Author: Andrea Claudio Galluzzo Page 37 of 59

Cavalli archeologici a Napoli

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli nasconde un tesoro di inestimabile bellezza, e al suo interno è possibile fare un itinerario equestre di tutto rispetto, attraversando l’antichità e giungere inaspettatamente al rinascimento. L’edificio rettangolare, in stile neo rinascimentale, dai contorni in pietra piperina e l’intonaco scarlatto tipicamente partenopeo, ha una mole impressionante, incute timore e per certi versi, nonostante l’eleganza d’un tempo, oggi non invoglia molto a essere visitato. Eppure alcune opere contenute al suo interno sono così famose che non c’è persona al mondo che non l’abbia vista almeno una volta sui libri di storia e di storia dell’arte, e non sto esagerando.

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Parte Guelfa e Serravalle Pistoiese celebrano insieme il patrono San Lodovico d’Angiò

L’Arciconfraternita di Parte Guelfa e la comunità di Serravalle Pistoiese hanno in San Lodovico d’Angiò, Vescovo di Tolosa, il loro Santo Patrono che festeggiano ogni 19 Agosto. Figlio di Carlo d’Angiò, Re di Napoli, il giovane Lodovico fu condotto come ostaggio con i fratelli presso il Re di Aragona ed ebbe in quel luogo l’occasione di conoscere i frati mendicanti francescani. Riacquistata la libertà, rinunciò al trono e ad ogni altra prospettiva di grandezze terrene. Lodovico venne ordinato sacerdote nel Febbraio 1296, a ventidue anni, e ordinato Vescovo di Tolosa nel Dicembre successivo. Fu inviato poi a reggere la Diocesi di Tolosa. Nel suo breve episcopato Ludovico improntò la propria vita alle rigide regole della povertà francescana. Predilesse i poveri, i malati, i giudei vittime di persecuzione ed emarginazione e i carcerati ai quali si recava spesso a far visita.

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Parte Guelfa e la salvaguardia delle Foreste Casentinesi

Coltiviamo un sogno, essere decisivi nella salvaguardia ambientale aiutando a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane rispondendo alla necessità di preservare la natura dai rischi degli agenti inquinanti, cercando di restaurare l’equilibrio naturale, soddisfacendo le esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie. Il servizio di salvaguardia ambientale prestato dai volontari a cavallo di Parte Guelfa è orientato a migliorare il monitoraggio delle riserve naturali italiane. Tra le aree maggiormente sorvegliate da Dragoni ed Esploratori di Parte Guelfa spicca il parco nazionale delle Foreste Casentinesi.

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Dante e Carlo Martello d’Angiò

Nel 1294 Carlo Martello, che sarebbe morto il 12 agosto 1295 a Napoli, si recò a Firenze, dove incontrò i suoi genitori che rientravano dalla Francia. In questa occasione, per accoglierlo con tutti gli onori del caso, la capitale toscana inviò una delegazione della quale pare facesse parte anche Dante Alighieri. In ogni caso appare quasi certo che il Sommo Poeta e il giovane principe angioino abbiano avuto modo di conoscersi di persona e apprezzarsi vicendevolmente, anche per il fatto di condividere gli stessi gusti letterari. Carlo Martello era il figlio primogenito dell’erede al trono di Napoli, Carlo II detto lo Zoppo, duca di Calabria, figlio primogenito di re Carlo I di Napoli, e di Maria Arpad d’Ungheria (1257 ca. – 25 marzo 1323), figlia del re d’Ungheria, Stefano V e di Elisabetta di Cumania. Tra i suoi fratelli vi furono San Ludovico di Tolosa, il re di Napoli Roberto d’Angiò e Filippo I di Taranto. Nella Divina Commedia e precisamente in Paradiso VIII, una delle anime che si fa più vicina a Dante e’ quella di Carlo Martello che dichiara di essere pronta, come gli altri beati, a soddisfare ogni richiesta del poeta. Spiega che essi ruotano insieme all’intelligenza angelica dei Principati, cui Dante stesso si rivolse con la canzone Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete, e sono talmente pieni di amore che pur di compiacerlo sono disposti a fermarsi un poco. Dante si rivolge con uno sguardo a Beatrice, che risponde con un cenno di assenso, quindi torna a parlare all’anima e le chiede di presentarsi. La luce che avvolge il beato si fa assai più splendente, tale è la gioia che egli prova nel rispondere a Dante.

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Seicento anni di grandezza della cupola del Duomo di Firenze

Il 7 Agosto 1420 ha inizio la costruzione della Cupola di Santa Maria del Fiore, Duomo di Firenze. Un’opera già prevista a completamento del primo progetto di Cattedrale pensato da Arnolfo di Cambio nel 1298 per sostituire l’antica Basilica di Santa Reparata e conferire nuovo ed alto prestigio alla città di Firenze; ma che, a causa delle variazioni subite dal progetto durante i 120 anni che, fra alterne vicende, occorsero per il completamento della Cattedrale, si trovò ad essere edificata su un “tamburo” a forma ottagonale irregolare dalle dimensioni estremamente più grandi rispetto al progetto originario, risultando così necessaria una copertura talmente smisurata che nessun architetto dell’epoca era in grado di immaginare neanche il metodo con cui realizzarla.

