La sera che precede le Solenni Investiture di Parte Guelfa si tiene, normalmente tra le Rettorie di San Carlo e Orsanmichele e questa volta eccezionalmente presso la Basilica di Santa Croce, la Veglia delle Armi, preceduta dalla processione dei Cavalieri di Parte Guelfa con insegne, sigilli ed icona di San Ludovico d’Angiò, Patrono della Parte Guelfa, che attraversando il centro storico abbraccia idealmente la città rinnovando il proprio legame con Firenze. La Veglia Guelfa si svolge con letture interreligiose, meditazioni e riflessioni per la preparazione morale degli investendi ad assumere un consapevole impegno nella cura del fondamentale rapporto tra Uomo e Natura, accompagnata da brani di musica barocca condotti dal Maestro di Cappella di Parte Guelfa.
Questi gli interventi previsti per la straordinaria Veglia delle Armi delle Investiture Solenni 2020 e 2021 ove saranno chiamate a parlare molte personalita’ internazionali e nazionali:
ITALIA
MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Fulvio Mamone Capria
Gentili Signore e Signori, cari membri dell’Arciconfraternita di Parte Guelfa, è un onore essere qui con tutti voi durante le Solenni Investiture per rinnovare quell’impegno storico che lega l’Ordine alla salvaguardia del Creato e all’impegno per la tutela ambientale. Sono valori, quelli della difesa degli animali e della biodiversità, che hanno profondamente plasmato la mia crescita personale e culturale e la mia formazione professionale. Ho sempre creduto nell’impegno individuale che ciascuno di noi può offrire alla comunità per costruire esperienze di vita sostenibili. L’altruismo, il senso civico, donarsi al volontariato, la misericordia, mi hanno accompagnato, fin da quando ero ragazzo, in un percorso di crescita umana e di profonda ricerca del bene comune. Sono convinto che la cura e l’amore per la nostra Terra e per tutti gli esseri viventi siano l’unico antidoto contro la distruzione degli habitat e per frenare quei cambiamenti climatici, ormai scientificamente dimostrati, portatori di morte e devastazione. Sono i messaggi positivi quelli da divulgare alle nuove generazioni. Ma serve l’azione concreta e convinta di tutti. Ed è proprio in questo solco che l’opera civica dell’Ordine di Parte Guelfa per la salvaguardia ambientale può offrire il suo importante contributo culturale e sociale. Siamo nel cuore di un momento storico straordinario. Si parla di transizione ecologica con un’accelerazione mai vista fin d’ora. Abbiamo imprese pronte a svoltare verso il green cambiando strategie e produzioni. L’Unione Europea che sostiene Programmi dei singoli Stati, di ripresa e resilienza, che serviranno per sostenere questo mutamento epocale. La sostenibilità del futuro del nostro Pianeta è un’opportunità che va scelta adesso, senza più riserve. Perché un’altra chance per dare speranze ai nostri figli, probabilmente, non l’avremo più. L’auspicio che rivolgo, pertanto, a tutti i membri dell’Ordine è quello di fare squadra, di unire le intelligenze, di saper ascoltare, di confrontarci e di metterci in gioco. Non lo faremo per noi stessi, ma per chi dovrà custodire ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato: un’Italia straordinaria e ricca di bellezza, in un Pianeta che non è replicabile. Ringrazio chi ha voluto coinvolgermi in questa storica e positiva realtà rappresentata dall’Ordine di Parte Guelfa. Per me è un grande onore e privilegio farne parte. E ognuno di noi, nel proprio piccolo, può fare la differenza.
Grazie e auguri a tutti noi.
ITALIA
ORDO FRATRUM MINORUM
Giancarlo Corsini
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria
e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.
Laudato si’, mi’ Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l’ai formate
clarite e preziose e belle.
Laudato si’, mi’ Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sor’Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.
Laudato si’, mi’ Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.
ITALIA
PARTE GUELFA
Giannozzo Pucci di Barsento
Guardando i nostri monumenti, spesso si pensa che la civiltà sia rappresentata da loro, ma indipendentemente dall’importanza delle nostre opere d’arte, c’è un altro canone per valutare una civiltà: quanta salute, fertilità, e forme di vita riesce a moltiplicare sulla terra curando sempre meglio la casa comune, la creazione. Con questo parametro il modello dominante sul mondo oggi è esattamente il contrario della civiltà, è un’economia di saccheggio: cresce sulla distruzione della biosfera.
L’enciclica Laudato sì di Papa Francesco intende riportare il mondo alla civiltà e spingerlo ancora più avanti. Solo una chiamata morale molto forte come quella del papa, insieme al bisogno di riportare la bellezza e la pulizia sulla terra, può farci intraprendere l’immane compito che abbiamo davanti, molto più grande di quanto è stato mandare l’uomo sulla luna. Si tratta di eliminare ogni veleno e inquinamento dalla terra, dall’acqua, dall’aria, dai vestiti, dalle case e città, da ogni attività di produzione, dagli ospedali, dalle carceri, dai rifiuti. Quest’opera di liberazione può cominciare in qualsiasi modo ma finalmente si realizza per territori dove ogni territorio potrà finalmente essere dichiarato liberato quando verificato libero da tutti gli inquinamenti di acqua, di aria e di suolo. Importante è la graduale diffusione di nuovi modi di coltivare la terra nei campi e nei boschi, minori bisogni di energia e in forme rinnovabili localmente, sviluppando tutte le possibili soluzioni per arricchire la fertilità e catturare ossido di carbonio dall’atmosfera. L’acqua delle sorgenti deve tornare potabile naturalmente e i frutti della terra, definitivamente liberati dai diserbanti, sempre più sani e per mercati autocontrollati. Da oltre due secoli l’umanità cosiddetta progredita ha cominciato a stare sempre più a disagio su questa terra e a immaginare un altro ambiente, artificiale, costruito sfruttando quello naturale, che fosse più efficiente, più comodo, più pieno di benesseri, di ricchezze. Oggi che il denaro in banca diventa sempre più evanescente e i veleni avanzano con le relative malattie, ci si accorge che il sogno del progresso tecnologico ha tagliato il legame fra umanità e natura, rendendo quest’ultima sempre più inabitabile. Il nuovo progetto di civiltà è ritrovare la forza e radicalità di quel legame per costruire un’epoca nuova, fedele alle antiche più alte. Un’epoca in cui mettersi a riforestare i deserti e riportarci fiumi, frutti, le più straordinarie e imprevedibili forme di vita. Eliminare le obsolescenze programmate per far durare le nostre macchine decenni e moltiplicare le attività di artigianato e di cura. Eliminare gli interessi composti per ridurre gli interessi bancari e burocratici e far crescere quelli che si producono vivendo della e sulla terra. Eliminare dai nostri rifiuti tutto ciò che non può rientrare nei cicli naturali. Rendere obbligatori in ogni ordine di scuola dei periodi di lavoro fisico nella natura. Con che spirito occorre rivolgersi in questa direzione? I nostri antenati hanno lasciato nei muri di questa città messaggi per le generazioni future nelle circostanze più difficili. Nel piccolo museo del Bigallo davanti al Duomo c’è un affresco della Madonna della Misericordia noto per mostrare la più antica veduta di Firenze, ma fa molto di più, sostiene che la cupola di Brunelleschi rappresenta la veste della Madonna che protegge la città. E questa protezione si esprime in una forma straordinaria: con le opere di misericordia. La difesa dei più deboli difende tutti, perché ognuno un giorno o l’altro diventa debole, così dando da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestendo gli ignudi, accogliendo i pellegrini, visitando gli ammalati e i prigionieri si serve il bene comune. Con questo spirito di servizio al bene comune occorre rivolgersi al grande compito della nostra epoca di risanare la natura e il modo di vivere dell’umanità.
ALGERIA
Salah Cherif Brahimi
Excellencies & Eminences, Knights & Dames, Aspirants & Guests, Ladies & Gentlemen, please allow me first to thank the Parte Guelfa for the honor bestowed upon us, and to recognize, within the Parte Guelfa, my dear friend Andrea Claudio Galluzzo, as well as the Parte Guelfa’s honorable leadership and benevolent godfathers and mentors, and notably its Consul, Captains of the Senate, and Credenza Council of Belief, its Commissioners, Officers, Lieutenants, Collegiate Officers and bailiffs, its Regiments and Squadrons and its Dignitaries, Cavalrymen, Lancers, Armed Forces members, Archers, Falconers and other Eminent Members. While there are too many worthy affiliates of the Parte Guelfa present to mention here, including some dear personal friends, knowing that the Mattei family is here, I cannot pass up the opportunity to salute them and to pay tribute to the visionary leader that was Enrico Mattei, who restructured, post-War, the Italian energy sector, to create what all nowadays know as the Italian global energy giant ENI, one of the first such companies to fully diversify its energy technologies, and an entity that made a difference with a global footprint, not least in North Africa, including key energy hubs such as Algeria (which ENI helped during its darkest hours), Libya, and nowadays Egypt. ENI, true to the philosophy of Enrico Mattei, was always there standing shoulder to shoulder with developing countries in the most difficult times, and not only when things were easy. In a life cut short by destiny, this great man accomplished so much and made a real difference in Italy and beyond its borders. I pay homage to his memory and legacy that has inspired many Mediterranean and global corporate and policy leaders, as well as those who care about ethics and pragmatism in the political economy. I am an American, born in Egypt, from an Algerian father and a Croatian-Armenian mother whose Croatian family’s main language in Fiume (Rijeka) was Italian. I am coming full circle here, and one can only feel at home in this most inclusive Arch-Confraternity, with its down-to-earth Franciscan philosophical roots, honoring the sacred bond between humanity and nature, founded under Pope Clement the Fourth in 1266, whose contemporary members have revitalized it recently again, focusing on its core mandate formulated by Cosimo I de Medici, in terms of the protection and enhancement of our natural environment, a mandate worthy of the Renaissance spirit that Florence / Firenze symbolizes, within our globalized civilization. I am coming back to roots here, not only as regards the geography of my Mediterranean origins, but also as regards the thematic work I have been involved in, first as an Agricultural Engineer and Researcher in my day, and then as someone who co-led the largest global multilateral portfolio on environmentally and socially sustainable development at the World Bank for a dozen years, including our hosting of the instruments related to the Rio Earth Summit, the Kyoto Protocol, the International Panel on Climate Change, the Johannesburg Declaration, the Copenhagen Accord, the Global Environment Facility, and all the steps that led to the recent COP26, including as regards stewardship of shared water basins, through the Global Water Partnership, as insufficient as these initiatives remain, a work preceded and succeeded by initiatives in the private sector in favor of multiple thrusts relevant to natural resources management and sustainable development, not least as regards this most recent decade working on smart sustainable infrastructure design, renewable energy and sustainable agriculture and underlying research to support better food security with less erosion of land, less depletion of water, less chemical fertilizer use and better protection of biodiversity, among other things, including when facing the challenges of enhancing human security and development through poverty alleviation and enhancing economic growth prospects for the world’s poorest. I must salute Italy’s role globally on these fronts, not least via the European Union where I serve as a member of its Expert Peer-Review Evaluation Committees on Natural Resources Management. Such environmental stewardship necessitates multi-form investments, including into new technologies allowing us to reduce the impact of the footprint of our human activities by raising the qualitative and quantitative outcomes and yields per unit of resources used, for our human endeavors. Whether from my Washington DC base or relative to our stakeholders in a territory such as Algeria, the African Continent’s largest country, which belongs to that continent’s Berber Roots, but also to the Arab-Islamic World, and to the Mediterranean realm, with multiple cultures inherited from history, I pledge to pursue the honorable mandate of the Parte Guelfa, in terms of promoting environmental sustainability and respecting the open and ecumenical approach of is philosophical roots, consistent with the education imparted to me by my own parents, The Honorable Lakhdar Brahimi and Milica Bacic-Brahimi, as well as by my grandmother, the late Hermine Mouradian who raised us in line with humanistic and universalist values. I want to recognize here also the partner who has worked not only alongside me, but most often ahead of me, when it has come to scientific initiatives, knowledge generation, and research, my dear wife, Prof. / Dr. Doaa Taha-Brahimi, including in raising our daughters Sofia and Hannah, to be responsible stewards of our planet’s environment. This is a mission that is key to protecting the future of our earth, and its children, who are none other than our own children, of course. I thank you all again here present with your families and guests, for perpetuating these essential values and traditions, in ways that ensure a better future for all. May peace be on our world, and on all of you, and on your loved ones.
