilazione di guelfi e ghibellini in un nuovo ceto dirigente proseguì sino ai primi anni del Trecento, allorché la divisione del fronte guelfo tra bianchi e neri riportò in auge le antiche differenze. La vittoria dei neri, propugnatori di un guelfismo estremo, sui bianchi, maggiormente propensi all’intesa con i sostenitori dell’Impero, provocò la cacciata di questi ultimi ed il loro ulteriore avvicinamento ai ghibellini ribelli, cui fecero seguito violenze e devastazioni in molte zone del territorio fiorentino ed assalti contro castelli e centri fortificati. Sebbene il governo cittadino non corresse mai un vero pericolo di essere sovvertito, fuori dal circuito delle mura urbane la situazione rimase critica almeno sino al 1308, quando scomparvero gli ultimi esponenti radicali dei neri e la vita politica riacquistò una parvenza di normalità. Il progressivo sbandimento dei ghibellini ed il loro reintegro – seppur parziale – nelle attività pubbliche riprese dopo la fine dell’oltranzismo guelfo, ed anzi, paradossalmente, trasse nuovo impulso dalle crisi manifestatesi in occasione della discesa in Italia dell’Imperatore Arrigo VII di Lussemburgo e del tentativo egemonico di Castruccio Castracani Antelminelli da Lucca, rispettivamente negli anni Dieci e Venti del Trecento, allorché i rettori cittadini avvertirono la necessità di dividere il fronte degli avversari adottando un atteggiamento conciliante e varando un’amnistia generale, dalla quale furono esclusi soltanto gli oppositori irriducibili. La strategia ebbe successo, ed in un modesto lasso di tempo consentì il logoramento della parte estrinseca, di cui rimanevano sporadiche tracce ancora agli inizi degli anni Quaranta, ma che di fatto era venuta meno al termine degli anni Venti in concomitanza con la morte del Castracani e con la partenza del successore del defunto Arrigo VII, ovvero l’Imperatore Ludovico IV di Baviera. In sostanza è possibile affermare che a Firenze il dualismo tra guelfi e ghibellini, già decaduto alla fine del Duecento, venne superato in via definitiva nei primi decenni del secolo successivo, come indica altresì la scomparsa della Parte Ghibellina, le cui ultime attestazioni certe sono di poco posteriori alla pace del Cardinal Latino, e la parallela istituzionalizzazione della Parte Guelfa, esistente in forma autonoma sin dai tempi dell’esilio e formalmente riconosciuta dagli statuti del 1322. Occorre sottolineare come in tale contesto scomparvero le leggi specifiche disponenti l’esclusione dei ghibellini dalle magistrature cittadine, senza dubbio emanate sin dal 1266 e probabilmente cassate nel 1280, a seguito degli accordi sanciti dal legato pontificio, per lasciare il posto ad una congerie di norme che riservavano l’esercizio degli uffici pubblici ai soli guelfi, tra i quali, però, erano annoverati molti antichi seguaci della fazione imperiale, ormai del tutto redenti. Questo quadro di soluzione della dicotomia tra le parti e di assimilazione degli ex ghibellini nel ceto dirigente comunale, tuttavia, cambiò bruscamente nel corso degli anni Quaranta, per effetto di un mutamento drastico ed imprevisto dello scenario politico. Nel 1342, infatti, il regime di stampo oligarchico, che sin dal 1308 aveva retto la città, entrò in una crisi irreversibile, culminata con il ricorso ad una signoria temporanea affidata ad un principe angioino. La caduta di quest’ultimo, avvenuta nel 1343, determinò la nascita di un governo allargato, nel quale, accanto ai membri del patriziato cittadino – numericamente in minoranza – confluirono anche esponenti delle arti minori ed individui e famiglie di recente immigrazione, alterando in tal modo i tradizionali rapporti di forza e gli equilibri interni. Per un breve periodo, corrispondente al quinquennio 1343-1348, gli esecutivi rispecchiarono nella composizione e nella conduzione questo nuovo stato di cose, finché lo scoppio dell’epidemia di peste nel 1348 – la celeberrima Morte Nera – non causò la morte di molti dei novi homines recentemente abilitati alla guida del Comune, consentendo, o, meglio, favorendo, una ripresa degli oligarchi, da qualche anno in ombra, ed il loro reinserimento, in quantità cospicua, nelle borse da cui venivano tratti i nominativi dei magistrati cittadini. Gli esiti di questa riforma elettorale, dal carattere assolutamente straordinario, si manifestarono appieno nei tre decenni successivi, durante i quali si fronteggiarono due schieramenti abbastanza definiti negli intenti, anche se eterogenei nella composizione: l’uno favorevole al patriziato e ad una conduzione politica ristretta, nonché contrario alla partecipazione di immigrati recenti ed artefici minuti alla cosa pubblica, e perciò descritto come “oligarchico”, l’altro sostenitore di un ceto dirigente allargato e comprendente nuovi cittadini ed uomini immatricolati nelle corporazioni minori, e quindi  convenzionalmente definito “democratico”. Al quadro generale così delineato – invero già di per sé alquanto complesso – occorre altresì aggiungere le attività di due fazioni, guidate dalle famiglie degli Albizi e dei Ricci e formate dai loro alleati ed accoliti, le quali per il ventennio che va dagli anni Cinquanta agli anni Settanta supportarono rispettivamente il fronte oligarchico e quello democratico. Vari indizi, poi, dimostrano che, almeno dal 1347, gli oligarchi si erano stretti attorno alla Parte Guelfa, già in antiquo roccaforte dell’aristocrazia e dei magnati, prendendone di fatto il controllo ed imponendosi sui guelfi moderati, bendisposti verso il fronte democratico, e talvolta esponenti di quella posizione, per conferire nuovi poteri all’associazione e renderla quanto più possibile autonoma ed indipendente dal Comune. Tale indirizzo, perseguito con grande costanza per quasi trent’anni, ebbe come scopi principali il risanamento economico della Parte, il suo affrancamento dalla giurisdizione delle magistrature cittadine, e, soprattutto il ripristino delle leggi contro i ghibellini. Quest’ultimo obiettivo, ottenuto sin dalla fine degli anni Quaranta ed accompagnato dalla rinascita di un guelfismo intransigente, era stato pensato dagli oligarchi in funzione di una strategia esclusoria volta contro gli avversari democratici, i quali, accusati in modo più o meno strumentale di essere ghibellini, ovvero discendenti di fautori dell’Impero, potevano essere proscritti ed estromessi dalla politica attiva. Il revival del massimalismo guelfo ebbe successo sia grazie alle pressioni esercitate dai Capitani di Parte sugli esecutivi comunali quanto in virtù di una complessa crisi nelle relazioni fra stati, che vide l’emergere di un concreto pericolo per l’indipendenza di Firenze rappresentato dall’espansionismo dei Visconti di Milano, in passato vicari degli Imperatori. In effetti l’applicazione delle norme contro i ghibellini, demandata agli organi giudiziari del Comune, non ebbe grandi sviluppi, poiché i processi per ghibellinismo, avviati su denuncia sia di ufficiali della Parte Guelfa che di privati cittadini, ad essa legati o meno, furono pochi, oltre che concentrati nell’arco di un venticinquennio e, soprattutto, risolti per lo più con sentenze assolutorie. Giova ricordare come gli stessi uomini della societas guelforum fiorentina esitassero a farsi promotori di tali accuse nelle corti comunali, forse perché ben consapevoli dell’influenza in ambito giudiziario della Signoria, non sempre a loro favorevole, e come parimenti agissero anche i privati. Del resto l’analisi prosopografica degli imputati in questi procedimenti indica che solo un’esigua minoranza aveva avuto legami con l’antica pars Imperii, o con suoi sostenitori, e sempre mediante vincoli familiari vecchi di una o più generazioni, dimodoché è possibile affermare che la legislazione antighibellina era realmente un’arma politica degli oligarchici contro i democratici. La scarsità di risultati nell’offensiva giudiziaria rivolta contro questi ultimi convinse infine i partecipi ad introdurre una nuova pratica esclusoria, di maggior efficacia perché totalmente demandata all’arbitrio degli ufficiali guelfi: l’ammonizione. La nuova procedura poteva colpire tanto singoli individui quanto intere famiglie e consorterie, era basata su una valutazione insindacabile dei Capitani di Parte e di altri membri dell’associazione scelti ad hoc, ed aveva importanti riflessi in campo legale poiché rivestiva il valore di prova nei processi per ghibellinismo. Grazie alle ammonizioni, comminate per un ventennio a partire dal 1358, allorché vennero impiegate per la prima volta, centinaia di persone ed intere consorterie persero i diritti politici, venendo così eliminate dalla contesa per le cariche pubbliche, ed in svariate occasioni l’attività dei governi fu piegata al volere dei partefici, che non ebbero remore a minacciare apertamente la proscrizione dei membri di quegli esecutivi. Come è facile immaginare, gli aderenti allo schieramento democratico tentarono di limitare lo strapotere degli uomini della Parte e di arginare l’oltranzismo guelfo che gli oligarchici propugnavano, ma la tattica di aumentare il numero e di alterare la composizione degli uffici della societas guelforum, originariamente adottata su iniziativa dei Ricci, si dimostrò prima inutile, mercé l’attento controllo degli scrutini operata dagli avversari, ed infine inapplicabile, quando, agli inizi degli anni Settanta, l’associazione divenne completamente autonoma ed indipendente dal Comune. Soltanto l’avvio di una forma parallela di esclusione extragiudiziale, ovvero l’inserimento nel novero dei magnati – e la conseguente perdita della rappresentanza nei collegi degli esecutivi – di quei popolani che avessero assunto comportamenti sopraffattori e violenti, o che di simili crimini fossero stati denunciati e ritenuti colpevoli dalle autorità cittadine, valse a contrastare il diffondersi delle accuse di ghibellinismo e delle ammonizioni. È opportuno sottolineare come l’introduzione di tale provvedimento cadesse nel 1372, in uno dei momenti di massimo fulgore della Parte Guelfa, ma anche nell’anno che vide l’emarginazione dalle principali magistrature comunali dei vertici delle famiglie Albizi e Ricci, le quali, alleandosi, avevano posto fine alla lotta di fazione, determinato un pericoloso accentramento di potere, e lasciato privo di una guida riconosciuta i democratici. Nonostante la reazione di questi ultimi, la seconda metà del decennio registrò una recrudescenza di ammonizioni ed un acuirsi dello scontro con gli oligarchici raccolti attorno alla società dei guelfi fiorentini, finché, nel 1378, la tensione giunse al culmine, ed una Signoria di ispirazione democratica, vista l’impossibilità di giungere ad un’intesa con i partefici in materia di proscrizioni, decise un rafforzamento degli Ordinamenti di Giustizia e delle norme contro i magnati. Dinanzi alla prospettiva di essere definitivamente emarginati dalla vita politica i guelfi estremisti risposero con un colpo di mano, cosicché alcune centinaia di loro si riunirono armati presso il Palagio di Parte, ma infine desistettero da ogni iniziativa violenta e fuggirono dalla città. La defezione degli oligarchi segnò la fine del predominio della Parte Guelfa e delle attività esclusorie che attorno ad essa ruotavano, ma precedette di poco anche la caduta del regime, in auge sin dal 1343, rovesciato poche settimane dopo dal  tumulto dei ciompi.