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La spada di Goffredo di Buglione

Si trova a Gerusalemme la spada di Goffredo di Buglione presso il francescano Terra Sancta Museum di Gerusalemme. Al momento non si può vedere è conservata nel grande patrimonio della Custodia di Terra Santa che sta allestendo con molta pazienza un museo a Gerusalemme da molti anni. I cristiani infatti custodiscono da secoli i luoghi santi della tradizione cristiana dall’Egitto alla Turchia, passando da Israele e la Siria, e principalmente lo fanno grazie allo sforzo della Custodia di Terra Santa, retta dall’Ordine dei Frati Minori detti anche Francescani. Di Goffredo esistono una serie notizie e di ricostruzioni del tempo, delle quali la principale è quella di Alberto di Acquisgrana, descritta nella sua opera Gesta francorum, dove racconta le vicende della prima crociata. Goffredo viene anche ricordato come il primo reggente di Gerusalemme, che però scelse di non farsi incoronare re, divenendo ufficialmente Advocatus Sancti Sepulchri, cioè difensore del Santo Sepolcro. L’intenzione era quella di non essere ricordato come il re che si fece incoronare con una corona d’oro, nel luogo dove Gesù si fece incoronare con una corona di spine.

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Sant’Anna e il regime di Gualtieri di Brienne

La festa di Sant’Anna è una delle ricorrenze riconosciute dal Comune di Firenze e ancora oggi celebrata. La festa, molto conosciuta dai fiorentini, è legata alla recuperata libertà da parte di Firenze dopo la rinuncia di Gualtieri di Brienne del titolo di signore. l’importanza di questa festa la ritroviamo nella cronica di Giovanni Villani: “S’ordinò per lo Comune, che lla festa di Santa Anna si guardasse come Pasqua sempre in Firenze”. Come affermato la solennità è conosciuta dai fiorentini, ma la cosa curiosa è che pochi conoscono i come sono accaduti i fatti che hanno portato a festeggiare questa ricorrenza. Il perché di ciò va ricercato in una piccola curiosità. La storia del duca di Atene e della sua “tirannia” è così conosciuta a Firenze che si tramanda di bocca in bocca, ma, come spesso accade per i fatti che passano di generazione in generazione per via orale, si è ingigantita e cambiata da quello che invece è la tradizione scritta.

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La tettoia dei Pisani e la Parte Guelfa

“A dì 20 Ottobre 1689 restò terminato l’acconciamento del Tetto de’ Pisani in Piazza del Gran Duca, quale acconciamento ebbe principio il dì 12 Settembre in detto anno al quale fu levato mezzo braccio di gronda per renderlo più leggero, e la spesa di tal opera fu fatta degl’Ufiziali di Parte”. Il nome della Tettoia dei Pisani deriva dai suoi costruttori: la loggia infatti fu edificata per mano di alcuni prigionieri pisani, condotti nella città di Firenze a seguito della battaglia di Cascina, dove nel 1364 le truppe fiorentine sconfissero quelle di Pisa.

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Sciabola a cavallo, un insospettabile universo

La sciabola è un’arma che ha la sua più antica tradizione in Germania, così come la sua pratica a cavallo. La nascita di quest’arma non è semplice da ricostruire. I più antichi trattati sul tema, risalgono al XV secolo, e sono andati sempre in una direzione precisa legata al gioco e al duello. Di fatto è un’arma semplice dai pochi colpi e di rapido apprendimento e anche le sue versioni sono molteplici sia nella lunghezza che nella forma. E’ interessante però scoprire che i tedeschi nel tempo ne abbiano elaborato una tecnica anche a cavallo, che divenne famosa e che fu appresa e imitata anche nel resto d’Europa.

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Parte Guelfa ricorda il cardinale Silvano Piovanelli

Il 9 luglio 2016 tornava alla Casa del Padre il Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo metropolita emerito di Firenze e precursore dell’azione della Chiesa a favore della salvaguardia ambientale. Piovanelli nacque a Ronta del Mugello il 21 febbraio 1924 ed iniziò gli studi nel Seminario di Firenze nel 1935, fino all’ordinazione sacerdotale nel 1947 per mano dell’allora Arcivescovo di Firenze, il Venerabile Cardinale Elia Dalla Costa. Come primo incarico pastorale fu affiancato ad un altro Servo di Dio, Monsignor Giulio Facibeni, pievano di Santo Stefano in Pane a Rifredi e fondatore dell’Opera della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa”. L’esperienza di Rifredi, nella periferia industriale di Firenze nei primi anni del dopoguerra, a fianco di monsignor Facibeni ed accanto agli operai di grandi fabbriche, come la Galileo, segnarono il giovane sacerdote connotando per sempre la sua impronta pastorale.

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Parte Guelfa timbro black

PARTE GUELFA
Cavalleria Repubblica Fiorentina

Palagio dei Capitani di Parte Guelfa
Piazza di Parte Guelfa 1 - 50123 Firenze
Codice Fiscale 94247160487

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