ARMENIA
Suren Malkhasyan
Cari fratelli e sorelle, rappresento l’Armenia in Parte Guelfa, dobbiamo salvare la Terra di Noè, il Monte Ararat ed i luoghi leggendari dove il genere umano è rinato dopo il Diluvio Universale. Abbiamo il dovere di conservare la nostra natura, un vero museo a cielo aperto.
AUSTRIA
Roberto Umberto Natali
Cari fratelli, vi porto il saluto dell’Austria, paese bellissimo del quale abbiamo il dovere di conservare le montagne, i boschi e le acqua che abbiamo il dovere di consegnare alle future generazioni.
BRASILE
Alessandra Silvestri von Bismarck
Oh dear brothers and sisters, Brazil has the most amazing natural resources and incredible beautiful nature. It’s our duty to protect nature and the wildlife for the next generations I invite you all to be very respectful and attentive with mother nature, create as many protected areas in your countries and keep pushing our politicians to do it.
CINA
Gianni Zhang
Sono veramente onorato di essere accolto fra voi come Cavaliere di Parte Guelfa, soprattutto in quanto straniero proveniente da una cultura diversa. Vivo da oltre 10 anni a Firenze, dove ero venuto per studiare Scultura all’Accademia di Belle Arti, e qui ho fondato una famiglia e avviato la Zhong Art International, un’organizzazione attraverso la quale opero per creare ponti fra i “miei” due paesi promuovendo scambi e progetti culturali di interesse comune per rafforzare il rapporto tra Cina e Italia. Sono inserito attivamente nella vita fiorentina e sento di appartenere a questa comunità, pur mantenendo le mie radici cinesi. Da buddhista, condivido la vostra visione riguardo alla protezione dell’ambiente: nel mio paese tutte e tre le filosofie tradizionali, taoismo, buddismo e confucianesimo, dispensano insegnamenti che promuovono una vita in armonia con la natura. Secondo il Buddha, non si devono uccidere animali o alterare l’habitat di altre creature; esiste una stretta interrelazione fra tutti gli esseri viventi e fra questi e l’ambiente naturale da cui dipende la loro esistenza. Lo sostenevano anche Laozi e Zhuāngzi le due figure più importanti del taoismo, proponendo una visione della vita che segua la natura e sostenendo che l’altruismo ci fa sentire interiormente ricchi poiché la vera felicità non deriva dal possesso o dalla fama. Tutelare l’ambiente che ci contiene e ci sostenta è anche un modo per non danneggiare tutti gli altri esseri senzienti prendendoci cura del nostro prossimo. Trovo che queste teorie hanno molto in comune con le parole di Papa Francesco il quale ha parlato più volte del valore della solidarietà e ha ricordato che abbiamo tutti il dovere e la responsabilità di prenderci cura della terra, nostra casa comune. Infine, il confucianesimo ha una visione fortemente etica del mondo, educa ai valori spirituali ereditati dal lontano passato e propugna ideali di armonia, considerando gli esseri umani legati al divino, ai propri simili, all’universo e alla natura. Il Presidente Xi Jinping ha promosso l’introduzione di una forma di nuovo “umanesimo cinese”, nel rispetto dei precetti confuciani, rivalutando la cultura tradizionale e un’etica che erano state messe da parte. Tra i vari provvedimenti adottati, giungono segnali positivi anche per l’ambiente: sono ormai numerosi i paesaggi naturali protetti, i parchi nazionali e i giardini, di cui diversi si trovano iscritti tra i 56 siti “di interesse scenico e storico” riconosciuti patrimonio mondiale dall’UNESCO. Nel quadro dell’urbanizzazione sostenibile sono stati creati grandi parchi pubblici nelle città, che si possono considerare un’evoluzione dei famosi giardini tradizionali cinesi. La frequentazione dei parchi e delle riserve naturali da parte dei cittadini favorisce l’approccio a una cultura ambientalista e ripropone i valori tradizionali dell’armonia uomo-natura. Dopo anni di massiccio sviluppo industriale e di urbanizzazione intensa la Cina si trova ad affrontare la crisi ambientale; tra le strategie messe in atto per contrastarla, dal 2016 il Governo ha implementato un progetto di riqualificazione e sviluppo delle aree rurali per sottrarre le popolazioni alla povertà e contrastare l’abbandono delle campagne, affrontando le questioni della rivitalizzazione dei villaggi rurali, della gestione di acqua, suolo, energia e biodiversità in base alla nuova concezione di paesaggio elaborata dall’UNESCO. Grazie ai consistenti investimenti previsti dal Governo a sostegno del programma, nelle campagne sono state predisposte strutture di accoglienza più moderne e confortevoli, servizi migliori, infrastrutture e si è proceduto al riassetto del paesaggio agricolo con l’apertura di nuovi itinerari turistici. L’evoluzione irreversibile delle tecnologie in tutti i campi scientifici, elemento fondamentale del progresso ma potenzialmente anche distruttivo nei confronti della natura e del genere umano, impone una nuova etica che stabilisca i criteri per un diverso rapporto tra uomo e natura e un impatto ponderato della tecnica, secondo principi di rispetto e responsabilità nei confronti delle generazioni a venire. La ricerca e l’attuazione di soluzioni ai problemi del pianeta sono affidate alla scienza, a nuovi modelli di sviluppo e alle azioni dei governi; le associazioni ambientaliste contribuiscono in misura significativa, ma sono determinanti anche i cambiamenti sociali che si costruiscono sull’impegno individuale quotidiano, a partire dalla consapevolezza dell’impatto ambientale che ogni nostra azione comporta. Attiviamoci dunque in prima persona privilegiando scelte sostenibili nei nostri acquisti, nell’alimentazione, nei mezzi di trasporto, nella gestione dei rifiuti, nell’utilizzo di energia ecc. e attraverso piccoli gesti cerchiamo di migliorare ogni giorno i nostri comportamenti e promuoviamo la cultura ambientalista anche attraverso l’esempio che produce imitazione e può incentivare abitudini virtuose collettive. Mi è sembrato un messaggio straordinario l’intervento del novantacinquenne naturalista britannico David Attenborough alla Cop 26 di Glasgow, in cui ha esortato con incredibile vigore a creare un mondo più equo attraverso un’innovazione sostenibile, convinto che ci sia ancora la possibilità di ridurre la concentrazione di CO2 e della nostra capacità di farlo, e non per paura ma per speranza, prendendone ora l’impegno così che in futuro si possa dire che sono state determinanti le risoluzioni prese a questa conferenza 2021.
CONGO
Joseph Masumu Nzimbala
Proprio nei giorni scorsi si è svolto a GLASGOW l’incontro dei Capi di stato e dei governi della COP 26 per discutere di come tutelare l’ecosistema del pianeta. Solo da pochi anni sono iniziati questi incontri. Già dal 1549, la PARTE GUELFA, da vero precursore, aveva capito che la salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse naturali, a Firenze, in Toscana, in Italia, in Europa, era una priorità che richiede un impegno radicale e continuativo. Via via attraverso i secoli, le conoscenze sulla nostra madre Terra si sono sviluppate ed accresciute fino a renderci conto dall’Italia che il mondo di Galileo e di Copernico non si fermava lì dove si pensava, ma andava oltre i nostri orizzonti: Asia, Oceania, America dove abbiamo l’immensa foresta Amazzonica, e l’Africa che custodisce la grande foresta equatoriale, e il cui polmone è collocato nel bacino idrografico del Congo in Repubblica Democratica del Congo, il mio paese, che rappresenta il secondo e più ampio contenitore di ecosistemi globali, dopo l’Amazzonia. L’impegno di Parte Guelfa per la salvaguardia dell’ecosistema mondiale non si è fermato nel passato, ma ha resistito e continua fino ad oggi, in maniera ancora più forte e decisa, allargando progressivamente il suo raggio di azione in tutti gli angoli della Terra. Oggi le riserve mondiali di ossigeno dell’intero pianeta sono l’Amazzonia e il bacino del Congo, nella Repubblica Democratica del Congo, dove sono nato, vivo e dove Parte Guelfa é attiva, motivo per cui sono doppiamente onorato di farne parte. Carissimi Confratelli e Consorelle di Parte Guelfa, da guerrieri e cavalieri per la salvaguardia dell’integrità territoriale, siamo passati a cavalieri per la salvaguardia dell’ambiente naturale e paesaggistico di Firenze, dell’Italia e dell’Europa. Oggi ci siamo assunti l’immensa missione di tutelare ed operare per la protezione e la salvaguardia dell’intero ambiente globale. Siamo dunque, carissimi, CAVALIERI DELLA SALVAGUARDIA DELL’ECOSISTEMA PIANETARIO. In effetti, il pallio che indossiamo, segno distintivo del pastore che protegge le sue pecore, è il simbolo che ci identifica come custodi dell’ambiente. Come già accaduto in passato con il Gran Duca di Toscana Cosimo de Medici, anche oggi giunge qui l’appello dei governanti e degli enti affinchè Parte Guelfa si schieri, mettendo a disposizione le sue risorse e mezzi, a proteggere l’ambiente. Il pianeta è in pericolo: alziamoci subito accanto a Parte Guelfa per salvarlo. Cavalieri Guelfine e Guelfini, avanti, siamo sulla strada giusta. Che San Ludovico ci protegga.
EMIRATI ARABI UNITI
Maitha Al Falasi
Simutaneoulsy with the Big Bang, three simple elements were created. Millions of years later, The proton, neutron and electron have evolved to create what we now call our ‘precious planet Earth’. It was only 150 years ago, in 1899 that Joseph Thompson scientifically proved the existence of the electron. Man’s intellectual power has been enlightened by the ability to control and manage the electron. This gave birth to the digital world we live in today, a world with huge data consumption and use. Whilst this has become necessary for the way we live, it is however, important to also be conscious of the environmental impact that comes with the exponential growth in technology. To preserve and store this data we are consuming and wasting significant amounts of the Earth’s natural resources. In an era of optimization in all areas of our lives, we must find a way to store and minimize our data more efficiently to counteract data pollution and digital waste generated by the energy needed to manufacture and produce digital products. This brings us to the core values of the Parte Guelfa Order on preservation of the environment. Data is the new map for human civilization. It is leading us to many new areas such as blockchain solutions, digital identification, virtual art, big data and artificial intelligence. We are stepping into an ever increasing human-centric fully digital environment. We can best acknowledge and integrate these technological advancements into our lives by proper management. Allowing us to maintain a highly efficient, beautiful world. I am pleased to present an invention to you which will shift our paradigm of data misuse, to one of organization, optimization and efficiency. This unified solution is the future smart chip by Radcard.