parte guelfa definitivo per sfondi bianchi

Parte Guelfa

Giubileo Guelfo


PARTE GUELFA

La Parte Guelfa di Firenze, istituita grazie a Papa Clemente IV nel 1266 e dopo l’interruzione seguita alla soppressione con motuproprio granducale del 22 Giugno 1769, in virtù dell’antico possesso di stato giuridico in Firenze, con la benedizione di Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e con il consenso di Sua Eccellenza Dario Nardella, Sindaco di Firenze, è stata ricostituita con Atto Pubblico del 25 marzo 2015 e giuridicamente ristabilita come Arciconfraternita, ovvero associazione di volontariato. Il 26 Luglio 2015, Festa di Sant’Anna, patrona delle Arti Fiorentine, riceve l’approvazione formale del Sindaco di Firenze.

Sindaco Firenze a Parte Guelfa

La Parte Guelfa, onorando l’incarico conferitole da Cosimo I de’ Medici nel XVI secolo, si adopera oggi per la protezione delle risorse naturali e paesaggistiche attraverso un vasto servizio di salvaguardia ambientale, si impegna nella protezione e nella valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche, si adopera per la valorizzazione delle tradizioni popolari con speciale attenzione a quelle cristiane e si adopera per la custodia delle istituzioni ecclesiastiche. Parte Guelfa realizza attività di utilità ambientale, culturali, tradizionali, ludico-sportive, religiose e didattiche. Gli appartenenti sono denominati Confratelli e Consorelle e si obbligano alla testimonianza costante delle virtù cristiane di carità e fraternità nei comportamenti e nelle opere come contributo alla formazione delle coscienze secondo l’insegnamento del Vangelo e promuovono con autentico spirito ecumenico il dialogo e la collaborazione con le altre Chiese cristiane sotto la guida e l’assistenza della Chiesa Apostolica Romana. La Parte Guelfa non persegue scopi di lucro, né fini politici.

L’Ordo Partis Guelfae è costituito di Cavalieri e Dame in un solo grado gerarchico. Console di Parte Guelfa, Capitani di Parte Guelfa sono incarichi elettivi pro tempore come tutte le altre cariche oggetto di nomina del Consiglio di Credenza. I Cavalieri e le Dame sono creati dal Console di Parte Guelfa attraverso speciale cerimonia di investitura. Le ammissioni dei Cavalieri e delle Dame sono decretate dal Consiglio di Credenza con apposito diploma firmato dal Console e dai Capitani e munito del sigillo della Parte Guelfa. L’Arcivescovo di Firenze ha facoltà di concedere, a sua discrezione ed in casi particolari, Motu Proprio, ammissioni nella Parte Guelfa, informandone il Consiglio di Credenza. La domanda di ammissione deve essere fatta dall’interessato sempre per iscritto e rivolta al Consiglio di Credenza. Il confratello espulso o dimissionario perde ogni diritto acquisito, spirituale e materiale. Possono essere ammessi come confratelli onorari soltanto coloro che si siano resi grandemente benemeriti della Parte Guelfa.

I requisiti per appartenere alla Parte Guelfa sono: praticare vita cristiana, aver compiuto il diciottesimo anno di età, essere moralmente incensurato e tenere un comportamento corretto ed educato, non far parte di associazioni o movimenti in contrasto con la morale cristiana ed aver corrisposto le tasse di ammissione. Per aderire all’Arciconfraternita è tassativo ricevere l’investitura a Cavaliere o Dama di Parte Guelfa, dopo specifico percorso formativo culturale, etico e religioso disposto dal Consiglio di Credenza col contributo dell’Arcidiocesi di Firenze e del Consiglio Feste e Tradizioni Fiorentine. Divengono membri della Parte Guelfa coloro la cui domanda di ammissione sia definitivamente accettata con voto unanime dal Capitani di Parte Guelfa ed è necessario che ciascun aspirante sia presentato da due padrini. Gli aderenti, una volta scelto il Quartiere di appartenenza, non potranno mai più cambiarlo. Solo il Consiglio di  Credenza potrà determinare, in via eccezionale, modifiche di appartenenza dei membri. Ad ogni singolo aderente sono richiesti, per il ruolo che riveste ed in quanto rappresentante della città di Firenze e della Parte Guelfa, comportamenti ed atteggiamenti seri ed adeguati. Qualora ciò non si verificasse lo stesso sarà soggetto a sanzioni da parte del Consiglio di Credenza come previsto dal presente statuto. La Parte Guelfa partecipa al suffragio, alle esequie ed alla sepoltura dei propri membri. Le attività di volontariato sono prestate a titolo personale, spontaneo e gratuito.

 

Struttura

 

ORGANI CENTRALI
Adunanza Generale
Consiglio di Credenza
Senato
Segreteria di Credenza
Stato Maggiore
Commissioni
Reggimenti

 

ORGANI TERRITORIALI
Capitolo
Luogotenze
Collegi
Balivati

 

REGGIMENTI

Reggimento
“SAN FRANCESCO”

Squadrone Dragoni
Squadrone Esploratori
Squadrone Cacciatori
Squadrone Ciclisti
Squadrone Canottieri
Squadrone Elicotteristi
Squadrone Sommozzatori

 

Reggimento
“SAN GIORGIO”
ASD Parte Guelfa

Squadrone Giostratori
Squadrone Guide
Squadrone Aurighi
Squadrone Ospitalieri
Squadrone Terapisti

 

Reggimento
“SAN LODOVICO”
Compagnia di San Lodovico e della Parte Guelfa

Squadrone Pellegrini
Squadrone Oblatori

 

Reggimento
“MARZOCCO”

Squadrone Dignitari
Squadrone Cavalleggeri
Squadrone Lancieri
Squadrone Armati
Squadrone Staffieri
Squadrone Arcieri
Squadrone Falconieri
Squadrone Dragoni di Toscana

 

 

Mission

Parte Guelfa sigillo

MISSION

Honoring the task conferred on it by Cosimo I de ‘Medici in the sixteenth century, Parte Guelfa works today for the protection of natural and landscape resources through a vast service of environmental protection, works for the enhancement of popular traditions with special attention to Christian ones and works for the custody of ecclesiastical institutions. Parte Guelfa carries out cultural, traditional, recreational-sporting, religious, didactic and environmental useful activities. The Guelph Party carries out pastoral and worship activities under the guidance of an ecclesiastical assistant called Cappellano Maggiore and is committed to the custody and protection of the environment starting from the city parks and, in particular, from the Cascine Park in Florence, the city in which it has origin and where its operational headquarters are located at the Visarno Hippodrome. Parte Guelfa works to encourage and guarantee the correct application of the provisions on the protection of the environment, flora and fauna and carries out, through a permanent surveillance service, a surveillance activity, by ascertaining violations of administrative offenses , of the regulations and integrated single plans of protected natural areas, as well as by reporting cases of environmental degradation and the related causes to the competent authorities. Parte Guelfa engages in training activities aimed at education, participating in environmental awareness and information programs in schools and promoting information on environmental regulations.

