L’Arciconfraternita di Parte Guelfa insieme ai Confratelli e le Consorelle, sono con il pensiero, ed il cuore, davanti al cancello di Auschwitz. Perché la memoria sia tutti i giorni, perché il dialogo nel quale sono fondati i valori della Parte Guelfa, la vera collaborazione tra tutte le Chiese cristiane, sia linguaggio di amore e pace universale. Troppo spesso confondiamo la Shoah con l’odio per gli ebrei. Eppure riguarda ogni singola persona, ogni singola coscienza di questo mondo nei confronti delle vittime che hanno subito l’Olocausto. La memoria è una voce potente con la quale ognuno di noi ancora oggi cerca di capire come sia potuto accadere “il male”.

E le parole di Hannah Arendt sono lì, a ricordo eterno per quel 27 gennaio del 1945, e per ricordarci che senza memoria tutto può ripetersi:

“Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’ come ho detto, il pensiero, perché il pensierocerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua ‘banalità’. Solo il bene è profondo e può essere radicale”.

 

Autore

Elena Tempestini