FRANCIA
Manuel Collas de la Roche
Excellencies, Distinguished Participants, Ladies and Gentlemen, it is a great honor to be with you all this evening during this extraordinary ceremony and to be designated as Ordinary Knight of Parte Guelfa. It is also a privilege to be here on behalf of my homeland, France. I was asked to discuss this evening the relationship between mankind and nature and what we do for the environment at the Better World, the organization I founded in 2016. The relationship between man and nature has always been ambiguous, nature being seen as both a provider and an enemy. In the Judeo-Christian tradition, man was initially called to dominate nature, although this attitude has now been revised to become more one of stewardship. Oriental religions, on the other hand, have always had a more holistic view and consider humans as an integral part of nature. Modern philosophers have had various views on this issue. I was lucky to witness this more holistic and spiritual approach coming from Asia firsthand in the work I have been doing over the years with one of the most extraordinary wise woman and charitable heart of our times, Matha Amritanandamayi from Kerala in India. She is known as “Amma” and has been dedicating her life to humanitarian projects all over the world. I have been extremely lucky to meet her 25 years ago and to come to know her non-profit organization “Embracing the World”. The reason I am mentioning Amma is not only because she has been such a source of inspiration for me – so much so that I produced a movie about her life which was part of the official Film Festival Selection in Cannes in 2005. I am also talking about her because her relationship to the world, the way she “embraces” it, embodies for me the way we should think about the relationship between mankind and nature. Today, we all know how we, as human beings, are not only connected to Mother Earth but how we depend on it for our survival. This teaching does not only come from Asia. Scientists from all continents have told us for decades that we have been destroying our planet, at our own detriment and that of our children. The many reports of the United Nations Intergovernmental Panel on Climate Change and the COP26 last week in Glasgow are a constant reminder of the need to protect our planet, human and natural resources, from global warming and biodiversity loss. I founded the Better World organization to raise awareness about the main humanitarian and sustainability issues of our time. Through our cultural commitment, especially cinematographic, and our support for impact projects, our objective is to educate and take action to reduce inequalities, improve the well-being of all, and protect our ecosystems. We believe that mankind and nature are one. Through high-level events all over the world – masterminds and gala dinners with amazing leaders, philanthropists and artists – we bring about awareness and raise funds to implement concrete projects that balance respect for nature with the needs of future human generations. Thank you again for your invitation and for honoring me with such an extraordinary distinction. Through it, it is all the Better World’s team, all the committed colleagues, leaders, artists, and individuals in France and throughout the world that we are honoring this evening. It is only together that we will be able to raise our ambition and achieve the universal relationship between mankind and nature that I believe we all aspire to. For sure, this is what guides my daily actions and life mission.
GERMANIA
Carl-Eduard von Bismarck-Schönhausen
GIORDANIA
Sami George Izzat Carouba
Respected Council of Parte Guelfa, brothers and sisters, I am delighted to be here today to speak on behalf of my country Jordan and my birth City Damascus in Syria which is the oldest inhabited capital in the world. Nature is the whole world, it is also what exists outside of any human action. Earth developed slowly over the last 4.5 billion years or so in an incredibly complex interconnected systems. Everything is connected to everything in one way or another. The relationship between human beings and nature is a delicate coexistence. Our existence as humans corresponds with the environment, which is one of our greatest assets that we need to protect. Therefore, all mankind from across the globe have a duty towards the nature and the environment. We are here today in this brotherly gathering under Parte Guelfa’s institutional mission to act now and to work hard hand in hand to protect the environment and to ensure the safe and prosperous continuity for our future generations.
GRECIA
Panos Tzigaras
Cari fratelli e sorelle, vi porto il sole, il mare ed il cielo di Grecia, terra di miti, eroi e dei, una nazione fiera e ricca di meraviglie storiche ma anche di natura selvaggia e incontaminata, di incredibili panorami che abbiamo il dovere di preservare e trasmettere ai nostri figli e nipoti. Viva la Grecia e viva Parte Guelfa!
INDIA
Ashok Christopher Abraham
To subdue nature, to bend its forces to our will, has been the acknowledged purpose of humanity since human life began, but the time has come for a revision of our understanding of the benefits and responsibilities of holding dominion,authority and power over all other created things. A new spirit of awakening is being unraveled as scientists and laymen realize that man and the rest of nature are united and indivisible. At a time when great elemental forces are clamouring at civilization we need to discard our ideas of “attacking” the forest, “bringing under subjection” the mighty rivers, “conquering” the mountains, and “subduing” the deserts. Instead, we need to make the most of all nature as an friend and ally. Mankind is welcome to dominate other forms of life, provided we can maintain order among the relentless energies whose balanced operation we have disturbed. This is a disturbing and dangerous condition. Our past is full of serious warnings of what happens when we fail to meet it. The evidence is in the remnants of great civilizations buried beneath the mud and sands of history. Only when we recognize that the study of all living things is a profoundly necessary part of human thought do we reach the momcnt of truth. Then we realize that we are part of a complex relationship stretching back to the beginning of time and reaching out to the boundaries of the universe. Every one of us is an actor in a great drama in which each plays their part as both cause and effect. The forces set in motion by every act of every animal and bacterium, by every inch added to the growth of plant or tree and affect the lives of other creatures. In a subject so old, so vast, and so continually new, it seems to be impossible to keep science and social life apart. In fact, we should not try to do so. Continuance of our human society depends upon our ability to heed the science of the rest of nature, and live within its bounds. There are at least three good reasons for surveying the present state of affairs and learning about our natural environment: (1) our advancing technology uses up resources in increasing quantity; (2) our increasing population puts annually greater pressure upon our living space; (3) our continued existence depends upon our keeping our natural environment productive of the essentials of life. Over and above the dramatic changes on our environment and climate, the earth has suffered immeasurable destruction of animals and plants by the callous actions of both savage and civilized men. It was destruction of their environment that caused salmon to disappear from Lake Ontario, and the bison to die off our Western plains, and the Orangutan to vanish from the jungles of Asia and Africa. Forests have been burnt up, soil has been washed away, deserts have been ravaged,and rivers have been polluted. Since the beginning, the world has presented challenges to living creatures: to crawl out of the sea to live on dry land, to climb trees and mountains, to change in keeping with changing environment. Every creature is to itself the centre of its own universe, but it must have contact with all surrounding creatures. The challenge to us is nothing less than preservation of our species by restoring and maintaining its essential environment. We are surrounded by, and we are part of, the eternal flux of life in an environment of natural forces. As an Eastern proverb so beautifully articulates: “To survive, all men must hold hands.” And living things of all sorts are our kin in the wholeness of nature. If we wish to preserve our present way of life we must come to terms with what is left of natural forest, soil, water and wildlife, and it will be on terms laid down by nature, not imposed by us. Any wrong which nature may for centuries commit, she has centuries to repair, but we, whose days are short, must walk warily lest we become the victims of the wasteland we make. So together let’s wake up, hold hands, and preserve nature so that our future generations have a beautiful and livable planet to inherit.
INGHILTERRA
David Edwin Wilson Arkless
My Friends, Ladies and Gentlemen and long standing members of The Order, I have to say, first, that I am honoured to be invited to join this very special organisation. Spanning centuries, but more relevant today than ever. This Vigil of Arms at the Basilica of Santa Croce represents, yet again, the extension of the efforts of the Order on an international basis. When I was first contacted, I looked into everything and was curious! I was astonished (and that does not happen often). Your vision, our mission and the objectives of the organisation captivated me. And the longevity of the passion to do the right thing is amazing. There could be no better time to remind ourselves of the current status of our attempts to help, preserve and protect our environment. We need organisations like Parte Guelfa. Global and National efforts are failing and we are failing our future generations. We need to build our efforts from the “ground-up”. With our Order! I am fully committed to OUR work. On behalf of my “home” nations of the United Kingdom, Switzerland and my resident country, Germany. With Respect.
IRAQ
Mujahid Salman
Thank you for this privileged invitation to speak at a time of profound change and revival. Where I come from, nestled on the margins of East and West – a resilient nation of unwavering resolve and staying power called Iraq, we love the ritual of greeting: my cultural upbringing has been heavily steeped in it – grounded by a set of highly valued social principles, wise, and deeply engrained in the psyche of my people: so, I want to acknowledge all my brothers and sisters here today – I am honoured and deeply grateful to be amongst you all – reflecting together in our shared human story – we all did not get here on our own, nor would this be meaningful without your presence – greetings and assalamu alaykum. Our collective journeys begin in a distant past, ancient realms. Mesopotamia, a historically complex world and my native place, is a term with spatial and temporal dimensions. This area between the Tigris and Euphrates rivers is the birthplace of writing, urban culture, the state, and other institutions that shape our world to this day. The Sumerian writing system known as cuneiform, was invented in southern Iraq and remained in use up to the first century AD, spanning three and a half millennia – more than two-thirds of the time during which humankind has produced written records. Through nuanced gestures of embassy, Mesopotamia was at all times closely linked, economically, culturally, and politically, to neighboring regions and the cities and states situated there – from Syria and the Mediterranean coast in the west to Anatolia in the north, to Iran in the east, and to the Arabian peninsula in the south. A vast region made up of a rich weave of cultures – indigenous communities with deep rooted traditions that have survived and evolved through millennia, transcending the test of time. As a cradle of civilization, being at the center of such immensely diverse and sophisticated cultures carries great responsibility. Here, travellers arrived from around the world, representing a crossroads open to all – promoting advancement, universality and capacity for transformation to something new. In truth, we must now take a deeply indigenous perspective in reframing our ancestral relationship with this ancient place and allow for a new paradigm of renewal and of shared values to be expressed – rewriting the narrative and telling our evolved story – that of playing host to all societies of today – such abundance of natural-cultural resources that spurred tremendous social and technological advancements – boldly shifting our thinking and subtly shaping our modern lives. In keeping with this ancient momentum, the younger generation, with its forwardthinking global outlook and interest in the region’s rich heritage, is rediscovering, revitalizing, and reshaping the sacred traditions that have come before it. And as a modern day emissary to this ancient world – I invite you all once more as our esteemed guests to a forgotten focal point in our human history – a true embrace to rekindle and share the stories of our mutually ancient beginnings – through a compellingly new vantage point and sanctuary of cultural making – a crucial juncture of kindred spirits, if you will; all magnetized into a core identity and viewed through a renewed lens of West Asia – ancient and old, and yet new and unprecedented. Grazie.
IRAQ
Saad Assim Al Janabi
Today’s Iraq what was commonly known as the Fertile Crescent – the Land of Abraham and the Garden of Eden – is not so fertile anymore. The region that extends from the Nile Valley, through the Levant and along the Tigris-Euphrates River system is facing unprecedented pressure stemming from a toxic combination of global climate change and localized poor environmental management. Iraq is on the verge of an environmental breakdown, and climate change is not helping. The country’s fragile environment and the increasing scarcity of natural resources – particularly water – are a result of poor environmental management. However, as climate change impacts add to the existing pressures, the environmental collapse turns into a security issue. Land degradation is translating into an increased frequency of sand and dust storms, which are converting Iraq into a “dust bowl.” These dust storms create headaches for industries and aviation, as well as commercial businesses, which restrict operations or operating hours due to maintenance. Iraq needs major help to protect its natural resources that are urgently required to avoid the frequent flash flooding and other natural disasters.
