La Parte Guelfa festeggia San Giorgio, tropeoforo e megalomartire, patrono della cavalleria cristiana. La lotta di San Giorgio contro il drago è per i cavalieri cristiani il simbolo della lotta del bene contro il male e, per questo, il mondo della cavalleria vi vede incarnati i propri ideali. La leggenda del miles vincitore sul drago contribuì al diffondersi del suo culto, che divenne popolarissimo in Occidente ed in tutto l’Oriente bizantino, ove egli è per eccellenza il «grande martire» e il «trionfatore». Rapidamente egli divenne un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano. Secondo vari studiosi, San Giorgio e San Michele sono eredi dell’immagine dell’eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione, il cui archetipo fu il dio babilonese Marduk. Nell’iconografia, San Giorgio spesso compare con l’epiteto “O Τροπαιοφόρος” ovvero tropeoforo, il vittorioso. La statua di San Giorgio di Donatello fa parte del ciclo delle quattordici statue dei protettori delle Arti di Firenze per le nicchie esterne della chiesa di Orsanmichele. Fu commissionata dall’Arte dei Corazzai e Spadai e risale al 1415-1417.
La statua di San Giorgio nella nicchia dell’Arte dei Corazzai e Spadai in Orsanmichele
L’opera di Donatello è in marmo apuano ed è alta 209 cm. Dal 1891 si trova conservata nel Museo nazionale del Bargello ed è stata sostituita nella nicchia da una copia in marmo. In greco Aghios Geòrgios o Megalomàrtyr, Άγιος Γεώργιος ο Μεγαλομάρτυρ o megalomartire è venerato da tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. San Giorgio era un santo guerriero, per questo era stato scelto come patrono dell’Arte dei Corazzai e Spadai, cioè dai fabbricanti di armi. Scolpita tra il 1415 e il 1416, riscosse ben presto un notevole successo e anche per la critica successiva ha sempre avuto una posizione di riguardo, venendo indicata come forse l’opera migliore del ciclo delle arti di Orsanmichele e uno dei capolavori di Donatello e della statuaria italiana del Quattrocento in generale. La sottostante formella di San Giorgio che uccide il drago alla presenza della principessa venne collocata in Orsanmichele dopo il 1417 e godette di altrettanta fama.
Autore
Andrea Claudio Galluzzo