Il 21 dicembre è una data molto importante nel calendario liturgico dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa perché è legata a una figura particolarmente cara ai fiorentini, il Marchese Ugo di Toscana, morto proprio il 21 dicembre dell’anno 1001. Figlio del duca Uberto e di Willa – figlia di Bonifacio II di Spoleto – Ugo divenne marchese di Toscana dopo l’abdicazione del padre avvenuta nel 961 e fu un fedelissimo vicario degli Ottoni, la dinastia imperiale originaria della Sassonia che regnò anche in Italia fino al 1024. Il “Gran Barone” viene ricordato nel canto XVI del Paradiso della Divina Commedia nel dialogo tra Dante e il suo avo Cacciaguida, mentre nella sua “Cronica”, Giovanni Villani racconta che al marchese “piacque la stanza di Toscana e massimamente nella città di Fiorenza, fecevi venire la moglie, e in essa fece suo dimoro”.

Il sovrano manifestò dunque la sua predilezione verso Firenze e scelse di vivere qui, mentre allora la sede della Tuscia imperiale era a Lucca, favorendo così la ripresa dei commerci e delle attività economiche e sociali nella città, che di fatto segnarono l’inizio di quella ascesa anche sul piano politico con cui avrebbe rapidamente assunto il ruolo di guida nella regione. Ecco quindi che a distanza di oltre mille anni, Ugo di Toscana viene ricordato ancora con affetto e riconoscenza con una solenne messa nella Badia Fiorentina, celebrata da Padre Antoine Emmanuel de la Sayette, Priore della Fraternità Monastica di Gerusalemme, alla quale hanno partecipato il Presidente del Consiglio Comunale Luca Milani con il Gonfalone della Città di Firenze ed i Confratelli e le Consorelle di Parte Guelfa. La cerimonia di quest’anno è stata resa ancora più suggestiva dall’inaugurazione del restauro della sua tomba finanziato dalla fondazione Friends of Florence attraverso il dono di The Houston Family Foundation e di Boniface e Alison Zaino.

Il marchese Ugo di Toscana morì a Pistoia, sede ecclesiastica di Parte Guelfa, ma venne poi sepolto nella bellissima tomba realizzata tra il 1466 e il 1481 da Mino da Fiesole, che si trova sotto la cantoria del braccio sinistro della chiesa. Un’ armatura, di epoca successiva alla vita di Ugo, composta da corazza di ferro, spallacci, bracciali, goletta ed elmo con la celata, viene tradizionalmente posta davanti al monumento funebre, incorniciato da un’edicola con motivi classicheggianti, decorata da una scultura raffigurante la Carità e un tondo con la Madonna col Bambino. Proprio di quest’ultimo ci ha parlato padre Antoine al termine della funzione, rivelandoci una piccola curiosità: osservando il Bambino, infatti, si nota che tiene in mano un frutto, il quale si è rivelato essere un limone, in passato apprezzato per le sue proprietà curative. Un “augurio di salute” rivolto da padre Antoine a tutti i presenti alla celebrazione e che Parte Guelfa condivide fraternamente con tutti.

 

Autore

Elena Petrioli