IRAN
Mazdak Rafaty
Dear sisters and brothers, It is a privilege and an honor to be part of this esteemed circle with a mission that touches not only one of the most important aspect of today’s global society, but also a cause that affects every individual as a human-being on this beautiful planet. When my dear friend Andrea first told me about the history of Parte Guelfa, and its modern dedication and asked me to join as the first member of Iranian descent I did not hesitate to accept this unique opportunity to be part of this noble movement. His invitation showed me that the sisters and brothers of Parte Guelfa have embraced the approach of uniting all people from different nationalities, races, religions and cultural background to tackle the current global environmental and sustainability problems we are facing today. The urgency of the present environmental crisis bares the opportunity for all of us to disregard our differences and unite under one single goal: creating sustainable future in an environment worth living for our children and the generations to come. As an Iranian I am proud to be part of a great nation with a fascinating history and a rich culture that had a deep impact on development of our civilized world. Driven by traditional values that honored the principles of “good thoughts, good words and good deeds” in every facet of life, a respectful interaction with nature has always been of utmost concern for the people of ancient Persia. Despite of numerous challenges of daily life, every Iranian bares that same respect and appreciation for environment in their hearts. It will be an honor and a great pleasure to represent the Parte Guelfa and the values we all stand for, among the people of my birth country. Once again I sincerely thank each and every one of you, dear sisters and brother, for this opportunity to contribute to the creation of a more sustainable and environmental friendly future.
ISRAELE
Joy Malka Rothenberg
Buona Serata from a view of Mt Zion in the Holy City of Old Jerusalem. I am very deeply humbled and honored to be the first Israeli member of Parte Guelfa since its establishment in 1266. Thank you so,so,so much for selecting me to represent Israel. Thank you , from the bottom of my heart for enabling me to prerecord this message from Israel. I am with you all in spirit at this time. I look forward to joining you all in person tomorrow evening. My Israeli vision for Parte Guelfa is to join the global network of very high caliber individuals who have an open heart and mind towards ALL people in the world with a deep concern about the preservation of the world for future generations. I hope that this beautiful view of the Old City of Jerusalem will inspire all Parte Guelfa members to unite and make the world a much better place. Please join me for a birdseye view of the Jerusalem, a city that is deemed holy to all people of the Abrahamic religions; Christians , Moslems and Jews , who are all descendants of Patriarch Abraham. Please see the Church of the Holy Sepulchre which is a holy site for 2.5 billion Christians. Please see the Al Aksa Mosque which is a holy site for 1.9 billion Moslems. Finally, please see the Western Wall which is the holiest site in the world for the 14.7 million Jews. Here in Jerusalem, Israel millions of people pray freely in their respective holy sites every day. The Old Testament clearly articulates laws that specify our duty and responsibility towards mankind and nature. The Old Testament states “ubacharta bachayim “ choose life” . It also states “veshamartem nafshechem meod” “ preserve your souls very much”. There is a legal term for the requirement to preserve life; Pikuach Nefesh. This mandate to value life overrules nearly all other laws. I am proud to be an Israeli and Jewish partner to Parte Guelfa’s noble efforts in this regard. The concept of Tikkun Olam ; or “fixing the world” cries out to all of humanity to utilize their unique strengths to “repair a broken world”. The cosmos is shattered in so many ways. So many people around the world suffer from illness, poverty and debilitating life conditions. Mother Earth is suffering. She needs our attention and care. In the recent Glasgow Climate Summit, the world was described as a “climate catastrophe”. Leaders warned “that we have no more time” as 4 billion people have already been adversely affected. Every human being has a unique potential to repair the world and make it a better place. Every person was created with a unique fingerprint and Godly spirit, so each one of us is capable of healing the world and environment in a unique way. As the first Israeli/Jewish member of Parte Guelfa, I look forward to uniting with all Parte Guelfa members to make our world a much better place. I am deeply humbled and honored to join so many amazing people throughout the world in our universalistic , humanitarian mission. Thank you so, so, so much for your friendship and inclusion of me as the first Israeli member of Parte Guelfa.
ITALIA
Sperello di Serego Alighieri
Sono molto onorato di ricevere l’investitura a Cavaliere di Parte Guelfa. Il mio antenato Dante era Guelfo anche lui, ma di parte Bianca, quindi moderato: per questo ho intenzione di ispirarmi a lui. Questa investitura è un onore, ma anche un onere, al quale intendo assolvere, innanzitutto dedicandomi alla salvaguardia dell’ambiente, cosa che mi sta molto a cuore. Intendo dedicare le mie competenze scientifiche alla analisi del problema e alla ricerca di soluzioni, anche utilizzando le conoscenze sull’argomento che mi derivano dai viaggi che ho fatto in tutto il mondo, essendo questo un problema globale. La Natura per essere salvaguardata va innanzitutto analizzata e compresa e questo si può fare solo con l’aiuto della scienza. Ho dedicato la mia vita allo studio dell’Universo e solo recentemente mi sono accorto che, così facendo, ho seguito le orme del mio antenato, che aveva anche lui una grade passione per la scienza e in particolare per l’astronomia, che ha trasfuso nelle sue opere insieme a tutte le altre branche della conoscenza che padroneggiava uniformemente. Mi impegno anche a dare testimonianza di carità e fraternità, quest’ultima sia nei confronti delle consorelle e dei confratelli, che verso le altre religioni, con molte delle quali sono entrato in contatto nel corso dei miei viaggi.
ITALIA
Pier Felice degli Uberti
Nella preistoria gli aspetti della natura che più impressionarono l’uomo primitivo, furono senza dubbio l’immensità e la distanza del cielo stellato, l’altezza delle montagne, la vastità del mare, la potenza del vento e dell’acqua, dei terremoti, dei vulcani, delle frane e delle sabbie mobili, l’avvicendamento delle stagioni, la ricchezza della vegetazione con i suoi frutti e la varietà della vita animale, tanto che i ceti dominanti non capacitandosi dei misteri del creato iniziarono a costituire le religioni rappresentando così la società umana in chiave divina: ne sono la prova le genealogie nella religione egizia, greca e romana ma anche dei primitivi in Africa, America ed Australia. Con l’avvento delle religioni monoteiste, i ceti dominanti ebrei, cristiani e mussulmani che controllavano il mondo pensarono che spettasse loro il dominio del creato per diritto divino, ma nella realtà le possibilità di controllare la natura concesse alle dinastie sovrane, era molto limitato per mancanza di mezzi concreti. Quasi tutte le dinastie che governarono il mondo cercarono sempre di trovare soluzioni per non distruggere il creato con la realizzazione di progetti rivolti all’agricoltura che consentissero lo sfruttamento del territorio a fini produttivi, senza stravolgere la natura o distruggere la positività dell’ambiente. In alcune regioni fin da tempi molto antichi si svilupparono attività particolari per la conservazione del territorio. Già i primi governanti dell’Egitto e del Vicino Oriente crearono giardini, parchi e luoghi di diletto destinati a serre, a giardini zoologici e a riserve per la selvaggina. Prima del 1000 esistevano già leggi restrittive che tutelavano la selvaggina, ma a beneficio dell’attività venatoria dei monarchi, e in Inghilterra ad esempio vigeva un controllo poliziesco con pene severissime. La prima legge per la conservazione emessa in Inghilterra fu un Atto del parlamento del 1534 volto a ‟evitare la distruzione degli uccelli selvatici”: una legge per la caccia, fatta nell’interesse dei falconieri. L’aumento di questi gruppi privilegiati, che si costituivano via via con l’aumentare della popolazione, produceva una indiscriminata attività venatoria incompatibile con la sopravvivenza della selvaggina, come ci conferma nel XIII secolo la dotta bella opera sulla falconeria dell’imperatore Federico II, re di Sicilia. Mentre la selvaggina diminuiva ed era riservata a un’élite sociale ed economica, gli sport all’aria aperta acquistavano valore di simbolo sociale, ed erano perfino promossi da capi di Stato quando dovevano intrattenere ospiti illustri. Sebbene la caccia sia una delle attività che hanno dato origine alla moderna conservazione della natura, essa è connessa solo indirettamente con altre attività che hanno avuto una funzione analoga, come ad esempio la silvicoltura. Nel secolo XVII si promosse in Inghilterra una campagna per porre fine alla distruzione delle foreste meridionali e incoraggiare il rimboschimento con la promulgazione di severe leggi che costrinsero gli speculatori a interrompere le loro devastazioni, introducendo l’uso del carbone fossile che avviò poi la moderna industria dell’acciaio. Le grandi dinastie esercitando il loro controllo sulla natura iniziarono ad importare ed esportare piante per coltivazioni esotiche ed animali, cambiando l’ecosistema in molte regioni, ne è prova nel XIX secolo l’introduzione in Australia del coniglio ed in America dello storno europeo e del passero comune. Ma oggi, con il turismo di massa, l’introduzione accidentale di piante e di animali che possono produrre epidemie è diventata ancor più facile e scontata nonostante i divieti e talvolta quasi inevitabile. Infine nell’altalenante rapporto sfruttamento-tutela il secolo XIX vede ancora le grandi dinastie (Rodolfo d’Asburgo-Lorena) a tutela della natura intesa come conservazione a beneficio dell’uomo, ma a distanza di ormai 2 secoli i risultati sono ancora insoddisfacenti. Per questo PARTE GUELFA ha la missione di farsi promotrice nel mondo della conservazione della natura a beneficio di tutta l’umanità.
ITALIA
Carlo Colomba
Buonasera a tutti. E’ un onore essere qui ed e’ pure una grande emozione. Chi sono? Sono Carlo, 45 anni, friulano e vivo a Dubai con moglie (cinese) e 2 figli. Mi e’ stata richiesta una considerazione su ateismo ed ecologia. Diciamo che ho una visione del mondo che mette l’Uomo al centro e la Natura come contorno da preservare. Uomo responsabile del contesto in cui vive, Uomo che deve adoperarsi affinche’ tutti, uomini e non, abbia dignita’ di vita in questo pianeta. Ora, ateismo e ambiente, non mi sembra una visione alternativa a religione e ambiente. Anzi, semmai complementare. L’obiettivo e’ lo stesso,la visione dell’insieme differenzia, ma non e’ molto rilevante. Ora, ci sono diversi modi per guardare all’ambiente. Oggi vorrei analizzarlo dal punto di vista dell’uomo e, una frase che abbiamo sentito spesso e’ «C’è ben altro di più importante a cui pensare». Il cosiddetto “benaltrismo” ovvero La tendenza umana ad occuparsi del qui ed ora piuttosto che di eventi lontani nel tempo e nello spazio: si pensa più a salvare i propri risparmi piuttosto che pensare a cosa potranno fare i nostri figli fra 20 anni; si fanno proclami retorici sulla necessità di ridurre l’impatto ecologico senza poi fare effettivamente quasi nulla in proposito. Siamo tutti concentrati sul qui ed ora. E si ritorna al benaltrismo. Ad esempio, incontri come il COP dovrebbero essere risolutivi e svolgersi ogni sei mesi, i temi trattati in questi incontri dovrebbero occupare le prime pagine di tutti i quotidiani tutti i giorni, non soltanto avere un certo spazio nelle settimane in cui si svolgono. E questo semplicemente perché: 1. il tema ambientale, 2. del modo di consumare e 3. il correlato tema dell’esaurimento delle risorse è l’unico problema veramente ineludibile del nostro tempo. Infatti, dopo secoli di crescita demografica molto limitata, mai superiore allo 0,5% annuo, la popolazione umana è cresciuta di dieci volte in due secoli e mezzo. L’intera storia dell’umanità è stata necessaria per raggiungere la popolazione di 1 miliardo di individui all’inizio del XIX secolo e oggi stiamo andando oltre i 7 miliardi e mezzo. Tutto cio’ e’ stato possibile grazie ai combustibili fossili: carbone, petrolio e gas. E, petrolio e gas hanno moltiplicato per dieci la capacità di produrre cibo oltre alle comodità della vita moderna, permettendo alla nostra società di uscire dall’economia di sussistenza. Ma, dagli anni ’70 i consumi dell’umanità nel suo complesso hanno superato la capacità del pianeta di riprodurli nel ciclo annuale. Questo fenomeno viene “celebrato” con l’Overshoot Day che ogni anno indica la data in cui smettiamo di vivere su quanto la natura produce ed iniziamo ad intaccare ulteriormente il capitale naturale. Nel 2021 l’Overshoot Day si è celebrato il 29 di luglio. (nel 1980 era il 4 novembre, nel 2000 il 22 settembre). Interessante notare che la data e’ passata dal 25 luglio nel 2019 al 22 agosto nel 2020. E se, prima o poi, il petrolio si esaurira’, ci sono molte altre risorse strategiche ampiamente utilizzate non rinnovabili. Ad esempio,il consumo di metalli si è moltiplicato nei decenni che vanno dagli anni ’60 del secolo scorso ad oggi. Negli smartphone si trovano fino a 60 diversi metalli. Anche questi non con disponibilita’ illimitata. Problema che difficilmente può essere completamente risolto da comportamenti virtuosi come il riciclo spinto. Tutto questo per dirvi che, a mio avviso, il problema principale del nostro tempo e’ che, quando sentiamo parlare di qualche agenda politica ineludibile, dovremmo pensare che c’è ben altro di più grave a cui pensare. Lo dovrebbero pensare i politici, gli imprenditori, gli uomini di cultura, gli scienziati. In breve, le classi dirigenti dovrebbero abbandonare le agende a breve e dedicarsi al lungo periodo. E noi, atei e agnostici? Anche noi dovremmo pensarci ed impegnarci ogni giorno affinché si mettano in atto politiche di contenimento dei consumi e di riduzione dell’impatto ecologico della nostra specie. La posta è altissima. E concludo facendo mia una frase in cui mi identifico: il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me.