Parte Guelfa works for the enhancement of green areas by competing with the competent institutions in the recovery and promotion of environmental heritage and culture and makes itself available to safeguard it in order to deal with environmental emergencies. The following are also activities of the Guelph Party: the execution of honor services during audiences and receptions of the Archdiocese and the protection, if required, of the Archbishop during events or travel; the celebration of particular acts of devotion in honor of St. Louis of Anjou, patron saint of the Guelph Party; the formation of members in the practice and witness of Christian life with pilgrimages and itineraries of faith and through catechetical courses and moments of community prayer; the recovery, development and promotion of ludic-sporting traditions historically carried out by the Guelph Party, such as the Giostra del Giglio, the Giostra di Madonna Libertà and the Fiorente; the enhancement, custody and conservation of cultural and landscape heritage and traditions; the realization of permanent or temporary initiatives for the human and social growth of the members; the care of the dignity of worship and the animation of liturgical celebrations; solidarity with the needy with works of material and spiritual mercy in a Christian vision of life and stable collaboration with the Catholic Church for the implementation of pastoral action plans of diocesan communities and other apostolic initiatives. Devotion to St. Louis of Anjou, Bishop of Toulouse and belonging to the Order of Friars Minor, is also implemented in leading a life attentive to respect for creation and creatures, in fullness with the Franciscan spirit that descends directly from the work of Saint Francis of Assisi, founder of the Friars Minor and patron saint of Italy, who left a text of great environmental sensitivity in the Canticle of the Creatures. So much so that the Holy Father Pope Francis took it up again in the encyclical “Laudato sii”, which can well represent a moral guide in working effectively to protect the environment. The Franciscan spirit, as well as in the attention to the environment, is also found in the ecumenism that distinguishes the Guelph Party.

 

parte guelfa definitivo per sfondi bianchi

Statute

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GUELPH PARTY

Ordo Partis Guelfae

 

STATUTE

 

ACT OF APPROVAL

The Holy Father Clement IV, on February 26 of the year of the Lord 1266, kindly deigned to approve the establishment of the Florentine Guelph magistracy and to grant his insignia to the consuls of the knights of the Guelph Party of Florence.

 

MOTTO

“Cor unum et anima una”
Acts 4.32

 

COLORS

The White of Faith, the Green of Hope and the Red of Charity.

 

SIGNS

“In silver, with a red eagle groping a green dragon and surmounted by the Florentine lily”

 

GREETING

The battle cry of the ancient Guelph cavalry “Marzocco! Marzocco! Marzocco! ” it is the greeting that is addressed to the civil and religious authorities and to the symbolic places of the Guelph Party, as well as an expression of unity among the members of the Archconfraternity.

 

PREMISE

The Guelph Party, a political and military institution built in the 13th century, has become a magnificent Archconfraternity founded on the sentiments of charity and on the fraternal relations between its members. Fraternity is equality in the difference where each is himself. Participating in the activities of the Guelph Party means acquiring humility, charity and awareness of the role and tasks entrusted to carry them out in the best possible way for the good of each and every one. The ancient and inseparable bond of fidelity to the Supreme Pontiff is manifested in the Guelph Party through the custody of ecclesiastical bodies and responsibility towards all components of the Church.

 

CHARISM

The Guelph Party, originating from a martial judiciary, is constituted as a hierarchically structured Order and defines its actions through discipline, generosity and courage, for the protection of creation and for the custody of the Church and traditions. Any person who does not have the firm will to perfect himself in life, following these intentions, can never become a brother or sister of the Guelph Party. The zeal to renounce in the society of abundance, the effort for the protection of nature, the generous commitment for the weakest, the courageous struggle for justice and peace are the characteristics of the Guelph Party.

 

LEGAL STATUS

The Guelph Party, after the interruption following the suppression with a grand ducal motuproprio of 22 June 1769 and by virtue of the ancient possession of legal status in Florence, with the blessing of His Eminence Most Reverend Cardinal Archbishop Gualtiero Bassetti, President of the Italian Episcopal Conference, and with the statutory approval of His Excellency Dario Nardella, Mayor of Florence, it is reconstituted with a Public Deed of 25 March 2015, Florentine New Year, and is legally re-established as an Archconfraternity, or a voluntary association.

 

MISSION

The Guelph Party is committed to the protection and enhancement of natural and landscape resources, works for the enhancement of popular traditions, with special attention to Christian ones, and works for the custody of ecclesiastical institutions. The members are called Brothers and Sisters and are obliged to bear constant witness to the Christian virtues of charity and fraternity, in their behaviors and works, as a contribution to the formation of consciences according to the teaching of the Gospel, and they promote dialogue and dialogue with an authentic ecumenical spirit. collaboration with other Christian Churches under the guidance and assistance of the Roman Catholic Apostolic Church. The Guelph Party does not pursue profit or political purposes.

 

ACTIVITIES

The Guelph Party carries out activities of environmental, traditional, recreational-sporting, religious, cultural and educational value. Honoring the task conferred on it in the 16th century by Cosimo I de ‘Medici, Grand Duke of Tuscany, the Guelph Party works for the protection of natural and landscape resources through a vast environmental protection service, created through its own department specifically formed and called Dragoni of Tuscany. The Archconfraternity is committed, in particular, to the custody and protection of city parks and natural reserves and works to encourage and guarantee the correct application of the provisions on the protection of flora and fauna by creating the permanent surveillance service, with the detection of administrative offenses and violations of regulations in protected natural areas, as well as by reporting cases of environmental degradation and, where possible, the related causes to the competent authorities. Parte Guelfa engages in training activities aimed at environmental education, participating in awareness programs in schools and promoting information on environmental regulations; acts for the enhancement of green areas, competing with the competent institutions in the recovery and promotion of environmental heritage and culture, and takes action jointly with the Civil Protection authorities to deal with environmental emergencies. The Guelph Party carries out equestrian ceremonial services in favor of the Municipality of Florence, constituting the Cavalleria Fiorentina group of the Historical Parade of the Florentine Republic, coordinating it and providing for its needs. The Archconfraternity carries out pastoral and worship activities under the guidance of the Prior General and the Chaplain Major and performs services of honor during ecclesiastical audiences and receptions, doing its utmost for the protection, where required, of religious personalities during events or trips. The Archconfraternity deals with the recovery, development and promotion of playful-sporting traditions historically created by the Guelph Party, such as the Giostra del Giglio and the Giostra di Madonna Libertà; the enhancement and conservation of ecclesiastical cultural heritage and traditions of religious and popular origin; the care of the dignity of worship and the animation of liturgical celebrations in the Rectories of Orsanmichele and San Carlo dei Lombardi in Florence and of Santo Stefano in Serravalle Pistoiese. The Guelph Party carries out activities of solidarity towards the needy with works of material and spiritual mercy in a Christian vision of life, in stable collaboration with the Catholic Church for the realization of the pastoral action plans of the diocesan community.

 

CULT

The magnificent Part Guelph Archconfraternity, while admitting the faithful of every religious confession among its members, is an institution of Christian origins and inspiration. In memory of the historical events that led to the pontifical recognition of the association of the knights of the Guelph Party and the formal attribution of the seals and insignia of Pope Clement IV, the Archconfraternity annually celebrates the anniversary of February 26, the anniversary of the Battle of Benevento 1266, as well as the feast of Sant’Andrea di Firenze, Florentine bishop of the IX century. On that date, confreres and sisters of the Guelph Party held the Guard of Honor in the Rettoria di San Carlo in Florence and commemorate the papal approval with the Ceremony of the Insignia. The Feast of the Insignia of the Parte Guelfa was established on the first following Saturday, with the renewal of the Oath of Loyalty by the Knights and Dames in Piazza San Giovanni in Florence and the distribution of the “Berlingozzo” to the citizens in the Palagio di Parte Guelfa .

