A Firenze tornei, giostre, palii e caroselli equestri hanno fatto da sempre parte degli spettacoli che si svolgevano nelle vie e nelle piazze della città. Ricorrenze come le vittorie in battaglia, le feste religiose o quelle patronali offrivano numerose occasioni per celebrare tali eventi. Di molti, tra cui il Palio dei Cocchi che si correva ogni anno alla vigilia di San Giovanni in Piazza Santa Maria Novella, o quello dei Berberi nel quale il 24 giugno cavalli di sangue e scossi attraversavano la città dal Ponte alle Mosse fino all’attuale Piazza Beccaria, non si conservano se non pochissimi ricordi.
Giostratore rosso sul sabbione di Santa Croce
Con il tempo queste manifestazioni furono abolite e con esse, purtroppo, si perse anche la loro memoria. Fortunatamente di recente, grazie all’impegno della Parte Guelfa, istituzione tradizionale, culturale e storico-sportiva, che nel 2015 ha rievocato uno dei più antichi giochi equestri, una parte di cultura e tradizione fiorentina si è salvata dall’oblio. La ‘Giostra del Giglio’ quest’anno ha avuto luogo il 30 di giugno nella spettacolare Piazza di Santa Croce per la sua terza edizione moderna ed i partecipanti hanno gareggiato nell’arena allestita per il Calcio Storico Fiorentino.
La ‘macchina del giglio’ in Piazza Santa Croce
L’antichissima magistratura fiorentina legata alla Chiesa, ovvero “Ordine dei Cavalieri di Parte Guelfa di Firenze”, nasce nel 1266 con l’approvazione di Papa Clemente IV. Da allora i loro cavalieri erano presenti nello scenario politico e sociale della città. Quando, nel febbraio del 1439 il Concilio che vide riunito a Ferrara il Papa Eugenio IV, l’imperatore d’Oriente Giovanni VIII Paleologo e il Patriarca di Costantinopoli si trasferì a Firenze, il lunghissimo corteo, testimoniato dagli splendidi affreschi di Benozzo Gozzoli nella Cappella dei Magi, fu ricevuto all’entrata della città e con le massime onorificenze proprio da sei Capitani di Parte Guelfa.
La Parte Guelfa schierata in Piazza Santa Croce per la Giostra del Giglio 2018
E nel 1449, durante l’incontro a Firenze di Galeazzo Maria Sforza, figlio del Duca di Milano, il Papa Pio II Piccolomini e Sigismondo Pandolfo Malatesta, fu organizzata una splendida giostra davanti a Santa Croce in onore degli importanti ospiti. La ‘Giostra del Giglio’, ovvero la giostra agli anelli di Firenze, faceva parte di quegli eventi che, come li ha magistralmente definiti lo storico Franco Cardini e ne cito qui contestualmente le sue parole: “… si prestavano egregiamente a rinverdire i revival dei rituali nobiliari e cavallereschi tramite i quali una classe mercantile e politica di estrazione borghese ambiva a ricollocarsi nelle gerarchie sociali e ideali.” (Franco Cardini, La cavalcata d’Oriente. I Magi di Benozzo a Palazzo Medici, Tomo Edizioni, Roma 1991).
La giostra degli anelli in Via Tornabuoni ritratta da Giovanni Stradano
La preziosa testimonianza offertaci da un dipinto ad opera dello Stradano della fine del Cinquecento, ci illustra lo svolgimento della Giostra: si tratta di una giostra agli anelli dove in uno spazio bislungo i concorrenti in sella ai loro destrieri e armati di lancia devono centrare alla massima velocità un piccolo anello appeso in alto. La scena si svolge in via Tornabuoni e sullo sfondo si vede bene la Colonna della Giustizia di Piazza Santa Trinità. Il luogo non è scelto a caso ma per le molteplici indicazioni ben visibili che simboleggiano il potere di chi è al governo. Infatti il pittore fa confluire i punti di fuga proprio sulla colonna più alta della città il cui monolite, proveniente dalle terme di Caracalla, fu donato dal papa Pio IV al Granduca Cosimo I e che nel 1581 fece realizzare ad opera dei Tacca la scultura della Giustizia sovrastante. I numerosissimi spettatori assistono dalle finestre dei palazzi adiacenti o, in piedi dietro alle autorità, stipati ai lati del campo della gara e tra le mura degli edifici. Altri sono a cavallo o si sporgono dalle numerose carrozze venute da lontano per non perdere neanche un attimo dello spettacolo. La giostra agli anelli, uno dei più antichi e longevi spettacoli fiorentini, continuò per quasi altri duecento anni, fino alla sua soppressione per ordine dei nuovi governanti. Il 22 giugno 1769 Pietro Leopoldo I di Lorena decise di abolire la Parte Guelfa e con essa anche le antiche manifestazioni equestri che per cinque secoli è stata parte integrante della storia di Firenze.
La sfida Azzurri contro Rossi in una semifinale della Giostra del Giglio 2018
Ma nel cuore di molti fiorentini l’Arciconfraternita è rimasta sempre viva e dopo due secoli e mezzo, il 25 Marzo 2015 è stata ricostituita tramite Atto Pubblico e con l’approvazione del sindaco di Firenze, Dario Nardella presso la storica sede di Palagio dei Capitani di Parte Guelfa. A partire da questa data anche la ‘Giostra del Giglio’, che si svolge tradizionalmente ogni anno nel mese di giugno in Piazza Santa Croce, ha ripreso di nuovo la sua attività, accompagnata da straordinari cortei in costume. Le quattro squadre sono composte da un numero uguale di giostratori e ogni colore rappresenta uno dei quattro quartieri storici di Firenze: la Compagnia Azzurra per Santa Croce, la Compagnia Rossa per Santa Maria Novella, la Compagnia Bianca per Santo Spirito e la Compagnia Verde per San Giovanni. Le regole di torneo sono semplici da comprendere e le misure sicurezza per la tutela e la salvaguardia del benessere dei cavalli sono applicate con grande severità. Dopo ogni percorso il cavallo viene accuratamente esaminato dal veterinario e solo dopo il suo nullaosta l’animale può continuare la gara. A giudicare la competizione sono presenti gli ufficiali della Federazione Italiana Sport Equestre (FISE), il massimo organo nazionale. La FISE, insieme al Dipartimento Toscano Eventi Storici e il Comune di Firenze sono anche parte del comitato organizzativo.
Messer Gandolfo Ventimiglia, principe di Castelbuono e conte di Geraci, Capitano della compagnia equestre dei Bianchi di Santo Spirito
I complimenti vanno soprattutto alla squadra dei Bianchi di Santo Spirito e in particolare a Guido Bonacchi e alla sua splendida cavalla Macchietta che in un finale mozzafiato si sono aggiudicati il punteggio decisivo per la terza vittoria consecutiva.
Autore
Susanne Eugenie Louise Probst