LAKOTA
Alessandro Martire
Illustrissimi Confratelli, Nobilissime Dame e Signore presenti, mi è stato concesso di prendere la parola in questo antico e primevo consesso, L’ordine di Parte Guelfa nel quale, a breve, sarò “Ordinato” Cavaliere. Un onore per me e la mia famiglia, allo stesso tempo una grande responsabilità. Responsabilità intesa come dedizione e servizio all’Ordine nelle sue molteplici espressioni che oggi, in questa società, esprime. La mia Spiritualità, la mia cultura e filosofia, come appartenente ad una Nazione Indiana Americana, mi fa percepire questa “appartenenza” assai importante e determinante per il percorso della mia vita. L’appartenenza alla società Lakota Sioux, chiamata “delle piccole volpi” in lingua Lakota “ Tokal akicita Okolakicye”, mi avvicina molto alla filosofia ed al servizio al quale, come Cavaliere dell’Ordine di Parte Guelfa, sarò impegnato a rispettare e servire. Porsi al servizio ed all’aiuto degli altri, altri intesi non solo come esseri umani, ma altri intesi come ogni forma di vita esistente su questa nostra “ Madre Terra” in lingua Lakota “ Ina makoce”, non può che essere oggi vitale per far tornare a “ vibrare” questa società e le anime delle persone che, sembrano assopite o perse, in una realtà moderna basata solo sul profitto, sull’avidità , egoismo e egocentrismo personale, a discapito di ogni altra forma di vita, per raggiungere un virtuale traguardo, forse mai appagato da questa falsa chimera che il mondo e la così detta civiltà ci presenta e ci offre come obbiettivi della vita. Molti gli appelli oggi dei “Potenti che governano le varie nazioni”, ad un rispetto verso l’ecosistema e le sue molteplici espressioni della vita. Si sono accorti, dicono loro che è “ ormai tardi”, ci esortano a porre rimedio ai disastri ambientali commessi dall’uomo; per lungo tempo l’uomo occidentale ha distrutto il pianeta per profitto, adesso deve usare quei soldi per ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema, e così “ Madre Terra” è stata oggetto di uno dei più drammatici ed atroci delitti , un ecocidio ed etnocidio senza precedenti, adesso da poco l’uomo si è accorto di dover porre rimedio a questa stolta visione di vita, pena la sua vicina autodistruzione. Far parte dell’Ordine di Parte Guelfa significa, per me, essere al servizio e di aiuto ad ogni forma della creazione, di ogni fratello e sorella del genere umano, nel sacro divenire della vita da rispettare in ogni suo sacro aspetto. Significa poter continuare a seguire i nostri sogni affinché essi diventino realtà, perché quando finiscono i sogni finiscono le speranze dell’uomo. Finché l’erba cresce, il vento soffia ed il cielo è blu.
MAROCCO
Hisham Ben Mbarek
La bellezza di ognuno di noi , è poter dire a squarciagola che non avremmo potuto scegliere paese migliore dove nascere. La fortuna degli emigrati o almeno nel mio caso , è quello invece di poter raccontare ai miei figli che si sono nato in Marocco, il paese più della terra , il deserto , la temperatura perfetta , il mare , i colori , i cammelli e perché no anche la neve per un mese all’anno , certo non potevo scegliere paese migliore è non finisce qui. Sono nato una seconda volta nel paese più bello del mondo con un cuore italiano che batte dentro il mio petto , cibo , temperatura , mare e sopratutto il grande entusiasmo e cuore caldo degli italiani. Qui sono stato accolto , istruito e salvato da una malattia mortale ( miocardio paria dilatativa) o trapianto o morte e il caso ha voluto che fossi cardiotrapiantato il 2 agosto , un giorno qualunque se non fosse che nel mio permesso di soggiorno la data di ingresso in Italia fu proprio il 2 agosto del 1987. Figlio mio, l’Italia mi ha dato la vita per ben 2 volte , la prima salvandomi dalle onde del mare e la seconda da una morte certa. Allora si ogni volta che l’inno di questo paese suona , il mio cuore vibra come non mai. Non andrò in guerra per l’Italia perché mi auguro non accada più che ci si ammazzi tra umani , però ti dico che per questa terra darei la vita , grazie a questa terra io come tanti immigrati possiamo lavorare e protrate benestare al nostro Marocco che ha tanto bisogno della nostra istruzione per evolversi ancora di più e perché no un giorno possa essere ancor più eccellenza come merita. Grazie Marocco , grazie Italia molto di più grazie firenze , quella firenze in cui ho dormito la prima stazione il 02 agosto 1987 , la firenze che oggi mi rende cavaliere di parte guelfa. Che bella la vita, che bello vivere le difficoltà e i dolori , da essi si può le solo diventare migliori.
MONACO
Angela van Wright von Berger
Honorable Console, Consorelle,Confratelli, Ladies and Gentlemen, over the last 2 decades more than 2 billion people globally lacked safe drinking water. It is a problem that caused more than 25,000 deaths each week. Former U.N. Secretary General Ban Ki-Moon announced “more people die from unsafe water than from war”. Good Evening, my name is Angela Van Wright Von Berger and I have been given the honor of sharing these few thoughts with you about establishing and maintaining a positive sustainable relationship between mankind and our home planet which is over 70% water. Until now you may not have given this much thought ; but please consider that GLOBALLY an estimated 884 MILLION people have no access whatsoever to drinking water services, 2.2 BILLION people need access to safely managed drinking water and 4.2 BILLION people need access to safely managed sanitation. It follows logically that if we are therefore able to provide easy sustainable access to clean water to everyone… everywhere on our planet…we will also make an immediate positive impact on the health and the sanitation conditions in all homes and health care facilities.. and of course we will diminish the risk of contracting water borne diseases like malaria and river sickness. In my capacity as a goodwill ambassador for the unique humanitarian organizations “Aquavera” and “HUMACOO” foundation, I invite you now to consider a simple yet revolutionary idea : ” our air is free and it is everywhere; so too should our drinkable water be”. Aquavera is dedicated to solving the world’s water crisis thanks to an “air to water” technology solution our partners use .. it is a smart “technology- driven” system that captures air using condensation then filters and generates drinkable water. Humacoo Foundation has devised a sustainable “air to water” project that aspires to give 49 African countries access to safe drinking water. The first phase of this project begins in Maputo the capital of Mozambique; because last year over 5,000 people died in Mozambique either from the lack of access to potable water or from the dangers of contracting fatal diseases from contaminated water and poor hygiene systems. Installations of “Watersheds” in camps for migrants, refugees, asylum-seekers, and the internally displaced along with our designated 49 African countries is the 2022 – 2023 goal for Humacoo (Human Cooperation NGO ONLUS). These “ air to water” machines are capable of producing anywhere from 10 up to 10,000 liters of drinking water per day depending on the model chosen. They can be fitted with integrated storage / bottling systems or can be customized for whatever specific geographical requirements are needed. Jordan, England, Mexico, Egypt, and South Africa are currently 5 regions most in danger today but make no mistake the next global crisis will be a water crisis unless mankind addresses this issue of droughts, extreme weather events and desertification. ” our air is free and it is everywhere; so too should our drinkable water be”.
PALESTINA
Izzedin Elzir
POLONIA
Robert Zaborowski
Robert Zaborowski, Agrigento Human Being and his Environment, Nov. 20, 2021 When the topic “human being and his environment” is to be considered, several options are possible. One is to regard the human being in the dominant (or subduing) position. This may be done and is done in various ways. I give one example: think about trees being cut on a turn because of people who, driving too fast, slide and get killed hitting them. We are told this is reasonable because cutting trees protects human lives. I must say such logic seems to me twisted if not Machiavellian. An opposite kind of relation is certainly imaginable too: a human being situated at nature’s service. Maybe those who believe that it is everywhere and always condemnable to kill an animal–but not necessarily to be killed by it–are close to this position. There is also an in-between position. But opting for a harmony between a human being and his environment is much easier to conjecture than to explain it detail, let alone to bring it about. It is difficult to accomplish it because it is difficult to avoid a partial perspective. And envisaging such perspective is problematic because if a human being is a part of nature no more and no less than other non-human beings are, then one could wonder why he should avoid the anthropocentric perspective, if other non-human beings, say lions and dogs, most likely do not avoid a lion-centric or dog-centric approach themselves. Whatever the case, it makes no sense to deny that a human being is a part of nature. He lives–at least as a material body and as an organism–within it. But if this is so, the first option–the domination over it–is out of the picture. It remains only a figure of speech. After all, we might say, if nature includes such a thing as human being and this thing destroys nature, that amounts to say that nature destroys itself. Having said that, I now need to touch upon another part of a human being’s environment, that is the one which comprises human beings, including the subject himself. As a matter of fact, it would be difficult to conceive of a human being totally devoid of relationships with human beings, for even Robinson Crusoe must have had some relationship with himself. Insofar as it is correct, a human being’s environment can be hardly reduced to his physical and organic milieu only. Let it then be admitted that a human being has often relationships with other human beings too and this occurs in several perspectives: public, social, personal, and, finally, intimate. Still, this is not all because, as in Crusoe’s case, a human being directs at least some of his thoughts and feelings at himself, and that leaving aside what his thoughts and feelings are about. Thus he enlarges his milieu even more. For instance, the more he reflects on values, the meaning of life and transcendence, the more complex is his environment. But I have to conclude. Human being’s environment is composed, so to speak, of diverse parts. It may be that they are not totally homogeneous and, in some cases, diverge or even conflict. This is what makes that human being’s place in the world and his relationship with his environment is an intriguing question.