The Archconfraternity also celebrates particular acts of devotion in honor of St. Louis of Anjou, Patron of the Guelph Party since 1318, and carries out the formation of members in the practice and witness of Christian life with pilgrimages and itineraries of faith and through catechetical courses. and moments of community prayer. Devotion to St. Louis of Anjou, Bishop of Toulouse and belonging to the Order of Friars Minor, is also implemented in leading a life attentive to respect for creation and creatures, in fullness with the Franciscan spirit that descends directly from the work of Saint Francis of Assisi, founder of the Friars Minor and patron saint of Italy, who left a text of great environmental sensitivity in the Canticle of the Creatures. So much so that the Holy Father Pope Francis took it up again in the encyclical “Laudato Si”, which can well represent a moral guide in working effectively to protect the environment. The Franciscan spirit, as well as in the attention to the environment, is also found in the ecumenism that distinguishes the Guelph Party. On the occasion of the Solemnity of San Ludovico d’Angiò, which is celebrated every 19 August, the Archconfraternity celebrates the anniversary in Serravalle Pistoiese, the only town in Tuscany where the saint is patron, at the Church of Santo Stefano.

 

MEMBERS

The Ordo Partis Guelph is made up of Knights and Dames in three degrees of service: Consul of the Guelph Party, Captain of the Guelph Party, Knight or Lady of the Guelph Party. The Knights and Dames are created by the Consul of the Guelph Party through a special investiture ceremony. The admissions of Knights and Dames are decreed by the Council of Belief with a special diploma signed by the Consul and by the Captains and bearing the seal of the Guelph Party. The Supreme Pontiff of the Roman Catholic Apostolic Church, the Prior General, the Chaplain Major and the Consul of the Guelph Party have the right to grant, at their discretion and in particular cases, Motu Proprio, honorary admissions to the Archconfraternity, informing the Council of Belief. The expelled or resigned confrere loses all acquired spiritual and material rights. Only those who have made themselves highly meritorious of the Guelph Party can be admitted as honorary confreres. All personal titles, however named, indicated in this Statute are exclusively internal service titles that refer to the ancient denomination of the respective functions and do not in any way constitute the recognition of a public honor or a noble title.

 

REQUIREMENTS FOR ADMISSION

The requirements for admission to the Guelph Party are to have reached the age of eighteen, to be morally clean and to have a correct and polite behavior, not to be part of associations or movements in contrast with Christian morality and to have paid the admission fee. Once the members have chosen the district they belong to, they will never be able to change it again. Only the Council of Belief can determine, on an exceptional basis, changes in the membership of the members. Only those who have received the investiture will be eligible for positions of responsibility in the Archconfraternity. Every single member is required, due to the role he holds and as a representative of the Guelph Party, serious and adequate behavior and attitudes. If this does not occur, the same will be subject to sanctions by the Council of Belief, as required by this statute, through the Disciplinary Commission according to the provisions of the Code of Ethics of the Guelph Party. The members of the Guelph Party who have held positions of responsibility in the Archconfraternity have the right to claim the title of Emeriti at the end of their mandate. The Guelph Party participates in the suffrage, funeral and burial of its members, with the consent of the family members. Where requested, the members of the Guelph Party can also perform ceremonial services in the ecclesiastical context, on the occasion of the celebration of the Sacraments of the Brothers and Sisters, such as marriage, baptism of children, farewell of close family members. They can also request the use of the Rectories of San Carlo and Orsanmichele for these celebrations. For weddings, participation can also be requested in civil proceedings. Voluntary activities are provided on a personal, spontaneous and free basis.

The Confreres and Sisters who are members of the Archconfraternity belong to the following roles:

Aspirants
Ecclesiastics
Honorary Knights and Dames
Ordinary Knights and Dames, divided into the ranks of Knights of Arms and Knights of Corredo.

 

ADMISSION

Those wishing to join the Guelph Party Archconfraternity must be presented by one or two godfathers or godmothers and submit a specific written request addressed to the Council of Belief which, having assessed the requisites of the applicant, unanimously resolves admission to the period of aspirantate. The Aspirant, having accepted his application and paid the annual membership fee, participates in the cultural, ethical and religious training course arranged by the Council of Belief, without which he will not be admitted to investitures. The period of aspirantate has a duration of not less than six months and not more than four years, at the end of which, at their sole discretion, the Captains of the Guelph Party unanimously resolve the definitive acceptance of the application and the admission of the Aspirant to the solemn investitures. Those admitted as honoraries and ecclesiastics do not carry out an aspirantate and are not required to pay the annual membership fee. The Aspirant, at the time of investiture, is created a Knight or Lady and becomes an Ordinary member.

 

RANKS

The Knights and Ordinary Dames are divided into two ranks: Knights of Arms, those who actively volunteer in the Archconfraternity; Cavalieri di Corredo, those who, although in compliance with the annual membership fee, cannot actively lend themselves for valid reasons. such as health, lack of time or excessive distance. Only Knights and Dames of Arms are eligible for the rank of Captain of the Guelph Party and can hold positions of responsibility such as those of Secretary of Belief, Superintendent General, Chancellor and others whose role is deemed relevant by the Council of Belief.

 

PRIVILEGES

The Ordinary can suspend the insignia of the Order of the Guelph Party to his family arms. If he does not possess a coat of arms, the assignment of the knighthood of the Guelph Party gives the ordinary honors the right to create a heraldic coat of arms. The Consul, Captains and Chaplains can quarter their coat of arms with that of the Order, and retain the title of Emeriti at the end of their mandate. The Council of Belief may possibly grant exceptional uses of the signs, which are always the subject of personal non-transferable concession.

 

GUELPH PARTY INVESTITURES

It is up to the Consul of the Guelph Party to create Knights and Dames, or to carry out the investitures and, in his absence, by implicit delegation, to the Captain of the Guelph Party who holds the office of Captain General. The solemn investitures of the Guelph Part take place in the historic rooms of the Palagio dei Capitani di Parte Guelfa according to the ancient Florentine rite of knightly investiture, which provides for the ceremonies of the oath, the signature and the decoration, and are preceded by the preparatory Vigil of the Arms. held in Orsanmichele. The oath, in the traditional formula, is taken collectively in the Sala del Camino and, subsequently, signed individually in the Sala dei Capitani before the Credenza Council. The decoration takes place in the Brunelleschi Hall, by individual call, by the Consul and the Captains and with the participation of the Knights and Dames. It is the duty of the Knights and Dames to participate in meetings, ceremonies, religious functions, as well as in the spiritual, charitable and voluntary activities promoted by the Guelph Party.

 

COUNCIL OF BELIEF

The Council of Belief is the highest organ of the Guelph Party and is composed of the Consul, who has steering functions, and the Captains, with deliberative and executive functions, who exercise the powers conferred by this statute. For the accomplishment of their duties, the Captains of the Guelph Party can establish offices useful for every need and avail themselves of the collaboration of a variable number of experts selected as needed. The Council of Belief meets no less than once every two months, but may, at any time, be convened if any of its members deem it necessary. Board offices can be re-elected without limits and the Credenza Board remains in office for five years.

 

CONSUL

The Consul of the Guelph Party directs its activities, has the right to participate and speak in all meetings and can guide and moderate the Captains of the Guelph Party. He is elected by the Captains among the highest personalities of the Guelph Party and can be re-elected. The Honorary Title of Excellence is attributed to the Consul of the Guelph Party.

 

CAPTAINS OF GUELPH PARTY

The Captains of the Guelph Party are elected by the General Assembly of members with a secret vote in the number of five and make up, with the Consul, the Council of Belief. They have the power to appoint the Secretary of Belief, the Camerlengo, the Curator, the Herald, the Vessillifero, the Priors of Pecunia, the Part Judge, the Guelph Party Armed Forces, the Board of Judges, the Notary, the Judges and Field aides, as well as the other offices provided for by the statute. The Captains direct and regulate the performance of all activities of the Archconfraternity, indicate the meetings, establish regulations and penalties for each member. The Group Leader of the Florentine Cavalry, or the representative of the Archconfraternity at the Historical Parade of the Florentine Republic, is elected from among the Captains and his mandate is linked by contemporaneity to that of the Captains themselves. With the end of the legislature of the Guelph Captains of the Party, the Cavalry Group Leader also lapses. Each Capitano di Parte Guelfa receives the honorary treatment of Don.

