L’Ordine di Parte Guelfa raccoglie un’eredità antichissima che ha portato avanti nel corso dei secoli attraverso alterne vicende: nato come consorteria, divenuto fazione politica, trasformato poi in cavalleria militare, istituzione di fondazione papale, magistratura civile e infine arciconfraternita. A tutti sono note le vicende e gli avvenimenti storici che hanno visto protagonista la Parte Guelfa in Firenze durante il Medioevo: lotte, guerre, sconfitte, esilii e vittorie che l’hanno vista alla fine prevalere sull’avversaria consorteria Ghibellina. Uno degli episodi delle lotte tra Guelfi e Ghibellini che ha colpito la mia immaginazione fin da ragazzo è l’incontro tra Dante Alighieri, Guelfo di parte Bianca, e Farinata degli Uberti, nobiluomo e condottiero, capo della consorteria Ghibellina, descritto nel X canto dell’Inferno della Divina Commedia.
Mi colpì soprattutto il sentimento di grande rispetto per la persona espresso da Dante, pur nelle sue parole che in alcuni momenti non suonano certo gentili nei confronti dell’avversario sconfitto e condannato all’inferno per eresia. Farinata degli Uberti sconfigge i Guelfi fiorentini nella battaglia di Montaperti, che si combatte cinque anni prima della nascita di Dante; ma lo stesso Dante ha 18 anni e ricorda molto bene il livore e l’accanimento con cui i Fiorentini, non soddisfatti della morte di Farinata, dell’esilio dei suoi congiunti né della distruzione e della confisca di tutti i possedimenti degli Uberti, nel 1283 riesumano il suo corpo e quello della moglie, sepolti nella Chiesa di Santa Reparata, per processarli da morti per eresia.
Indipendentemente dall’appartenenza alla fazione avversa, Dante sa bene che se la città di Firenze è ancora in piedi, lo deve esclusivamente al coraggio e all’autorità di Farinata che, durante la Dieta di Empoli che si tenne dopo la battaglia di Montaperti, fu l’unico ad opporsi strenuamente a Pisani e Senesi che avrebbero voluto invece raderla al suolo e cancellare per sempre i rischi che potevano derivare dalla sua esistenza.
Ma fu’ io solo, là dove sofferto
fu per ciascun di tòrre via Fiorenza,
colui che la difesi a viso aperto
Dante, Commedia, Inferno X, 91-93
Anche Dante, mentre scrive, è in esilio: ha combattuto in battaglia, ha lottato nei palazzi, ha sposato una causa, ha perso e, scacciato da Corso Donati, sta fuggendo inseguito da una condanna a morte: in questo momento ha davanti un nemico, un uomo con cui avrebbe potuto incrociare la spada se fosse stato suo coetaneo, ma nelle sue parole non c’è odio, non c’è il disprezzo che invece riserva ad altri dannati dell’Inferno: perché sono entrambi fiorentini, amano la propria città a dispetto dell’opportunità politica, animati entrambi da un ideale che supera le fazioni e le divisioni; Farinata non conosce Dante, ma riconosce dal suo accento che è Fiorentino; Dante non conosce Farinata, ma sa bene che gli deve tutto: gli deve la sua Città e la sua stessa vita. Davanti all’eternità degli ideali comuni, le cicatrici si rimarginano, le liti si conciliano e la spiritualità prevale sulle bassezze umane.
Nel corso degli anni, l’Ariconfraternita di Parte Guelfa si è recata in pellegrinaggio sul campo di battaglia di Campaldino, ove Corso Donati, detto il Gran Barone, aveva fatto la differenza assicurando la vittoria alla Parte Guelfa, a rendere omaggio a tutti i caduti, a pregare per le loro anime e ad abbracciare gli antichi avversari Ghibellini della città di Arezzo; si è poi recata a Ravenna per onorare e ricordare il Confratello Guelfo Dante Alighieri, accogliendolo di nuovo tra le braccia di quei fiorentini e di quella Parte Guelfa che lo esiliò e lo condannò a morte.
Durante le ultime Solenni Investiture del 19 e 20 Novembre dell’anno del Signore 2021, i Confratelli e le Consorelle dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa hanno accolto in famiglia gli ultimi discendenti dei tre grandi uomini, un tempo avversari, oggi nuovamente Fratelli nel segno e nel nome di comuni valori di pace, di fratellanza e di amore per il Creato e le cose belle.
Benvenuto in Famiglia, Pier Felice degli Uberti!
Benvenuto in Famiglia, Sperello di Serego Alighieri!
Benvenuto in Famiglia, Gabriel Donati!
Proseguiamo insieme a voi nel nostro cammino di pace e di fratellanza!
Autore
Marco Crisci