ROMANIA
Costel Dorneanu
Cari fratelli e sorelle, vi porto il saluto dal cuore della Romania, terra magnifica che abbiamo il dovere di salvare con il suo mare ed i suoi monti. Non sono nostri e dobbiamo trasmetterli gratuitamente alle future generazioni come noi li abbiamo ricevuti.
SCOZIA
Edward William Watson Cheyne
Talking about Scotland and its nature gives me the opportunity for a very current consideration about the interconnection between nature and human society. Also, it gives me the chance to point out that the choices involving nature must be thoughtfully taken and must be guided by the utmost care, not only because of the respect that nature deserves and because our existence depends on it, but also because these choices fall back into the socio-economic context, on which they may have severe consequences. If you think about Scotland, you surely imagine wilderness, desolation, ruined castles, where human presence is rare, being concentrated in a few villages and some cities. My family comes from Highlands, precisely from Shetlands, north of Aberdeen, where the landscape is just like described: green wilderness overlooking the ocean, with very few residents; there the economy is based on sheep breeding and on the processing of sheep products (first of all, the famous Shetland wool). What is commonly not known outside Scotland is that Scottish landscape has not always been like this. Until half of XVIII century, the Scottish countryside, even the northern and most inhospitable, was populated by farmers, who lived on subsistence farming. Landscape was therefore punctuated by frequent, small stone homes with straw roofs, next to small cultivated plots of land. This economic system also forged society, that was based on the famous Clan system. The Clan Chief was the landlord who rented the land plots to farmers, who therefore belonged to his clan and had a duty of fidelity to him, that had to be proved in many ways, for instance by fighting for him in case of war. This socio-economic system, that ensured the survival of lots of farmers’ families who inhabited the countryside, was wiped out by a merely economic decision, aimed at making profit for few. This decision had a devastating impact on the countryside and a direct and heavy impact on the society that was linked to it. It is one of the darkest times in Scottish history: the so-called clearances. The landlords realized that those not very productive lands could be much more profitable if used for sheep farming. But they did not need so many farmers for that activity. Therefore, within a few decades, the farmers were driven away from the lands that were their livelihood and – to ensure that they could not come back – the straw roofs of their homes were set on fire. That’s why, if you visit Scotland, you frequently see, in the middle of nowhere, the ruins of small stone houses: those are the remains of the settlements that characterized the Scottish countryside until the end of XVIII – beginning of IXX century. To give you an idea, it is proven that during the clearances of the first decades of 1800 up to 2.000 families per day were evicted. The Highlands clearances has not only put an end to a certain type of economy, but also have made the Clan system collapse and have depopulated Scotland. Farmers who had not a plot of land anymore to survive on, could rely only on emigration, mostly to Canada and USA. Therefore, the current Scottish wild landscape is the result of the clearances, that is of a merely economic decision, that did not weight its consequences not only on countryside but also on society. In the end, history give us a very timely teaching: choices about nature are likely to affect delicate balances, that may involve countless people and have irreparable consequences on the society. But today we cannot afford no more the kind of blind and selfish choices that our ancestors made.
SICILIA
Umberto Luigi Emanuele Vinci di Moschitta
Carissime consorelle e confratelli , aspiranti tutti, giunga a voi un sincero saluto dalla Sicilia che io qui rappresento. L’approccio cristiano alle tematiche ambientali parla anzitutto di creato, perché riconosce in Dio Padre, il Creatore del cielo e della terra, come professiamo nel Credo. La Bibbia narra le modalità con cui, grazie all’opera divina, è sorto il mondo e le maniere in cui Dio continua, giorno dopo giorno, a prendersi cura delle proprie creature. Nel racconto della creazione Dio è presentato come un vasaio che plasma «l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita» (Gen 2,7). L’uomo (adam) proviene dalla polvere della terra (adamà), ma si distingue da essa per aver ricevuto da Dio il soffio della vita.
Per essere feconda, la terra ha bisogno dell’azione di Dio e del lavoro dell’uomo. Il racconto biblico prosegue con Dio che pianta «un giardino in Eden» (Gen 2,8) e pone l’uomo nello stesso giardino «perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15).
Egli affida al genere umano il compito di essere amministratore responsabile della creazione. Il giardino è dono di Dio, è di Dio, non dell’uomo. Per questo va accolto e custodito in una armoniosa relazione tra Dio, l’uomo e il creato. L’uomo e la donna ricevono un duplice e nello stesso tempo unitario comando: coltivare e custodire il giardino perché la creazione è dono di Dio per tutti gli uomini. La natura è il bel regalo che Dio ha preparato per l’uomo ed ogni uomo con il suo lavoro deve custodirla perché rimanga a disposizione di ciascuno. Il cantico di Francesco d’Assisi ha un posto speciale nella spiritualità cristiana, che in esso esprime con forza tutta particolare il proprio amore per la creazione. Alla luce della visione spirituale che Francesco d’Assisi aveva del creato, dobbiamo considerare il depauperamento, l’inquinamento e il degrado della natura non soltanto come un problema pratico importante per il nostro benessere e perfino per la nostra sopravvivenza, ma dobbiamo tenere presente che coinvolge aspetti morali e religiosi. Si tratta di rispettare l’opera di Dio e si tratta di giustizia verso la generazione presente e le future. Paolo VI nell’ Octogesima adveniens segnalava la novità e la gravità del problema: attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, l’uomo rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione. Non soltanto l’ambiente materiale diventa una minaccia permanente: inquinamenti e rifiuti, nuove malattie, potere distruttivo totale ma, è il contesto umano che l’uomo non padroneggia più, creandosi così per il domani un ambiente che potrà essergli intollerabile. Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptor Hominis avvisa sui pericoli di un progresso inumano, traccia le linee di un’autentica ecologia basata sull’uomo: L’uomo, preso dal desiderio di avere e di godere, più che di essere e di crescere, consuma in maniera eccessiva e disordinata le risorse della terra e la sua stessa vita. Alla radice dell’insensata distruzione dell’ambiente naturale c’è un errore antropologico, purtroppo diffuso nel nostro tempo. L’uomo pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può, sì, sviluppare, ma non deve tradire. Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui. l’uomo non può disporre a proprio arbitrio dei beni della Terra, dono di Dio,ha doveri verso le generazioni future e deve salvaguardare le condizioni morali per un’autentica ecologia umana.
In tale atteggiamento si radicano anche un consumo di risorse ed una produzione di rifiuti che superano largamente le capacità di rinnovamento della terra, ipotecandone così la vivibilità per le future generazioni. Ma, tale realtà si riflette già fin d’ora nella nostra esperienza quotidiana , viviamo in città inquinate, in una natura sempre più impoverita, mentre sempre più spesso ci capita di interrogarci sulla sicurezza di ciò che mangiamo. Benedetto XVI ,nell’enciclica “Caritas in Veritate” ci ricorda che l’uso dell’ambiente naturale rappresenta per noi una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l’umanità intera Anzi, giunge a presentare la responsabilità verso il creato come “dovere gravissimo”: Dobbiamo avvertire come dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla. Quello che comanda oggi non è l’uomo, è il denaro, i soldi comandano e Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi agli uomini e alle donne. Noi abbiamo questo compito! La nostra vita ed il nostro lavoro devono svolgersi nel rispetto dell’ambiente che il Signore ci ha donato. L’intera famiglia umana deve trovare le risorse necessarie per vivere dignitosamente, con l’aiuto della natura stessa, dono di Dio ai suoi figli. Ciò è possibile solo rafforzando quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino. Vorrei allora che prendessimo tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di contrastare la cultura dello sfruttamento sconsiderato della natura, per promuovere una cultura di amore per l’immenso dono di Dio.
SINGAPORE
Gianluca Anguzza
In 1965 Singapore was established as an independent State and the “Garden City Utopia” started to become true. Part of the foundation of the new country was the role of Nature as part of the community and the strategy for every development in the country. The basic concept to harmonize life of people in the city into nature was as one of the foundation principles of the new born community: “what is valid for the individual is valid also for the wider community”. A place where people can live beyond walls, because “we must keep in mind that in our mind and life the boundaries are not so strict as walls”. Nature is considered in Singapore as part of the ordinary day-by-day experience of Life. In Singapore 50% of the territory is by the Law designated to Green areas. Not simply parks or gardens. It is a “Green Screen” more like a “tidy jungle” where green is engineered to offer a experience into Nature to all people. Tropical Forests were started to be replanted and more, plants were selected to cohabit with urban environment. People are surrounded by an environment that has the “rhythm”, the sounds, the colours of Nature. Where nature is mixed with contemporary architecture of building. Nature colours and shapes buildings and becomes part of them. Nature and Technology are used to create Equilibrium of Life in the community. Nature is part of the Singapore strategy to create wellness for the community. Today Singapore is an environment where nature and modernity are perfectly harmonized. Where Nature can work constantly on what is good for “Human”. What is contrary the laws of Nature, is actually “bad” for humans. We know that Singapore agenda for environment is running fast to realize a 100% carbon free country. Singapore is a environment where bio-diversity was restored and is not attacked by urban settlement and modern life. But even more Singapore moves forward to build and guarantee a place where people find Nature around them and feel a continuous and strong relation with Nature as deep part of their existence.