 

CAPTAIN GENERAL

The Captains of the Guelph Party annually elect the Captain General from among themselves, who performs the functions of the legal representative or the President of the Archconfraternity, and manages the agenda in the Council of Beliefs and in the General Assembly.

 

CAPTAIN MAJOR

The Captains of the Guelph Party annually elect the Captain Major from among themselves, who performs the functions of Vice-President of the Archconfraternity, replacing the Captain General in his absence, with the same full powers regarding the legal representation of the Archconfraternity.

 

CAPTAIN LIEUTENANT

The Captains of the Guelph Party annually elect the Captain Lieutenant from among themselves, who performs the functions of coordination of the Lieutenancies and Colleges of the Guelph Party in Italy and in the world.

 

CAPTAIN CHAMBERLAIN

He is appointed, among them, by the Captains of the Guelph Party to oversee all economic matters and, having received the approval of the Council of Belief, appoints the Governor, the Provveditore General and the Bursar to assist or replace him where and when necessary.

 

CAPTAIN ENGINEER

He is appointed, among them, by the Captains of the Guelph Party to supervise every operational issue, after receiving the approval of the Credenza Council, he appoints the Architect and the Lieutenants for Logistics, Maintenance and Custody as well as all the others in charge of ordinary activity. and extraordinary part of the Guelph Party to assist or replace him where and when necessary.

 

SECRETARY OF BELIEF

He is appointed by the Guelph Party Captains with organizational duties and carries out the function of drawing up all the minutes of the meetings of the Credenza Council and of the General Meetings. It acts as a link between the Credenza Council and the general staff of the persons in charge of the various services and can be assisted by Attendants for organizational purposes.

 

GOVERNOR

He is appointed by the Camerlengo to provide for the economic and administrative management of the Archconfraternity.

 

GENERAL PROVIDER

He is appointed by the Camerlengo to provide for the financial collection necessary to cover the needs of the Archconfraternity.

 

ECONOMIST

He is appointed by the Camerlengo and takes care of the accounting records in order to provide the Camerlengo and the Credenza Council with the information necessary to exercise the control and decision-making functions in economic and financial matters, as well as for the preparation of the report.

 

CHANCELLOR

He is appointed by the Captains of the Guelph Party to manage some relations with public institutions.

 

PROVVEDITORE FOR THE ARTS

He is appointed by the Captains of the Guelph Party to establish and manage relations with the productive and professional categories or with the set of people who carry out an economic or public or private activity.

 

SEAL KEEPER

It is appointed by the Guelph Part Captains to guard the seals of the Guelph Party.

 

HERALD

He is appointed by the Captains of the Guelph Party and acts as the first attendant of the Consul and of the Credenza Council which usually assigns him special assignments.

 

AQUILIFERO

He is nominated by the Guelph Captains with the task of parading the golden eagle, a living emblem of the Guelph Party, in processions and processions.

 

BANNER

He is appointed by the Captains of the Guelph Party to manage the insignia of the Guelph Party on every public occasion and appoints two Standard Bearers to assist or replace him.

 

CONSTABLE

He is appointed by the Captains with the role of moderator of the Senate of Captains. The Constable of Parte Guelfa enjoys the privilege of parading, on horseback and wearing armor or chest of arms, at the head of the group in public events in which the Parte Guelfa participates with equidae, including those of the Historical Parade of the Republic Fiorentina.

 

PECUNIARY PRIORS

They are appointed by the Captains of the Guelph Party and have the function of verifying the work of the Camerlengo at least once a year.

 

PRIOR GENERAL

He is a Bishop of the Roman Catholic Apostolic Church appointed by the Belief Council of the Guelph Party, as the spiritual guide of the Archconfraternity, and indicates its addresses of a liturgical and religious nature.

 

MAJOR CHAPEL

He is a priest indicated by the Catholic Church at the request of the Guelph Party Captains and is entrusted with the service and religious assistance at the Rectories of San Carlo dei Lombardi and Orsanmichele, ecclesiastical seats of the Guelph Party in Florence.

 

ALMONER

He is appointed by the Captains to provide for the charitable works of the Guelph Party, with the contribution of the funds raised by the Oblators. He responds to the Board of Credence, through the Captain Camerlengo, and is authorized by this for the individual operations.

 

ARMED KNIGHTS

The Guelph Party Armed are the body that carries out all security activities during the events in which the Guelph Party is called to participate. They are appointed and commanded by the Captains of the Guelph Party and must follow their provisions. The Armed are an expression of the authority of the Belief Council.

 

DIGNITARIES

The Dignitaries of the Guelph Party constitute the group of officials in charge of the Guelph Party. They are appointed and commanded by the Captains of the Guelph Party and must follow their provisions.

 

DECANS

The Deans of the Guelph Part are senior members who carry out the function of guidance at the Colleges of the Guelph Part and of assistance during the events.

 

STIRRUPS

The Staffieri di Parte Guelfa constitute the department that assists horses and riders during the events in which the Parte Guelfa is called to participate. They are appointed and commanded by the Captains of the Guelph Party and must follow their provisions.

 

SENATE OF THE CAPTAINS

The Senate of the Captains is composed, in addition to the Consul and the Captains in office, by the Consuls and Captains Emeritus of the Guelph Party, as well as by Honorary Captains or by other members appointed for merit by the Council of Belief. It meets at least four times a year with consultative functions and expresses general non-binding opinions for the Council of Belief and is moderated by the Constable of Parte Guelfa. It can be convened at any time by the Council of Belief also on specific issues for which it is deemed appropriate to seek the opinion of the Senate. Each member is called a Guelph Senator and ceases to be part of the Senate of Captains if he is not in compliance with the annual membership fee or is no longer part of the Archconfraternity.

 

BOARD OF JUDGERS

The Judges are appointed in number of three by the Council of Belief and perform the function of the jury in the events where it is necessary.

 

NOTARY

The Notary is appointed by the Board of Credence at the same time as the Board of Judges and draws up and records all deeds of the Guelph Party relating to tenders or public events.

 

MASTER, JUDGES AND FIELD HELPER

The Master of the Field is appointed annually by the Guelph Party Captains and is the highest authority during the carrying out of traditional recreational events organized by the Guelph Party. He is assisted in all his functions and represented in all his authority by two court judges. The Maestro di Campo makes use of four Helpers of the Field, one for each historic district of Florence. The Field Master enjoys the privilege of parading in armor at the head of the District Captains.

 

GRAND CEREMONIER

He is appointed by the Captains of the Guelph Party for the ceremonial of the Guelph Party on every public occasion and appoints a Master of Ceremonies to assist or replace him.

 

MASTER GENERAL

The Master General is appointed by the Council of Belief as cultural manager of the Guelph Party and takes care of the formation of the members of the Archconfraternity.

 

RECTOR

The Rector of the Guelph Party, appointed by the Captains, has the task of coordinating the annual training course for Aspirants, on the indications of the Council of Belief and the Master General.

 

ORDERER

The Authorizing Officer of the Guelph Party, receiving a mandate from time to time by the Council of Belief, is responsible for organizing and coordinating cultural events that go beyond the ordinary programming by preparing and providing for what is necessary for their realization.

 

CERUSIC

He is the veterinarian, preferably a hippiatrist, appointed by the Captains as responsible for ensuring the psychophysical health of the equidae, checking their suitability to participate in events, the regularity of vaccinations and compliance with the relevant health regulations. He can be assisted by Attendants chosen from veterinarians or assistants with the necessary training and experience.

 

HOST

He is appointed by the Captains of the Guelph Party for the psychophysical care of the Brothers and Sisters where necessary, as well as to coordinate training relating to health matters such as first aid. He is chosen from among medical, paramedical, or otherwise suitably trained health personnel and coordinates the activities of the Hospitallers through the Broken Spear.

 

OTHER ASSIGNMENTS, COMMISSIONS AND TEAMS

The Captains of the Guelph Party may assign, if they deem it appropriate, other offices by regulating their functions. By way of example, the Master of the Militias, the Captain of the Square, the Grand Squire, the Master of the Chapel, the Barbaresco, the Auctioneer, the Iconographer, the Heraldist, and above all the Commissioners and Lieutenants or the managers of individual sectors or functions at the service of the Archconfraternity, and related Attendants. The Captains also establish specific Commissions for specific purposes and Squadrons for the various areas of institutional activity. For each Squadron, the Captains appoint the Broken Spear as responsible, assisted by a Lieutenant, a Furiere and the necessary Attendants.

