Cinquecento anni fa, il 2 maggio 1519 si spegneva Leonardo da Vinci ad Amboise, castello ove il 7 ottobre 1461, il re Luigi XI aveva salutato la regina Maria d’Angiò, sua madre, dopo la sua incoronazione a Reims. Quasi a stringere un antico legame guelfo, fu proprio nell’antica piazzaforte angioina nella Valle della Loira che il genio toscano simbolo del Rinascimento italiano trascorse gli ultimi anni della sua vita, ospite del re di Francia Francesco I. E proprio in questo luogo magnifico hanno preso il via i festeggiamenti in grande stile per celebrare il cinquecentesimo anniversario della sua scomparsa.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il suo omologo francese Emmanuel Macron hanno fatto visita alla tomba di Leonardo nel castello reale e alla Clos Luce, la sontuosa casa padronale nelle vicinanze in cui Leonardo visse e morì. Anche la Parte Guelfa ricorda e celebra il più grande genio fiorentino. Si perché Leonardo fiorentino lo era fino al midollo e va ricordato che Ser Piero, suo padre, notaio di antica stirpe fiorentina operante in Firenze, dal 29 ottobre 1462 al 29 marzo 1464, col piccolo Leonardo avuto dalla serva Caterina, e la prima moglie Albiera, abitò nel quartiere di Santa Maria Novella, nel Popolo di Santa Maria Sopra Porta, sulla Piazza di Parte Guelfa, alla quale si accedeva da via Pellicceria, dal vicolo della Seta e dal chiasso della chiesa di San Biagio. La casa confinava da un lato con la strada e su due lati con l’Arte del Cambio. Il 16 giugno 1463, in questa casa, nacque Antonia, la sorella legittima di Leonardo, che era il primogenito illegittimo, figlia di Ser Piero e di Albiera degli Amadori. Il 21 luglio di quello stesso anno in quell’abitazione vi morì la matrigna che venne sepolta proprio nella chiesa di San Biagio, già chiesa di Santa Maria Sopra Porta, e oggi Biblioteca di Parte Guelfa. Leonardo da Vinci bambino ha vissuto per ben quattro anni della propria infanzia proprio nella piazzetta sotto il Palagio di Parte Guelfa e non avrà certamente mancato di portare nella testa e nel cuore ovunque i simboli e i colori del baluardo delle libertà fiorentine.
Autore
Andrea Claudio Galluzzo