SPAGNA
Maria Pilar Cruz Castro
Hoy la empresa española es más consciente de los temas medioambientales y su interés por estos valores en los últimos años ha ido aumentando de forma exponencial. Este interés no es solo una moda pasajera o algo nuevo que está ocurriendo. La preocupación por el cuidado del medio ambiente no es un tema desconocido en la historia. Encontramos precedentes que datan desde la Roma antigua hasta el derecho medieval español durante el reinado de Alfonso X el Sabio, donde la protección de la naturaleza se hará efectiva. El surgimiento de las primeras industrias contaminantes dará lugar a un nuevo pensamiento y ya en la era moderna la preocupación por el aumento de la deforestación conducirá al desarrollo de leyes orientadas a la conservación de los bosques y el agua. Sin embargo, solo a finales del siglo XIX y principios del XX aparece por primera vez lo que hoy conocemos como derecho ambiental. La Ley de Parques Nacionales introducirá por primera vez la figura de los espacios naturales protegidos, haciendo valer la belleza natural de sus paisajes, la riqueza de su fauna y flora y las particularidades geológicas e hidrológicas, evitando así el deterioro y destrucción por la mano del hombre. Y es en nuestra constitución española que el artículo 45 establece: Toda persona tiene derecho a disfrutar de un medio ambiente adecuado para el desarrollo de la persona y el deber de preservarlo. Los poderes públicos trabajan por el uso racional de todos los recursos naturales, con el fin de proteger y mejorar la calidad de vida y defender y restaurar el medio ambiente, sobre la base de la indispensable solidaridad colectiva. Para las personas que infrinjan el párrafo anterior, se prevén sanciones penales o, en su caso, administrativas en los términos que establezca la ley, así como la obligación de pagar una indemnización. La protección del medio ambiente es uno de los aspectos más característicos de la Constitución de 1978. Es también uno de los síntomas del creciente interés por la conservación de los recursos naturales que se está consolidando en nuestra sociedad. Es por ello que hoy en día problemas como el cambio climático o la desaparición de muchas especies se encuentran entre los desafíos más graves a los que se enfrenta nuestra sociedad. Y es que hoy el interés por el medio ambiente, la fauna y la flora no solo involucra a los españoles en un movimiento conceptual, sino que también significa una nueva forma de vida y una preocupación real por lo que está sucediendo. una base en la forma de actuar día a día y será relevante para el bienestar de las generaciones futuras. El verdadero interés y preocupación de la sociedad española, lo veremos reflejado en el ministerio de Transición Ecológica y el reto demográfico en el que cuestiones fundamentales como: Aire y clima donde se controlan y analizan las emisiones y la calidad del aire, consumo energético, Generación de electricidad a partir de fuentes renovables. Registro de huella de carbono y compensación. En la naturaleza y el medio ambiente están regulados. Áreas protegidas. deforestación y monitoreo ambiental. control costero y medio marino. Reserva de agua, estado y calidad. La agricultura, la cría y la pesca están controladas en todos los aspectos ambientales. La industria y el transporte controlan el consumo de energía, las emisiones de contaminantes atmosféricos y los accidentes con posible daño ambiental. También se concede especial importancia a la sostenibilidad, la economía medioambiental y la economía circular. Todo ello en base a los valores de los objetivos de desarrollo sostenible marcados por Naciones Unidas, a los que en los últimos tiempos se le ha dado una gran importancia tanto a nivel institucional como a nivel de la sociedad en su conjunto. Esta creciente preocupación por el medio ambiente es de especial interés entre los jóvenes. En este sentido, la educación es una herramienta fundamental para cambiar hábitos y enseñar a los ciudadanos del futuro. Fundamental, crear una conciencia colectiva de los problemas que afectan a nuestro entorno, y conocer el impacto individual en la resolución y prevención de los problemas ambientales. “No cabe duda de que la educación es la herramienta más poderosa para sensibilizar a las nuevas generaciones con el medio ambiente”, y por eso es uno de los temas de educación cada vez más populares.Hoy la empresa española es más consciente de los temas medioambientales y su interés por estos valores en los últimos años ha ido aumentando de forma exponencial. Este interés no es solo una moda pasajera o algo nuevo que está ocurriendo. La preocupación por el cuidado del medio ambiente no es un tema desconocido en la historia. Encontramos precedentes que datan desde la Roma antigua hasta el derecho medieval español durante el reinado de Alfonso X el Sabio, donde la protección de la naturaleza se hará efectiva. El surgimiento de las primeras industrias contaminantes dará lugar a un nuevo pensamiento y ya en la era moderna la preocupación por el aumento de la deforestación conducirá al desarrollo de leyes orientadas a la conservación de los bosques y el agua. Sin embargo, solo a finales del siglo XIX y principios del XX aparece por primera vez lo que hoy conocemos como derecho ambiental. La Ley de Parques Nacionales introducirá por primera vez la figura de los espacios naturales protegidos, haciendo valer la belleza natural de sus paisajes, la riqueza de su fauna y flora y las particularidades geológicas e hidrológicas, evitando así el deterioro y destrucción por la mano del hombre. Y es en nuestra constitución española que el artículo 45 establece: Toda persona tiene derecho a disfrutar de un medio ambiente adecuado para el desarrollo de la persona y el deber de preservarlo. Los poderes públicos trabajan por el uso racional de todos los recursos naturales, con el fin de proteger y mejorar la calidad de vida y defender y restaurar el medio ambiente, sobre la base de la indispensable solidaridad colectiva. Para las personas que infrinjan el párrafo anterior, se prevén sanciones penales o, en su caso, administrativas en los términos que establezca la ley, así como la obligación de pagar una indemnización. La protección del medio ambiente es uno de los aspectos más característicos de la Constitución de 1978. Es también uno de los síntomas del creciente interés por la conservación de los recursos naturales que se está consolidando en nuestra sociedad. Es por ello que hoy en día problemas como el cambio climático o la desaparición de muchas especies se encuentran entre los desafíos más graves a los que se enfrenta nuestra sociedad. Y es que hoy el interés por el medio ambiente, la fauna y la flora no solo involucra a los españoles en un movimiento conceptual, sino que también significa una nueva forma de vida y una preocupación real por lo que está sucediendo. una base en la forma de actuar día a día y será relevante para el bienestar de las generaciones futuras. El verdadero interés y preocupación de la sociedad española, lo veremos reflejado en el ministerio de Transición Ecológica y el reto demográfico en el que cuestiones fundamentales como: Aire y clima donde se controlan y analizan las emisiones y la calidad del aire, consumo energético, Generación de electricidad a partir de fuentes renovables. Registro de huella de carbono y compensación. En la naturaleza y el medio ambiente están regulados. Áreas protegidas. deforestación y monitoreo ambiental. control costero y medio marino. Reserva de agua, estado y calidad. La agricultura, la cría y la pesca están controladas en todos los aspectos ambientales. La industria y el transporte controlan el consumo de energía, las emisiones de contaminantes atmosféricos y los accidentes con posible daño ambiental. También se concede especial importancia a la sostenibilidad, la economía medioambiental y la economía circular. Todo ello en base a los valores de los objetivos de desarrollo sostenible marcados por Naciones Unidas, a los que en los últimos tiempos se le ha dado una gran importancia tanto a nivel institucional como a nivel de la sociedad en su conjunto. Esta creciente preocupación por el medio ambiente es de especial interés entre los jóvenes. En este sentido, la educación es una herramienta fundamental para cambiar hábitos y enseñar a los ciudadanos del futuro. Fundamental, crear una conciencia colectiva de los problemas que afectan a nuestro entorno, y conocer el impacto individual en la resolución y prevención de los problemas ambientales. “No cabe duda de que la educación es la herramienta más poderosa para sensibilizar a las nuevas generaciones con el medio ambiente”, y por eso es uno de los temas de educación cada vez más populares.
STATI UNITI D’AMERICA
Jason Houston
Brothers and Sisters of Parte Guelfa, as the Mission of the Parte Guelfa makes evident, the Order is inspired by the revolutionary words of St.Francis of Assisi who perceived in the created world the evidence of Divine Love for Man. In his inspired verses the Little Poor Man of Assisi embodies a nascent Italian spirit that celebrates nature as the source for corporeal and spiritual sustenance. We in the United States of America have no similar foundational text that embodies the connection with our land; perhaps because most Americans are immigrants, having settled in the lands of North America. The holiday that Americans will celebrate next week – Thanksgiving – offers a glimpse of the story that we Americans tell ourselves about our relationship to our land. Today, the central ritual of the celebration culminates in a large family meal with seasonal dishes. The holiday is rooted in traditional harvest celebrations. What does this apparent celebration of gratitude for Earth’s bounty tell us about America’s relationship with Nature? The origin myth of Thanksgiving is not simply gratitude for the harvest, but rather it recalls the hardships faced by the first Pilgrims who arrived to this seemingly inhospitable land in 1620. Unprepared to survive, half died from disease or famine in the first year. Only after native peoples from the Pawtuxet tribe taught them how to farm and hunt the land and survive the seasons did that first community take hold. Tradition tells us that in the autumn of 1621, the English pilgrims joined with the Native peoples who helped them in a great feast. From those mythic origins, the Thanksgiving holiday grew with the American experiment, taking root during the Revolutionary War and becoming an official Holiday during the American Civil War. Thanksgiving betrays a history of conflict and struggle. The Pilgrims and their descendants, Americans, appropriated lands and subjugated those who cultivated it with skill and knowledge: displacement and decimation of the Native American people who welcomed those first Pilgrims, slave labor of millions of Africans, the exploitation of and discrimination against successive waves of impoverished immigrants (Germans, Italians, Mexicans, and many more). This use and abuse of the land and its stewards parallels the transformation of Thanksgiving from a holiday of cooperation to a celebration of abundance. Concurrently, Americans pursued the policy of Manifest Destiny, which posited expansion, conquest, and extraction as fundamental American values. It is little wonder that most Americans do not feel rooted to their homes or their land. Rather, they believe that land is something to be taken, worked, developed, and sold for a profit. Or as Walt Whitman sings, “Urge, Urge, Urge/ Always the procreant urge of the world.” Americans of all stripes have tried to derail this history, choosing instead to protect and preserve the land: for example, the Audubon Society, protecting fauna since the mid-nineteenth century, and Theodore Roosevelt’s forward-thinking National Park campaign. America remains a vast and beautiful country, unspoiled in many ways. We must learn to treat the land and the people who inhabit it with the same respect that St. Francis in Italy proclaimed almost 800 years ago.
STATI UNITI D’AMERICA
Mitch Lowe
I am very honored today here in this wonderful country and in one of its most amazing cities and before such an august group such as you all here to be able to say a few words and share a few thoughts on the relationship between mankind and nature in my homeland. It goes without saying that one of the biggest influences on nature has been people. And especially over the last 120 years that impact has been increasingly damaging. It is almost as if the shear number of humans and the number of nations and industries has undermined our willingness to join together on a plan to mitigate enough of these factors so that our grandchildren and great grandchildren can be assured of an earth that is a place they can raise their families in and to especially enjoy the pristine aspects that only nature and the outdoors can bring. I can tell you that after visiting all but 1 state in the US and visiting many of the state and national parks we have preserved an amazing expanse of mostly untouched life. With over 400 National Parks covering 84 million acres of land and many more state parks our country offers a vast array of natural experiences from the California shoreline to the Mohave Desert to the red rocks of Bryce Canyon to the deep Grand Canyon, to the Mississippi River valley to the three north -south mountain ranges of the Sierras, The Rockies and the Appalachian mountains to the Florida swamps to the tip of Long Island. You could fill every day for many years wandering around our parks and yet coming in the sky are climate change impacts along with pollution. It is a sacred trust I pray my fellow citizens will continue to honor and protect.
SVEZIA
Gabriel Donati
Bröder och systar, vänner och väktare av naturens välsignelser, god afton! Det är med stor vördnad och ödmjukhet inför er, denna särskilda afton i November, jag har beretts möjlighet att få låna er uppmärksamhet för en kort stund. Det är för mig, med rötter i både Florens och Toscana såväl som i de nordliga delarna av Sverige, glädjande och hoppingivande att se denna församling med representanter och utsända från alla hörn i denna fantastiska värld. Det är även extra känslosamt, att vi tillsammans samlats i Basilica di Santa Croce, denna andlighetens och stillhetens boning. Om man stannar en människa på gatan i Sverige och frågar om denne är religiös får man ofta ett nekande svar. Sverige är det mest sekulära landet i världen, och det återspeglas i gemene mans inställning till religion och andlighet. Men, om man håller fast människan man just stannat, och istället frågar ”Hur ser du på betydelsen av naturen och hur den gestaltar sig i fråga om miljö” så lovar jag er att ni får ett annorlunda svar. För oss svenskar är det, för det flesta, snarre naturen som är vår källa till andlighet och eftertänksamhet. I den svenska folksjälen ingår en genuin och livslång kärlek till vårt lands vidsträckta skogar, våra karga fjäll och vår unika skärgård. Det är i dessa miljöer vi svenskar finner ro, frid och en känsla av samhörighet med det mirakel i universum som naturen är. Denna inställning är så pass omfattande, och gammal, att man efter Andra Världskriget valde att formalisera den urgamla sedvanerätten till det vi kallar ”allemansrätten”. Fritt översatt betyder detta ”var mans rätt” och är till för att underlätta att gemene man fritt ska kunna ta del av naturen. Detta kan exempelvis ta form av att man får vistas i privatägd skog och mark –så länge man är försiktig och beter sig respektfullt gentemot naturen. Förutom vår ledande plats i världstoppen för graden av sekularitet, är Sverige även representerat i världstoppen för graden av digitalisering av samhälle och information. Spotify och Skype är två kända exempel på företeelser som har uppkommit i denna miljö och inställning till teknikens allt snabbare och fascinerande utveckling. Denna tekniska kapplöpning som tar oss vidare till en framtid där bara vår fantasi hindrar oss från att föreställa dess möjligheter, är det viktigt att inte tappa fotfästet och glömma bort grunden i det själsliga. För oss svenskar, men även för oss världsmedborgare, vill jag påstå att grunden i detta återfinns i det som kan sägas vara oss svenskars egentliga plats för andlighet och stillhet –den Gudagivna naturen och dess talande till oss som påminner om det viktiga, eviga. Detta kan man säga, är vår kyrka, och är i sig en minst lika fantastisk och inspirerande plats som Santa Croce, bägge eviga platser där vi endast är förvaltare för kommande generationers behov av andlighet och stillhet. Jag tackar er för er uppmärksamhet.