 

DISTRICTS AND BANKS

The Archconfraternity operates in the Florentine territory through the establishment of Neighborhood Companies representing the ancient Florentine historic districts of Santo Spirito, Santa Croce, Santa Maria Novella and San Giovanni and their respective extensions in the countryside. Each district is divided into four company banners according to the arrangement dating back to 1343:

in the White Quarter of Santo Spirito, emblazoned with natural dove-style blue: Nicchio, Scala, Sferza, Dragon.
in the Blue Quarter of Santa Croce, emblazoned with blue on the golden cross: Ox, Black Lion, Wheels, Chariot.
in the Red Quarter of Santa Maria Novella, emblazoned with blue in the golden sun: White Lion, Red Lion, Viper, Unicorn.
in the Green District of San Giovanni, emblazoned with blue at the golden baptistery: Chiavi, Vaio, Green Dragon, Golden Lion.

 

COMPANIES OF QUARTERS

The Neighborhood or Party Companies are bodies aimed at organizing events organized by the Guelph Party and do not constitute autonomous bodies. They cannot carry out activities independently, nor provide for the administration on their own, but they depend directly on the Board of Credence. It is the duty of each Company to notify the Board of Credence with an official letter for ratification of the formation of its Board, indicating the surname, name, residence and certificate of the criminal record of each of its members, as well as the position respectively assigned. In each event, the Neighborhood Companies are required to comply with the requirements of the Belief Council in everything related to the preparatory part and the regular and decent performance. The Companies represent the traditional Florentine Quarters, the same ones adopted by the Parties to the Calcio Storico Fiorentino, with which they establish a link through the presence of representatives in their respective Councils. Each Neighborhood Company is represented by a Party Council which is composed of the Prior, who presides over it and takes care of relations with the Council of Belief; by the Vicar, who replaces him in case of absence and who corresponds to the President or other delegate of the respective Color of the Calcio Storico Fiorentino; by the Captain of the Knights of the Quarter, by the Knights of the Company in the number of one per Banner or four per Quarter; by the District Chaplain, a priest to whom the service and religious assistance of the Compagnia di Quartiere is entrusted by the Major Chaplain of the Guelph Party; by the District Corrector; by the Noble Commissioner and the District Group Leader. In the event of non-compliance, the Neighborhood Companies and the individual members are subject to sanctions, according to the final decisions of the Credenza Council. Each district office is confirmed by the Council of Belief among the members of the Archconfraternity and lasts for one year. The Board has the power to remove each person in charge for disciplinary and expediency reasons.

 

PRIOR OF QUARTER

The Prior presides over the Neighborhood Company and takes care, with full representation, of its relations with the Council of Belief. The Prior has the duty to know in advance the name of all the exponents of his District and to collaborate with the Guelph Party Captains to promptly identify those who are guilty of illegal behavior.

 

DISTRICT CAPTAIN

Each district is represented during particular events by the Captain who takes care of its discipline and behavior. It is the duty of the District Captain to collaborate with the Council of Belief, providing in person, if necessary, to decisively repress any intemperance of the members of his own Neighborhood.

 

GENERAL CORRECTOR AND DISTRICT CORRECTORS

The Corrector General and the Neighborhood Correctors are confirmed and trained priests or lay people, appointed by the Council of Belief, who are entrusted with the moral care of the Brothers and Sisters respectively for the Archconfraternity and for the individual Neighborhood Companies.

 

DISTRICT JUDGE

Without prejudice to the absolute subjection of the Neighborhood Companies to the Council of Belief, the appointment of a District Judge in charge of reconstituting the Company Council and the temporary regency is permitted, exceptionally, in the following cases only:

When the Council and the members of the District fail, despite the formal invitations of the Council of Belief, the reconstitution is not possible, and the members themselves invoke this provision, or make it indispensable with their inertia.
When an absolute and unjustified inactivity occurs due to the responsibility of the Neighborhood Company, so that the Company Board in office must be considered forfeited.
In the cases provided for above, the Council of Belief decides the appointment of a District Judge, to be chosen from among qualified people. Extraordinary management cannot exceed three months. If within this period the Board of Companies has not been reconstituted and the situation remains unchanged, the appointment will be extended.

 

HERITAGE

The patrimony of the Guelph Party consists of:

a) from movable and immovable property that will become property;
b) any reserve funds set up with budget surpluses;
c) any disbursements, donations and bequests;
d) intangible assets such as symbols and signs belonging to it, as well as trademarks and other intellectual properties.

The revenues consist of:

from the annual membership fees of ordinary members;
from the proceeds from the organization of events or participation in them;
from any other income that contributes to increasing corporate assets; funds received as a result of occasional public collections, including through offers of low value goods and contributions paid by public administrations.
The Guelph Party may not distribute, even indirectly, profits and operating surpluses as well as funds, reserves or capital during the life of the organization unless the destination or distribution is imposed by law or is carried out in favor of other entities. non-profit that, by law, statute or regulation, are part of the same and unitary structure.

 

EXERCISE

The financial year ends on 31 December of each year. Within 90 days of the end of the financial year, the Camerlengo must prepare the budget, which must be approved by the Council of Belief before presenting it to the General Meeting. The budget for the current year will also be submitted for approval by the Board of Credence.

 

GENERAL ASSEMBLY

The assembly of adherents, called the General Assembly of the Guelph Party, duly constituted, represents the universality of the members and its resolutions, taken in accordance with the law and this statute, oblige all members, even if they do not participate or dissent. The General Meeting is convened by the Council of Belief at least once every year, by written communication containing the agenda, addressed to each member also by electronic means, at least 15 days before the date set for the meeting. It decides on the budget, on the guidelines and on the amendments to the articles of association, and may be called upon to ratify every single position proposed by the Credenza Council. All Ordinary members in good standing with the payment of the annual fee have the right to vote. Each member has the right to one vote and only one proxy is allowed to represent other absent members. The General Meeting is regularly constituted on first call with the participation of at least half of those entitled, and on second call whatever the number of attendees. Resolutions are duly passed by a majority of those present, except for amendments to the Articles of Association which require the favorable vote of two thirds of those present representing at least one fifth of those entitled. The second call meeting can also be held on the same day fixed for the first, at different times. Those who are unable to attend the Meeting personally, for reasons of health or excessive distance, can participate in it by videoconference according to the instructions given by the Council of belief.

 

TERRITORIAL ORDER

The Order of the Guelph Party is an institution that aims to safeguard the environment and to preserve and enhance traditions, strengthening in its members the practice of fraternal sentiments and, to pursue these high objectives, it uses an organized territorial structure nationally and internationally. The Knights and Dames of the Guelph Party are divided into Lieutenancies, Colleges and Balivati. Each Lieutenancy of the Guelph Party has jurisdiction over a national or, in Italy, regional territory and is governed by a Lieutenant with the assistance of a Vicar. Each Collegio di Parte Guelfa has normally regional extension and is governed by a Marshal assisted by a Legate. Each bailiff has a city or metropolitan extension and is governed by a bailiff assisted by a chapter of decans. The positions of Marshal and Bailiff are indicated by the competent Lieutenant who proposes them to the Captain Lieutenant who obtains the approval of the Council of Belief. Each Lieutenant reports directly to the Captain Lieutenant and therefore to the Council of Belief, has the burden of the first evaluation of the aspirants and can be delegated, exceptionally, to the decoration of new Knights and Dames in the assigned territory, in case of impossibility of the same. to go to Florence for the annual ceremony of the Solemn Investitures. Lieutenants, Marshals and Bailiffs form the General Chapter of the Guelph Party, an assembly with an advisory function, which is convened annually by the Council of Belief and all their mandates take place, without exception, by appointment and unanimous resolution of the Council of Belief.

 

ENVIRONMENTAL PROTECTION

The permanent environmental protection service operated by the Guelph Party is organized on a national, regional and provincial basis and is carried out through the Dragoni Squadron, a specially formed environmental surveillance department. The decentralized network of the Guelph Party for the protection of the environment is at the service of both professional and voluntary bodies, institutions, and interacts and cooperates, on the basis of current regulations, predefined responsibilities and common intervention procedures, in situations crisis and emergency. In the Italian territorial context, Parte Guelfa constantly places itself at the disposal of the regional Civil Protection system composed of all administrative subdivisions – regions, prefectures, metropolitan cities, provinces, municipalities, unions of municipalities – and operational structures such as Fire Brigade, Carabinieri , State Police, Municipal Police, Italian Red Cross, National Alpine Rescue Corps, Misericordia, public assistance, environmental service companies and the scientific community. The Guelph Dragons intervene in an integrated and coordinated way, on the basis of clear and shared rules, with a common goal: the safety and protection of the Italian territory. The operational structure is configured through assignments conferred by the Belief Council of the Guelph Party and is made up of a National Command and divided into Regional Squadrons with the function of coordination and connection between the Provincial Companies, on which the peripheral, human and instrumental territorial structures depend hierarchically. , made up of teams or individual dragons.

