Parte Guelfa Jacques Callot incisione 1615 guerra damore in Piazza Santa Crioce 1Tra le opere del Callot due raffigurano la festa del carnevale organizzata in piazza Santa Croce a Firenze nel febbraio del 1615. Esse traducono il genio artistico di Giulio Parigi, architetto di corte dei Medici, ideatore e organizzatore delle feste e degli sfarzosi eventi di corte, e furono pubblicate con i versi del poeta Andrea Salvadori in Guerra d’amore Festa del Serenissimo Gran Duca di Toscana, Cosimo Secondo, fatta in Firenze il Carnevale del 1615. Il tema della festa era la competizione tra Cosimo II e Lorenzo de’ Medici, che interpretavano i due attori principali.

I protagonisti sono raffigurati all’interno di un’arena temporanea allestita nella piazza, dove si svolge un combattimento tra le due fazioni. La storia è accompagnata dalla disputa tra Venere e Marte, con il trionfo di Venere che intona un canto in onore della pace e dell’amore. Sebbene basata su disegni preparatori di Giulio Parigi, le due composizioni furono studiate e preparate da Callot attraverso propri disegni preparatori. Le descrizioni delle feste fiorentine opera del Callot introducono numerose innovazioni che hanno permesso il pieno sviluppo dell’arte dell’incisione, in particolare l’uso di “vernice dura” o acquaforte. I suoi soggetti, a differenza della pittura di genere cinquecentesca, fiamminga o padana – che mantiene un tratto giocoso-gioioso – sono spesso inquietanti e ambigui, frutto dell’osservazione di un mondo parallelo, grottesco e all’apparenza incomprensibile, dal quale si affacciano comunque figure che destano un moto di pietà. Nei Giochi d’Amore di Cosimo II tenuti in Santa Croce nel Febbraio del 1615 il Callot ben rappresenta la scenografia realizzata da Giulio Parigi e sono ben visibili i molti cavalieri che affollano la piazza simulando cariche di cavalleria o circondando i reparti a piedi.

Parte Guelfa Jacques Callot incisione 1615 guerra damore in Piazza Santa Crioce 1

Parte Guelfa Jacques Callot incisione 1615 guerra damore in Piazza Santa Crioce 2

Giulio Parigi nacque a Firenze nel 1571 e vi morì nel 1635. Fu un architetto, matematico, incisore e scenografo italiano. Era figlio di Alfonso Parigi il Vecchio. Allievo di Bernardo Buontalenti, fu sovrintendente del granduca per gli apparati delle feste. I suoi traguardi più importanti furono però come architetto di giardini, in particolare del Giardino di Boboli, che ampliò aggiungendo la seconda prospettiva del Viottolone, diventando celebre in tutta Europa. La sua attività si concentrò a Firenze: tra le opere più significative, oltre ai lavori a Palazzo Pitti (Grotticina del Vulcano, 1617), la risistemazione della villa di Poggio Imperiale (1620-1622), dell’Ospedale dei Medicanti (1621), della chiesa di San Felice in Piazza (1634-1635) e la progettazione del Palazzo della Crocetta per Maria Maddalena de’ Medici. Suo è anche lo scalone di Palazzo Gianni-Lucchesini-Vegni (1624). Ha anche diretto la costruzione della Loggia del Grano a Firenze (1619). Suo figlio Alfonso ne seguì le orme e collaborò spesso con il padre ereditandone gli incarichi dopo la sua morte.

Jacques Callot nacque a Nancy nel 1592 e vi morì nel 1635. Fu un incisore apprezzatissimo per la sua sublime arte. Nacque in una famiglia nobile apparentata con quella del duca. A quindici anni entrò presso la bottega dell’orafo Demange Crocq, dove apprese i rudimenti del disegno con Jacques de Bellange e Claude Deruet oltre all’uso del bulino. Successivamente, nel 1608 si trovò Roma, presso l’incisore di Troyes Philippe Thomassin, dove perfezionò la pratica con il bulino, copiando le opere di maestri italiani e fiamminghi. In questa fase rimase attratto dalle opere di Agostino Carracci. Nel 1612 si trasferì a Firenze, restandovi per nove anni sotto la protezione di Cristina di Lorena. Qui incise, presso l’incisore Giulio Parigi, nel 1616 circa le Tentazione di sant’Antonio, nel 1617 la serie dei Capricci, ispirata al teatro, al costume popolare e al Carnevale, infine nel 1620 la Fiera dell’Impruneta. A Firenze sperimentò la tecnica dell’acquaforte che diverrà una delle sue modalità espressive preferite. Le sue incisioni evidenziarono un linguaggio artistico piuttosto personale ed originale, a metà strada tra il galante ed il grottesco, sorretto da un gusto compositivo estremamente raffinato. Nel 1621 si stabilì a Nancy, dove incise i disegni riportati dalla Penisola: i Gobbi, i Balli di Sfessania e la Grande Passione. Con il ciclo degli Zingari intensificò il suo interesse per i fatti quotidiani e per una visione sempre più realistica del mondo. Nel 1624 si sposò con Catherine Kuttinger. Nel 1627 si trovò Breda dove incise l’assedio della città, successivamente con la stessa tecnica, fissò sulla carta sia l’assedio di Saint-Martin-de-Ré che quello de La Rochelle, sempre su incarico del re Luigi XIII. Tra il 1628 e il 1631 soggiornò più volte a Parigi, dove affidò a Israël Henriet l’edizione delle sue lastre. Tornato a Nancy nel 1632, dove assistette sia all’invasione francese del Ducato di Lorena che alla peste, e dove, nel 1633, eseguì la famosissima incisione “Le Miserie della Guerra”.

Autore
Gregorio Savio

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