SVIZZERA
Tommaso Fabio Conforti
Care consorelle e cari confratelli, è un onore vederVi questa sera riuniti così numerosi in rappresentanza di molti paesi del mondo e tutti, ognuno nel rispetto delle proprie identità morali e religiose, uniti dal comune amore per la grandiosità della Natura e da un consapevole profondo rispetto per essa. Divenire Dame e Cavalieri è un onere ancor prima che un onore, poiché è principalmente assumersi la responsabilità di fare del proprio meglio per contribuire alla causa della preservazione della Natura un dovere per tutti. Ho avuto la fortuna di nascere in un paese, la Svizzera, che per cultura, tradizione e conformazione geografica non ha mai smesso di far crescere i propri figli a contatto diretto con l’ambiente circostante, di mettere nel percorso formativo di ognuno la natura al centro, privilegiando, ove possibile una vita a misura d’uomo al punto tale che oltre il 30% degli Svizzeri tutt’ora vive ad una distanza massima di 10 minuti da un bosco. Si insegna fin da bambini il rispetto per gli animali e per le piante, a raccogliere i frutti degli alberi (anche quelli caduti a terra che raccolti possono essere mangiati cotti o se troppo sciupati foraggiare gli animali) creando le basi per una vita in simbiosi col mondo circostante. Crescere consapevoli aiuta a formare coscienze più sensibili, ma proprio per questo possiamo e dobbiamo fare di più: la nostra missione come Parte Guelfa è saper nutrire di amore e rispetto per la Natura e per il prossimo anche tutte quelle persone che non hanno avuto modo di formarsi fortificati nel proprio senso del dovere.
TUNISIA
Gabriella Incisa di Camerana
Mi chiamo Maria Gabriella Incisa di Camerana. Sono piemontese e sono cresciuta nel Roero, quella manciata di colline tra le Langhe e il Monferrato, in un mondo semplice, contadino, rispettoso delle regole, dove gli anziani avevano sempre qualcosa da insegnare. Nulla si perdeva del passato che veniva additato ad esempio, nel bene e nel male perché, comunque, si impara anche dagli errori.
Ricordi che riaffiorano sempre, anche adesso che sono lontana, al di là del mare, in un altro paese, la Tunisia. Oggi, il mio impegno quotidiano è presso l’associazione Centre Hippique Mahdia, un progetto articolato e diversificato, che prevede, tra l’altro, la salvaguardia di razze autoctone minacciate di estinzione: i levrieri berberi, detti Sloughi, e i pony di Mogods, i piccoli cavallini della cavalleria di Annibale, quelli che attraversarono le Alpi. Questi animali, immortalati nei mosaici di epoca romana, oggi fanno parte integrante del team di Mahdia per degli interventi innovativi, in cui il bambino è libero di scegliere il proprio partner con cui imparare giocando. Ho deciso di partire e di lasciare la mia casa, la mia famiglia, il mio lavoro e i miei amici: in pratica, tutto quello che era stato la mia vita per i primi 35 anni.
Ero «nel mezzo del cammin di nostra vita» e la bussola che indicava un’altra via mi portava non in selve oscure ma tra le dune del deserto nordafricano. Ho scelto la Tunisia per caso. Gli arabi lo chiamano «maktub», il destino. Come Didone, che fondò Cartagine là dove trovò la testa di un cavallo, per i Fenici simbolo di forza e potenza, trovai anch’io un cavallo, dal mantello niveo, di razza berbera, il cui nome, Onci, in arabo significa «Colui che allevia la tua solitudine». Io mi sentivo tanto sola, in quel periodo, ma lui riempì i miei vuoti insegnandomi anche a farlo per gli altri. Con lui e altri nove cavalli, in un piccolo recinto, ho dato vita a un centro ippico, inizialmente a vocazione turistica. Poi, un giorno, dalla Germania arrivò Diana, per una vacanza coi suoi genitori, una bambina fortemente limitata dalle barriere architettoniche alberghiere. Presentava un handicap mentale e fisico, uno stato semi-vegetativo. Il suo incredibile recupero, grazie all’ippoterapia, mi spinsero ad andare avanti nelle mie ricerche sull’apprendimento infantile e sulle infinite possibilità che gli animali offrono come mediatori negli IAA, gli interventi assistiti con gli animali. Oggi,il mio quotidiano è con i bambini, tutti nessuno escluso, anche quelli « speciali », in aule speciali che non hanno né muri né porte ma che sono una grande finestra sul verde, su spazi aperti e tanti animali che insegnano un’importante competenza emotiva: l’empatia. Una materia che non si trova sui libri ma che serve a rafforzare la struttura emozionale dei più piccoli. La mia scuola è un luogo divertente, dove le regole nascono dal rispetto dell’altro, dalla libertà acquisita e conquistata, dal senso di responsabilità e del dovere. Ma, soprattutto, dal gioco! Imparare senza barriere, andando oltre, cercando e ricercando. Dando spazio alle attitudini che si sviluppano esattamente a quella età e che, se ben guidate e amplificate, saranno il desiderio di una professione scelta e portata avanti con passione. Ci tengo a sottolineare che gli strumenti per lavorare sono, inoltre, frutto d’inventiva personale, realizzati in DIY con materiali poveri o di recupero. Un fai-da-te che aguzza l’ingegno quando la disponibilità economica è ridotta e insegna anche ai genitori che è possibile giocare, divertirsi e imparare con poco. Basta solo essere creativi e migliorare la propria manualità. Un coinvolgimento della popolazione locale, che stima e apprezza il mio operato, per gli evidenti risultati educativi, per il recupero ecologico e la stretta collaborazione in un nuovo ambiente sociale rispettoso e partecipativo. A Mahdia, nel cuore del Sahel, il litorale tunisino, ho creato un habitat naturale in cui vengono proposte molteplici attività per migliorare l’apprendimento e le capacità cognitive, catalizzate e amplificate dalla presenza di cani, gatti, cavalli, conigli e altri piccoli animali. Animali con cui si impara a prendersi cura di sé, a diventare responsabili e attenti, rispettando l’ambiente e la natura. Animali con cui si cresce, diventando adulti ma lasciando ampio spazio al fanciullo che è in ciascuno di noi. Una scuola di vita, dunque, dove si favorisce la trasmissione generazionale di quei valori fondamentali che la microcomunità familiare trasferisce ai propri figli, permettendogli di vivere meglio nella società e, tutto sommato, di essere più felici. Questa scuola a Mahdia, è diventata anche un ponte per avvicinare le due sponde del Mediterraneo in cui le Arti e il Cavallo diventano i mezzi di comunicazione tra le persone, una rappresentazione simbolica e diacronica che unisce culture diverse. Un ponte costruito con l’ingegneria del cuore per promuovere quanto sia importante convogliare e trasformare energie potenziali, altrimenti disperse, in sinergie quantiche, portando avanti progetti che hanno l’infanzia come punto focale. Con queste immagini ho voluto dare «voce» alle emozioni. Siamo dame e cavalieri.
Porteremo avanti le missioni che Dio ci ha affidato.
ITALIA
PARTE GUELFA
Vasco Giuliani
«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. Dobbiamo salvare il Creato per salvare noi stessi! Adesso!
***
Investiture Solenni 2020 e 2021
Veglia delle Armi di Parte Guelfa
Venerdì 19 Novembre 2021
Basilica di Santa Croce, Firenze
Saluto del Console di Parte Guelfa Luciano Artusi
Saluto del Sindaco di Firenze Dario Nardella
Saluto del Capo della Segreteria del Ministero della Transizione Ecologica – Fulvio Mamone Capria
Saluto del Padre Guardiano di Santa Croce Giancalo Corsini
PARTE GUELFA – Giannozzo Pucci di Barsento
ALGERIE – Salah Cherif Brahimi
ARMENIA – Suren Malkhasyan
AUSTRIA – Roberto Umberto Natali
BRAZIL – Alessandra Silvestri von Bismarck-Schönhausen
CHINA – Gianni Zhang
CONGO – Joseph Nzimbala Masumu
FRANCE – Manuel Collas de la Roche
GERMANY – Carl-Eduard von Bismarck-Schönhausen
GREECE – Panos Tzigaras
INDIA – Christopher Abraham
IRAN – Mazdaq Rafaty
IRAQ – Mujahid Salman
ISRAEL – Joy Malka Rothenberg (Elena Tempestini)
ITALY – Sperello di Serego Alighieri
ITALY – Carlo Colomba
JORDAN – Sami George Carouba
KIRGHIZISTAN – Pablo Nofri
LAKOTA – Alessandro Martire
MONACO – Angela Van Wright von Berger
MOROCCO – Hicham Ben Barek
PALESTINE – Izzedin Elzir
POLAND – Robert Zaborowski
RUMENIA – Costel Dorneanu
SCOTLAND – Edward William Watson Cheyne
SICILY – Umberto Vinci di Moschitta
SINGAPORE – Gianluca Anguzza
SPAIN – Maria Pilar Cruz Castro
SWITZERLAND – Tommaso Conforti
SWEDEN – Gabriel Donati
TUNISIE – Gabriella Incisa di Camerana (Claudia Trinchero)
UNITED ARAB EMIRATES – Maitha Al Falasi
UNITED KINGDOM – David Edwin Wilson Arkless
UNITED STATES OF AMERICA – Jason Houston
UNITED STATES OF AMERICA – Mitch Lowe
CONFRATERNITA DI SAN GIACOMO DI COMPOSTELLA – Jacopo Caucci Von Saucken
CONFEDERAZIONE INTERNAZIONALE DI GENEALOGIA E ARALDICA – Pier Felice degli Uberti
ACCADEMIA ANGELICA-COSTANTINIANA – Alessio Ferrari Angelo-Comneno
MEMORIALE – Davde Baldi Bellini
CONCLUSIONE – Vasco Giuliani
Maestro di Cappella di Parte Guelfa
Giacomo Granchi
Giacomo Granchi e Simone Butini – Violini
Anne Laura Gorkoff – Violoncello
Giacomo Benedetti – Organo
Davide Baldi Bellini – Voce
Organo solo Ad Libitum a seguire di G.F.Haendel (1685-1759) Suite in G minor, HWV 432 Passacaglia
Maurizio Cazzati (1616-1678) sonata a due violini e basso continuo op XVIII° nona
Antonio Vivaldi (1678-1741) Preludio dalla sonata VI° op 2 per Violino e organo
J.S.Bach Dalla suite n°3 in re Maggiore BWV 1068 per due violini e basso continuo
Antonio Vivaldi (1678-1741) Andante dalla sonata IV° op 2 Violino Organo
G.Muffat (1653-1704) Toccata Prima per organo
Canto gregoriano a voce sola “Lux Aeterna”
Arcangelo Corelli (1653-1713) sonata a due violini e basso continuo