 

UNIFORM

The Guelph Party participates in traditional and religious celebrations with historical uniforms or with the green-brown cloak of the solemn uniform bearing the insignia granted by Pope Clement IV. Aspirants, in place of the solemn uniform, wear a green-brown sash on the left arm with the emblem of the Guelph Party. For the operations of environmental protection, and for any other activity, the Guelph Party establishes uniform specifications for Confreres and Sisters that keep the colors green and black as prevalent.

 

MERITS

The magnificent Archconfraternity of the Guelph Party can grant internal recognition to its members who have distinguished themselves for service and have enhanced the prestige of the Archconfraternity. Meritorious Confreres and Sisters are awarded by resolution of the Council of Belief in two degrees of merit with the appointment as Standard Bearer of the Guelph Party and as Officer of the Guelph Party. In recognition of his moral authority, each Consul of the Guelph Party is portrayed in a painting to be exhibited at the main headquarters of the Archconfraternity to form a memory gallery over time.

 

AFFILIATION

The Guelph Party provides for a link with the Italian Equestrian Sports Federation with which it wishes to establish a development relationship for cultural and historical subjects in equestrian disciplines, through the establishment of an instrumental sports association for the purposes of aggregation to the FISE. In setting up the A.S.D. Part Guelph, you therefore agree to deal with the rules and directives of CONI and with all the statutory provisions of the FISE, undertaking to accept any disciplinary measures that the competent bodies should adopt in all disputes of a technical and disciplinary nature relating to the activity. historical-sporting.

Already approved on 1 December 2015 by the General Assembly of the Guelph Party gathered at Palazzo Rosselli Del Turco, in Borgo Santi Apostoli 19 in Florence, amending the annex to the Notarial Public Deed signed on 25 March 2015. Subsequently modified unanimously by the General Assembly of the Guelph Party on 11 November 2017. Modified unanimously by the General Assembly of the Guelph Party on 21 December 2018. As amended by the General Assembly of the Guelph Party on 8 July 2019.

Attached, at the bottom of the Statutory Appendix, the deed of approval of the Mayor of Florence.

 

 

ASD Parte Guelfa

 

STATUTORY APPENDIX

AFFILIATIONS

The affiliation to the Italian Equestrian Sports Federation of the Part Guelph Archconfraternity is achieved through the Guelph Part – Chivalry of the Florentine Republic Amateur Sports Association. See the Statute and the Constitutive Act of the A.S.D. Part Guelph, a connected and instrumental body established with the exclusive purpose of carrying out the equestrian activities provided for by the statute of the Archconfraternity. The participation of the Archconfraternity of the Guelph Part among the lay aggregations of the Catholic Church is carried out through the international association of canon law Compagnia di San Ludovico di Tolosa and the Guelph Part, a connected and instrumental body established with the exclusive purpose of carrying out the activities religious provided by the statute of the Archconfraternity. The ludic-sporting traditions historically realized by the Guelph Party through the A.S.D. Part Guelph – Cavalleria Repubblica Fiorentina, like the Giostra di Madonna Libertà and the Giostra del Giglio, take place annually in collaboration with the Municipality of Florence, the Council of Feasts and Popular Florentine Traditions and the Italian Federation of Equestrian Sports. The jousters can be external subjects invited and selected by the Broken Spear of the Jousting Squadron, having heard the opinion of the Technician specifically assigned by FISE and the Credenza Council. The recreational-sporting activities such as the Fiorente, the Guelph Festival and others, are carried out independently by the Guelph Party, through the technical contribution of the A.S.D. Part Guelph – Cavalleria Repubblica Fiorentina, in collaboration with the Italian Federation of Equestrian Sports and can also be carried out for promotional and the Guelph Party is affiliated with the Italian Sports Center, as a promoter of sport as a moment of education, growth, commitment and social aggregation, inspired by the Christian vision of man in service to people and the territory, and to respond to a demand not only numerical but qualified on a cultural, human and social level.

 

 

ASD Parte Guelfa

SOLEMN INVESTITURES

 

GUELPH VIGIL

The evening preceding the solemn investitures of Parte Guelfa, the Vigil of the Arms of Parte Guelfa is held between the Rectories of San Carlo and Orsanmichele, preceded by the procession of the Knights of Parte Guelfa with insignia, seals and icon of San Ludovico d’Angiò , Patron of the Guelph Party, who, crossing the historic center, offers a greeting to the civil and ecclesiastical authorities in Piazza del Duomo. The Guelph Vigil takes place with interreligious readings, meditations and reflections for the moral preparation of the investendi, accompanied by pieces of Baroque music performed by the Maestro di Cappella di Parte Guelfa.

 

OATH

After a procession that, starting from the Rettoria di San Carlo reaches the Palagio di Parte Guelfa, crosses the historic center and offers a greeting to the civil authorities in Piazza della Signoria, the ceremony of the oath of the Knights and Dames of Parte Guelfa investendi takes place, in the Sala of the Camino del Palagio di Parte Guelfa:

Consul: “What are you asking?”

Investendi: “I ask to receive the Investiture as a Knight / Lady of the Guelph Party”

Consul: “Becoming a Knight and Lady of the Guelph Party means working for peace and justice, and for the protection of creation and the traditions of Florence with faith, hope and charity. Are you ready to accept this ideal for your life? ”

Investendi: “I’m ready!”

Consul: “Are you ready to promise, with word and heart, to observe the Statute and the Code of Ethics of the Guelph Party?”

Investendi: “I’m ready!”

Consul: “So be faithful to God and to the Guelph Party!”

Investendi: “I swear!”

Consul: “Then proclaim your solemn promises”

 

PROMISE

Invest:

“I DECLARE

to be honored to be part of the family of the Cavalieri di Parte Guelfa; to be aware that I cannot belong to Bodies and Societies whose characteristics, purposes and programs are in contrast with the Code of Ethics of the Guelph Party;

I PROMISE

to regulate my life according to moral principles so that, with actions and virtue, I can always be deserving of the honor granted to me and the dignity with which I have been invested; not to tarnish my name with unbecoming acts in order to always be worthy of belonging to the Guelph Party, observing the Statute and the Code of Ethics that regulate its activity.

I NOTE

finally, that if my future conduct should not be morally or socially upright, I will be subject to radiation from the Guelph Party. “

 

Captain General: “Marzocco!”

Everyone: “Marzocco! Marzocco! Marzocco! ”

 

SIGNATURE

The Knights and Ladies investendi receive the single call of the Captains and sign the promise in the hands of the Consul of the Parte Guelfa, in the Sala dei Capitani of the Palagio di Parte Guelfa. They then take their places, accompanied by godparents or godmothers, in the Brunelleschi Hall wearing cloaks, decorations and berets on the left arm with the red eagle insignia facing outwards.

 

PROCLAMATION

The Knights and Dames of Parte Guelfa form a short procession and enter the Brunelleschi Hall. Lastly enter the Consul and the Capitani di Parte Guelfa who arrange themselves in a central position.

The Aquilifer parades with the golden eagle on his arm and stands next to the banner of the Guelph Party, placing the bird of prey on the pole.

The Captain General announces the entry of His Excellency the Consul of the Guelph Party.

The Corrector General reads Psalm 23, by David.

Before the decoration, the Captain General reading the Investiture Bull:

“The decree with which the Guelph Party Council of Belief approved the appointment of the Knights and Dames who today will receive the solemn decoration is read:

 

INVESTITURE BULL

The magnificent Guelph Part, established with the approval of the Holy Father Clement IV, in the year of the Lord 1266, with the granting of its insignia to the Consul of the Knights of the Guelph Part, has always been a bulwark of freedoms and chivalric traditions and has been always an object of respect and special benevolence. Today, at the Palagio di Parte Guelfa in Florence, Knights and Dames present here, we grant the faculty and honor to wear our noble insignia. “

The Grand Master of Ceremonies invites the investors to stand up and the Guelph symbols run through the Hall to be shown to those present: the Grand Master of Ceremonies shows the Sword, the Grand Squire the Spurs and the Preserver the Seals.

The Major Captain solemnly presents the Guelph Sword to the Captain General, pronouncing the words of Giovanni delle Bande Nere: “Do not uncover me without reason, do not hold me worthless!”

The Captain General holds his sword, shows it to those present and proclaims: “Marzocco!”

Everyone: “Marzocco! Marzocco! Marzocco! “

The Captain General is placed to the left of the Consul.

Captain Camerlengo adorns the Consul with the Angevin cloak and the solemn investitures begin.

The Captain Major stands to the Consul’s right with sword in hand and hands it to him.

Consul: “Receive this sword and keep in mind that true honor is not won with the sword, but with love”.

The Captain General begins to call, one at a time, the investors summoning them by name, surname and place of origin.

The investor leaves the captains cloak and decoration, presents himself before the Consul and reclines his head as a sign of obedience.

The Major Captain hands and retrieves the sword to the Consul at each investing.

Consul: “By virtue of the mandate received, I proclaim you a Knight / Lady of the Guelph Party.”

The Consul touches the left shoulder of the investor with the sword (for Ladies with the right hand).

The invested Knight / Lady reclines his head in greeting to the Consul and is dressed in the cloak and decoration by the Camerlengo and Geniere Captains.

The Captain General dismisses the Knight / Lady with an embrace of peace, pronouncing the following formula: “May our ensigns always protect you”.

The Captain Lieutenant gives the parchment to the Knight / Lady, who returns to his decorated place.

At the end of the investitures, the Grand Master of Ceremonies invites everyone to stand up.

The Captain General thanks all the attendees and calls once the “Marzocco!”

Everyone: “Marzocco! Marzocco! Marzocco! “

 

SUFFRAGE

Before the conclusion of the ceremony, with all the Knights and Dames standing, the Corrector General remembers the brothers and sisters who have deceased.

 

DEO GRATIAS

The ceremony ends with all the Knights and Dames standing in the Brunelleschi Hall who, arranged in a circle, pronounce the “Deo Gratias!” Together.

 

ELECTORAL REGULATIONS

These Electoral Regulations apply to the election of the Captains who, in the number of five, make up, together with the Consul, the Council of Belief, or the governing body of the Guelph Party Archconfraternity. Pursuant to the Statute, the election of the Captains is the prerogative of the General Assembly of the Ordinary members of the Guelph Party. The voting operations, the relative scrutiny and the proclamation of the elect, therefore take place within a validly constituted General Assembly meeting, on first or second call. This meeting is called with at least thirty days’ notice and the applications must be received at least fifteen days before the meeting itself. Board offices can be re-elected without limits and the Credenza Board remains in office for five years. The elected Captains, pursuant to the Statute, elect or confirm the Consul, with the functions of “honorary president” and, therefore, of address, choosing him from among the highest personalities belonging to the Guelph Party. The Captains also elect from among themselves, annually, the Captain General, with the functions of president, the Captain Major, vice-president, the Captain Camerlengo, the Captain Lieutenant and the Captain Engineer, each with the functions attributed to him by the Statute.

 

RIGHT TO VOTE

All the confreres and ordinary sisters who are up to date with the payment of the annual membership fees expired on the date of the elections have the right to cast their vote.

 

VOTING AND SCRUTINY METHODS

Before the vote, each candidate or list representative sets out their programmatic ideas and confirms their willingness to serve the Guelph Party with commitment, dedication and fidelity, aware that the role of Captain, or Director, is binding and priority over any other voluntary activity possibly carried out by the person. The Electoral Commission is made up of the Credenza Secretary, the Notary and at least two scrutineers who volunteer among non-candidates. Pursuant to the Statute, voting takes place secretly by affixing one’s choices to a special ballot paper, to be inserted in the ballot box in the presence of the Credenza Secretary and the Notary. Those entitled to who are unable to attend, have the right to delegate in writing a Brother or Sister who, in this case, can use a second card to exercise the voting right of the delegator, respecting his will under his own moral responsibility. Only one proxy per person is allowed. Those who, for reasons of health or excessive distance, participate in the General Meeting by videoconference, can express their vote by communicating it to the Secretary of Belief and the Notary, audible to the scrutineers, and thus partially renouncing secrecy. This expression of vote is recorded by the Secretary of Credenza in an aggregate manner, that is, reporting only the number of voters and the preferences expressed. At the end of the voting operations, or in any case at the time set as such in the agenda of the General Meeting, the public scrutiny of the ballots begins. The ballot box is opened by the Credenza Secretary, assisted by the Notary and in the presence of the scrutineers. Each preference is read aloud by the Notary, who delivers the scrutinized form to the scrutineers, and reported in a specific paragraph of the minutes by the Credenza Secretary. The outcome of the vote is recorded in the minutes of the General Meeting and the ballots are kept in the records in the Guelph Party archives. The proclamation of the elected takes place by the Grand Master of Ceremonies or, in his absence, by the Herald or the Secretary of Belief.

 

ORDINARY ELECTIONS

Ordinary elections are held for the renewal of the entire Board of Belief at the end of the five-year term or, in advance, when the majority of the Captains cease to exist due to resignation, revocation or other lasting impediment to perform the function. Each person with the right can vote for a list of candidates or for a single candidate not belonging to any list.

 

SUPPLETIVE ELECTIONS

Supplementary elections are held when it is necessary to elect one or two Captains, due to the lack of substitutes among the candidates not elected in the last ordinary election. Each person entitled to vote can express a maximum number of preferences equal to the number of Captains to be elected.

 

APPLICATIONS

All Knights and Ordinary Dames of Arms who have reached the age of 25, are up to date with the payment of the annual membership fee and who have not reported the interdiction provision by of the Disciplinary Commission. The candidacy can take place within a list or individually and must be notified to the Board of Belief in office at least fifteen days before the date set for the elections. Candidates who intend to compose a list must indicate at least seven names, sorted, of which the first five will be able to compose the new Board and the others take over if necessary during the term of office. The list may also prepare a list of Brothers and Sisters to whom it is intended to entrust, with their consent, the posts of the General Staff for the five-year term or, at least, for the first year of their mandate. Each eligible candidate, who is not part of a list, has the right to present himself as a single candidate. In the event of supplementary elections, for the reinstatement of the Council with the election of one or two Captains, the formation of lists is not allowed.

 

ASSIGNMENT MANDATE

At the end of the ballot, the first five candidates listed in the list with the highest number of votes will be elected Capitano di Parte Guelfa. In the event that a candidate who presented himself individually received more votes than the aforementioned list, the Board will consist of the first four candidates on the list and the single candidate with more preferences. In the case of two single candidates who have obtained more votes from the list with more preferences, the first three of the list and the two singles will be elected, and so on up to any four individual candidates and the first of the list. If, during the five-year term of office, one or two Captains elected from a list should cease from office, the first of the non-elected members from the list will take over. If the office of an individually elected Captain ceases, or if there are no substitutes available on the majority list, supplementary elections will be called. Should three or more Captains cease from office at the same time, ordinary elections must be held for the renewal of the entire Belief Council. Until the election of the new Council, the members of the outgoing Council remain provisionally in office for the sole ordinary administration and the convening of the Meeting. The elected Council is not bound, in the internal elections of offices, to the order in which candidates are listed on the list: the Captains therefore have the right to annually elect, among themselves, the Captain General even if not indicated as the first element of the list; the same applies to the other board roles. The Credenza Council, in the functions attributed to it by the Articles of Association, decides by majority vote. The admission of Aspirants, as well as the definitive admission of Knights and Dames to investitures, is resolved unanimously.

 

INCOMPATIBILITY

The role of member of the Council of Credence is incompatible with political positions at national or local level, with belonging to associations having purposes in contrast with those of the Guelph Party, with functions in the Boards of Directors of national and local sports federations and in the Councils Directors of other Associations, Confraternities and Foundations, with the exception of the ASD Guelph Part – Cavalry of the Florentine Republic and of the Company of San Ludovico of Toulouse and of the Guelph Party.

 

FORMATION OF COUNCILS AND JOINT VOTING OPERATIONS

In consideration of the fact that, despite their legal independence, the A.S.D. Parte Guelfa – Cavalry of the Florentine Republic and the association of faithful under canon law Compagnia di San Ludovico di Tolosa and the Parte Guelfa, constitute emanations of the promoter Arciconfraternita Parte Guelfa, respectively for the exercise of sporting activities and worship activities, with with the agreement of the respective Councils, the three associations may decide that the voting operations for the renewal of the Councils take place jointly, while respecting the freedom and independence of candidacies and voting expressions. The belonging of the same persons to the various Councils of the three aforementioned associations is therefore expressly excluded from the incompatibility clauses referred to in the previous article and, in line with the respective statutes, the full coincidence and superimposition of the three bodies is also permitted if the assemblies of the respective bodies deem it appropriate and advantageous for the better management of the common interests in their respective areas of competence.

 

ASD Parte Guelfa

“Siate dunque fedeli a Dio e alla Parte Guelfa!”

 

 

Sindaco Firenze a Parte Guelfa

parte guelfa definitivo per sfondi bianchi

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Parte Guelfa timbro black

PARTE GUELFA
Cavalleria Repubblica Fiorentina

Palagio dei Capitani di Parte Guelfa
Piazza di Parte Guelfa 1 - 50123 Firenze
Codice Fiscale 94247160487

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